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News di Alcologia

Alcol e eccessi sulle Alpi, sciatori inglesi nel mirino

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Ubriachi sulla neve, per gioco o per davvero. Giovani nudi ricoperti di cioccolata o sugo, pose erotiche, palle di neve

innaffiate di urina e ingurgitate. «Animal House» nelle scorse settimane si è trasferito in val Thorens, nella Savoia

francese, a pochi chilometri dal confine con l'Italia, destando grande scalpore anche tra chi è abituato agli «eccessi» delle

settimane bianche.
Questa volta i protagonisti non sono gruppi-vacanza del sottoproletariato britannico o associazioni goliardiche scozzesi che

- sempre in numero minore per la crisi - arrivano sulle Alpi per poche centinaia di sterline, ma gli studenti delle

Università di Oxford e di Cambridge, tradizionale culla della «ruling class», ovvero la classe dirigente d'oltremanica.

Durante il tradizionale «Varsity Trip's Valley Rally», raduno che si tiene ogni anno dal 1922, gli studenti dei due

prestigiosi atenei - come raccontano gli abitanti di Val Thorens - hanno avuto modo di sbizzarrirsi: nella giornata finale

hanno interpretato a loro modo un concorso (con in palio una settimana bianca in Austria) che prevedeva varie prove tra cui

mangiare palle di neve, rompere uova o posare per fotografie avventurose. La loro versione del gioco non è però passata

inosservata. Troppo persino per lo sponsor del raduno, che ha già annunciato di non volere rinnovare l'accordo.
Ma non è l'unico caso di eccessi - spesso dovuti all'alcool - che avvengono in questo periodo sulle Alpi e che hanno come

protagonisti sciatori del Nord Europa. Eccessi che a volte finiscono in tragedia, tanto che lo stesso Governo inglese è sceso

in campo attraverso il ministero degli Esteri tappezzando aeroporti, uffici turistici, bar e ristoranti di poster in cui si

evidenziano i rischi di sciare in stato di ubriachezza.
Episodi divertenti e aneddoti, da una parte e dall'altra del Monte Bianco, abbondano. Soprattutto nel rito dell'apres-ski

quando gli sciatori si ritrovano nelle baite prima di rientrare a valle. Per esempio l'anno scorso alcuni inglesi rubarono un

astice vivo dall'acquario di un ristorante e lo portarono a spasso sulle piste prima di abbandonarlo in mezzo alla neve. Non

mancano poi le cadute dalle seggiovie, i fuoripista in zone a rischio valanghe, le discese in mezzo ai boschi, che spesso si

concludono con l'intervento del Soccorso alpino. Solo nel 2010 in 262 sono finiti al pronto soccorso di Aosta (79

ricoverati), la maggior parte con traumi accidentali (64%).