Alcohol and Alcoholism: perché le bollicine fanno ubriacare di più
Perché le bollicine fanno ubriacare di più?
C'è una precisa ragione scientifica, e c'entra anche la forma dei calici da champagne
Prosecco e champagne sono infidi, si sa. Ne bevi un bicchiere o due e ti senti molto più stordito di quanto avevi previsto. Sai che se avessi bevuto la stessa quantità di vino rosso, ad esempio, non ti girerebbe nemmeno la testa, e la gradazione alcolica è molto simile. Dunque qual è il segreto dell'euforia contenuto nelle bollicine? Si tratta solo di suggestione o per qualche motivo ubriacano di più e più in fretta?
Le cose stanno proprio così, e c'è una motivazione scientifica. Uno studio pubblicato su Alcohol and Alcoholism dimostra che il colpevole è una sostanza chiamata acido carbonico (H2CO3), una combinazione di anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O) che si trova anche nell'acqua gasata.
I ricercatori hanno diviso 12 volonari in due gruppi: alla metà di loro è stato fatto bere dello champagne, all'altra metà la stessa bevanda che però era stata precedentemente scossa a lungo in modo da sgasarla. A ciascun soggetto è stata fatta assumere esattamente la stessa quantità di alcol: 0,6 grammi per chilo di peso corporeo.
Al momento dell'alcol test, effettuato 5 minuti dopo aver bevuto, la sorpresa: i soggetti che avevano bevuto lo champagne con le bollicine avevano un tasso etilico di 0,54, le loro controparti "sgasate" di solo 0,39 . Non si tratta quindi di una semplice differenza di percezione: le bollicine in effetti fanno assorbire l'alcol più in fretta.
L'acido carbonico, secondo i ricercatori, è quello che fa aumentare la permeabilità delle biomembrane. Ha l'effetto di stimolare la circolazione sanguigna nelle mucose, quali lo stomaco, l'intestino e la cavità orale. Di conseguenza l'alcol viene assorbito in maggiore quantità.
(.-..omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.esquire.com/it/lifestyle/food-e-drink/a22744765/bollicine-champagne-prosecco-alcol-ubriachi/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)