Troppo internet porta alla depressione: i dati di uno studio
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Uno studio dell'Università di Leeds
È possibile che chi sostituisce le relazioni sociali reali con quelle virtuali sia più a rischio isolamento e depressione
MILANO- L'utilizzo eccessivo di internet potrebbe causare depressione. Ma potrebbe essere anche il contrario: cioè chi è già più incline alla depressione è maggiormente spinto a passare molte ore sul web. È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Psychopathology. Gli esperti dell'Università di Leeds hanno intervistato 1.319 persone tra 16 e 51 anni raccogliendo dati sul loro uso di internet e valutando la presenza e l'entità di sintomi depressivi; l'1,2% del campione è risultato affetto da dipendenza da web ed è emerso che l'essere connessi per un tempo eccessivo è associato a sintomi depressivi. È possibile che chi usa troppo internet al punto da sostituire le relazioni sociali reali con quelle virtuali sia più a rischio isolamento e depressione.
DEPRESSIONE - «La nostra ricerca indica che l'uso di internet è associato a depressione», spiega Catriona Morrison, che ha guidato lo studio, «ma ciò che non sappiamo è se c'è un meccanismo di causa-effetto, ovvero se internet causa la depressione o se invece chi è depresso tende a collegarsi di più al web. Quello che invece è chiaro», aggiunge Morrison, «è che per un piccolo sottogruppo di persone l'eccessivo utilizzo del web potrebbe essere una spia allarmante di una tendenza alla depressione».
GIOVANI - Nel corso della ricerca il gruppo di lavoro ha controllato giovanissimi, ragazzi ma anche adulti che usano la Rete per lavoro. Scoprendo che a rischiare di cadere nella trappola della dipendenza sono più spesso i più giovani: l'età media del gruppo degli «intossicati» è infatti di 21 anni. La ricerca «rinforza i timori già sollevati dagli esperti: farsi prendere troppo dai siti web fino a sostituire le normali funzioni sociali potrebbe essere collegato a problemi piscologici come, appunto, depressione e dipendenza», dice la ricercatrice. Inoltre se appena l'1,2% dei soggetti monitorati è risultato «drogato» del web, il problema comunque ha un'incidenza maggiore rispetto ad esempio al gioco d'azzardo patologico, che in Gran Bretagna è dello 0,6%.
Redazione online