21st International Thrombosis Congress: malattie trombotiche e consumo di alcol
21st International Thrombosis Congress: malattie trombotiche e consumo di alcol
Sono molti gli studi che, nel corso degli anni, hanno dimostrato una correlazione tra dieta mediterranea, (caratterizzata,
come è noto, dal consumo di cibi naturali freschi come verdura e frutta di stagione, cereali, pesce, in particolare
"azzurro", olio di oliva, meglio se extravergine, moderato consumo di vino e limitata assunzione di carne e di grassi
animali) e riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Le più recenti metanalisi presentate al 21st International
Thrombosis Congress in programma a Milano dal 6 al 9 luglio 2010 presso l'Hotel Marriott, presieduto dal Professor Pier
Mannuccio Mannucci, professore ordinario di medicina interna all'Università di Milano e direttore della Clinica Medica presso
la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, consolidano i dati precedenti, introducendo nuovi
elementi di correlazione tra regime alimentare e malattie trombotiche.PUBBLICITÀ GOOGLE
"Ci sono prove che alcuni fattori della coagulazione siano influenzati dall'alimentazione - dichiara il Professor Mannucci -
E' stato, infatti, dimostrato che i PUFA n-3 (omega-3) esercitano effetti positivi sulla funzione delle piastrine. Nonostante
le evidenze dirette dei benefici dei MUFA (acidi grassi monoinsaturi) nei confronti del sistema della coagulazione non siano
ancora disponibili, la maggior parte degli studi sulle malattie trombotiche suggeriscono che la dieta di tipo mediterraneo,
abbia tutti i requisiti per diminuire il rischio di trombosi".
Nel loro complesso gli elementi della dieta mediterranea hanno un ruolo positivo sulla normale fisiologia dell'organismo,
aiutano a mantenere funzioni metaboliche equilibrate, e ciò è particolarmente utile nella prevenzione dell'obesità e del
soprappeso. Un aspetto, poi, particolarmente importante è rappresentato dalla elevata capacità che molti componenti della
dieta mediterranea hanno, nel contrastare, attraverso l'elevato contenuto di vitamine e antiossidanti, l'azione dei radicali
liberi che, se in eccesso, danneggiano le membrane cellulari e il DNA, alterando le funzioni cellulari e le informazioni
genetiche.
Ulteriori consensi, dalle sessioni scientifiche del Congresso di Milano, per un consumo moderato di vino (al massimo 2
bicchieri al giorno), al quale è attribuita una funzione protettiva nei confronti della trombosi venosa, dal momento che
permette una riduzione dei livelli di fibrinogeno e fattore VII, oggi considerati marker di rischio cardiovascolare.
Proprietà che non sembrano avere, al contrario, i superalcolici.
L'alcol è stato protagonista anche del simposio "Dietary habits and cardiovascular risk" nel corso del quale Augusto Di
Castelnuovo, dell'Università Cattolica di Campobasso, ha esposto in anteprima i dati complessivi relativi al consumo moderato
di alcol nella prevenzione cardiovascolare secondaria. Bere alcol moderatamente è risultato un ottimo strumento per evitare
l'insorgenza di nuovi eventi cardiovascolari ischemici in pazienti colpiti da ictus o infarto. I numeri sono decisamente
incoraggianti: 20 percento di rischio in meno, cioè un evento risparmiato ogni cinque.
Il pesce continua a mantenere un profilo positivo nella prevenzione delle patologie trombotiche, anche se, un recente studio
dell'Università di Tromsø in Norvegia associa la riduzione di eventi trombotici con il regolare consumo di pesce, in misura
maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
Cinque o sei tazzine di caffè al giorno, infine, sarebbero in grado di ridurre del 35% il rischio di trombosi venosa, mentre
il cioccolato fondente ha un ruolo significativo nell'aumentare l'effetto anti aggregante dell'aspirina.