Alcohol Prevention Day: considerazioni sugli stili di uso e consumo
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Sotto i 16 anni, bevete meno alcol
Sotto i 16 anni bisogna bere meno vino o comunque alcolici. E' l'esortazione fatta dall'Istituto Superiore di Sanità e
sottolineata in una relazione. Fuori da ogni pregiudizio. Anzi con il conforto e proprio con riferimento ai dati forniti
dall'Istituto italiano di statistica e da fonti europee, non specificate.
Talché il direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps e direttore scientifico dell' Apd Emanuele Scafato ha
dichiarato, convinto: "Preoccupano in particolare le preadolescenti.Tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici
nettamente superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella
registrate per tutte le classi di età esaminate". Osservazione severa. Anche in considerazione del fatto che nel trascorso
decennio il consumo di alcol è stato uniforme. Invece, è cambiato il meccanismo: dall'abitudine di bere vino o alcolici
durante e dopo i pasti, con lo sguardo alla quantità mai esagerata, si è passati all'assunzione durante gli incontri al bar
ed anche nei night. Nuovi orientamenti che devono preoccupare, non soltanto i personaggi impegnati. Il problema deve essere
chiaro ai genitori che hanno tutto l'interesse di tentare - per quanto possibile - di evitare che la tendenza si radicalizzi
nei giovani. Sarà còmpito arduo. E' intuibile. Ciò nonostante, è tentativo da compiere.
Per convincersi della necessità di intervenire, è sufficiente tenere presente i dati divulgati in occasione dell'Alcohol
Prevention Day. L'Osservatorio del Ministero della Salute, "Passi" ha messo a disposizione il rapporto 2010, con un capitolo
dedicato al consumo di alcol e un nuovo capitolo con l'approfondimento su alcol e guida. Si aggiunge anche una nuova sezione
sugli indicatori di Passi. Nel rapporto si sostiene che la maggioranza degli italiani non beve alcol (43%) o beve
moderatamente (39%). Tuttavia, si stima che più di un adulto su sei abbia abitudini di consumo considerate a rischio per
quantità o modalità di assunzione. Il punto dolente è proprio espresso in termini chiari. A titolo di semplice constatazione,
il rapporto segnala ancora: un'area suscettibile di grandi miglioramenti è quella del rapporto con medici e operatori
sanitari, la cui attenzione a promuovere consumi moderati e a basso rischio è ancora assai limitata. Linguaggio alquanto
vago, giacché non lascia intendere se l'intervento caldeggiato sia urgente o possa essere accarezzato come un'eventuale
soluzione.
Per quanto riguarda alcol e guida: una minoranza (il 10% dei guidatori non astemi), piccola ma consistente, mette ancora a
rischio la vita propria e quella degli altri guidando anche quando è sotto l'effetto dell'alcol. I controlli sistematici con
etilotest sono uno strumento di provata efficacia, ma risultano ancora poco diffusi. Altra pillola di saggezza lanciata in
mezzo al mucchio. L'accolga chi vuole.
Intanto, nel corso dell'Alcohol Prevention Day, "celebrato" - quasi fosse un processo - ai primi del corrente mese, è stato
lanciato anche un messaggio forte: "è a rischio il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dell'età legale (16
anni), valori che dovrebbero essere pari a zero e che invece identificano circa 475.000 minori che hanno adottato almeno un
comportamento a rischio alcol-correlato".
Come non credere alla denuncia pubblica e come non rimanerne impressionati. Tanto più che l'annuncio è stato... condito con
alcuni particolari convincenti. Se da un lato è aumentato il numero di chi beve alcolici fuori pasto - è stato osservato -
nel frattempo non sembra diminuire il numero di italiani che bevono fino ad ubriacarsi, praticando il cosiddetto binge
drinking. L'espressione presa a modello dalla lingua inglese sottende "il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche
in un'unica occasione e in breve tempo". Cui è seguita la rivelazione: per quanto siano sempre gli uomini a bere di più, il
fenomeno riguarda anche il gentil sesso. Del quale si apprende un particolare: le percentuali delle consumatrici di alcolici
fuori pasto minorenni sono equiparabili a quelle dei loro coetanei e l'incremento maggiore rispetto al 1999 si registra tra
le consumatrici 25-44enni (+45,2%).