Noi siamo come una banconota: se anche nella nostra vita siamo sballottati dalle cose che ci succedono, siamo pestati e finiamo per sentirci degli stracci o peggio ancora ... non importa, noi non perdiamo il nostro valore, noi siamo sempre impo
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2013-04-04 Noi siamo come una banconota: se anche nella nostra vita siamo sballottati, se siamo pestati e finiamo per sentirci degli stracci, noi non perdiamo il nostro valore, noi siamo sempre importanti ...
Pace e bene. Sono Frate Felice. È tanto che non faccio testimonianze sul mio passato ... Io sono frate dal 1994, ma nel mio passato, ... tanti e tanti anni fa, facevo uso di sostanze stupefacenti ...
Forse voi vi chiedete cosa possa dire io in un incontro sui "comportamenti a rischio" dei giovani... Ai miei tempi non c'erano queste cose!... Sbagliato, anche ai miei tempi c'erano questi comportamenti, solo che non c'era Youtube e la gente non lo veniva a sapere, ma sono cose vecchie come il mondo...
Da ragazzini c'è sempre stata la prova di forza, c'è quello più forte e quello più debole che cerca di imitarlo, a noi dicevano che erano prove per crescere, per diventare uomini ...
Penso che, per parlare dei "comportamenti a rischio" dei giovani, ci siano due "parole chiave" da esaminare: "essere considerati" ed "essere visti".
"Essere considerati" ... Mi ricordo di quando ero piccolo ..., noi abitavamo in una cascina e c'era da fare una scala a pioli per andare a prendere la legna per accendere la stufa. Mia madre non chiedeva a me, ma chiedeva ai miei amici perchè diceva che io ero debole, che non ero in grado di farlo, e io mi arrabbiavo molto con mia madre. Dentro di me dicevo: "ma allora io non sono capace di fare niente...".
Di conseguenza, a causa del mio sentirmi incapace, divenuto più grande ho iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti, e per far vedere che ero forte e capace, facevo una cosa da matti: prendevo gli amici ... li caricavo in macchina ... andavo nel bosco di notte e ... a fari spenti andavo a tutta birra in mezzo alle piante ... Ricordo che la cosa più tremenda che c'era in me era che, mentre i miei amici urlavano di paura, io prendevo soddisfazione perchè sentivo dentro di me che avevo un "potere" nei confronti dei miei amici: ... in quel momento io ero il più forte, il più grande, non ero considerato il più piccolo, il più debole...
Avevo un vuoto dentro e lo volevo riempire... e così anche i miei amici ... Però lo riempivamo male... Anche oggi è questo vuoto che dobbiamo cercare di riempire nei nostri giovani, nei nostri ragazzi...
"Essere visti"... Specialmente al giorno d'oggi, nell'era di internet e Youtube e dei social network, cerchiamo di costruirci un mondo virtuale, non un mondo reale. Siamo così impegnati a costruire e a sognare questo mondo che ci dimentichiamo chi siamo e ciò che siamo veramente ... fuggiamo dalla nostra realtà finendo così per non accettarci per quello che siamo veramente ... per essere considerati facciamo di tutto, fino ad arrivare a fare cose estreme, come sfidare la morte ... Ma nel mondo virtuale la morte non esiste e siamo convinti di questo... La morte non può avvenire perchè noi ci sentiamo molto più forti, non può accadere ...
Questo capitava anche nel mondo dei tossici: dicevamo "io sono furbo, a me non può accadere niente, sono gli altri che sono stupidi, a me non può succedere niente" ... Ed è così che il vuoto dentro di noi continua...
Oggi ero in Chiesa a pregare e mi è venuto in mente questo esempio. Prendiamo una banconota da dieci euro, da cento, da cinquecento, quello che vogliamo... stropicciamola, calpestiamola, diamole dei calci, conciamola come vogliamo, ma quella banconota non perde il suo valore... Noi siamo come questa banconota: se anche nella nostra vita siamo sballottati dalle cose che ci succedono, siamo pestati e finiamo per sentirci degli stracci o peggio ancora, non importa, noi non perdiamo il nostro valore, noi siamo sempre importanti: sudati, profumati, sporchi o in ordine, magri, alti o bassi, belli o brutti, questo non importa niente, la nostra vita è importante e vale, non per la nostra apparenza ma per ciò che siamo, per ciò che facciamo e per ciò che sappiamo...
I comportamenti a rischio non sono solo una cosa da giovani... Ieri sera per curiosità sono andato anch'io a vedere su Youtube e ho visto un filmato con due anziani che, dalla loro auto in corsa che andava a passo d'uomo, son scesi e cominciavano a fare gli sciocchi, a ballare, per essere ripresi a fare questo... Poveretti, ho detto, il vuoto prende a tutte le età e noi dobbiamo riempirlo questo vuoto, ma come? Come fare per essere considerati?
Mi è venuto un esempio che per me è stato molto importante...
Quando sono entrato in comunità era il 5 ottobre del 1991; il 6 ottobre al mattino i miei compagni mi svegliano alle sei meno un quarto per andare in Chiesa: sapete che fatica?!? In cappellina c'era Fabrizio, il nostro fondatore, che conduceva la preghiera, ma non è stata la preghiera la cosa importante per me quel giorno...
Eravamo quasi una settantina presenti in Chiesa; al termine della preghiera Fabrizio chiedeva al Signore di benedire tutti noi. Ebbene, ... ci ricordava tutti, uno per uno, nome per nome... io ero appena arrivato, e mi sono detto: "adesso non si ricorderà il mio nome, ... Fabrizio l'avrò visto due volte nella mia vita"; eppure ha detto " Signore benedici Ettore" (Ettore era il mio nome prima di diventare Frate Felice). Io sono rimasto folgorato, in quel momento mi sono sentito considerato, una persona viva: è stato l'inizio del mio cammino qui in comunità e l'inizio del cammino del cambiamento nella mia vita...
E' questo che voglio dire ai genitori e a tutti, non considerate il ragazzo un "tossico" e basta, "un alcolizzato" e basta; considerateli per quelli che sono: persone umane, e bisogna aiutarli con l'amore, basta una piccola cosa, anche ricordarli e chiamarli per nome. Pace e bene.