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Alcol e guida: stretta dall'Europa per l'emergenza alcol

Alcol e guida: stretta dall'Europa per l'emergenza alcol

Quasi la metà degli incidenti è provocata da eccessi nel bere
MICHELE FENU
TORINO. «Soffi, soffi forte per sei secondi». Il cortese gendarme in divisa blu aspetta con calma l'esito del test. Prima mi

ha fatto vedere l'etilometro elettronico (che segnava zero-zero-zero) e il piccolo dispositivo in plastica che mi ha fatto

dissigillare dal suo involucro. Un attimo, poi mi sorride: «Zero-zero-zero, bene, bonne route». In un minuto l'operazione è

completata.
E' la prima volta, in tanti anni, che mi capita di essere sottoposto a un controllo del genere. Alle tre di un pomeriggio

qualunque, all'uscita di un porticciolo ricco di ristorantini vicino a Nizza. Siamo in Francia, naturalmente, dove gli esami

anti-alcol sono a tappeto e non si svolgono soprattutto di sera o nei week-end davanti alle discoteche. Avessi sgarrato

lievemente (da 0,05 a 0,08) mi sarei preso una multa di 135 euro, se poi avessi alzato il gomito in maniera più pesante, beh

le conseguenze sarebbero state davvero gravi: dal ritiro immediato della patente più 4.500 euro, fino alla confisca del

veicolo.
Quello dell'alcol è un problema sempre più grave in Europa: l'allarme è generale, si corre ai ripari e si auspica un Codice

europeo della Strada. Secondo uno studio Aci è la causa di quasi la metà degli incidenti stradali, tra il 40 e il 55% a

seconda dei Paesi. L'Italia, in teoria, si colloca tra gli Stati più virtuosi (nel 2008 si registrarono 16,6 sinistri ogni

100 mila veicoli circolanti contro i 42,1 della Germania) ma la tendenza è in crescita.
Purtroppo è difficile avere dati statiscamente omogenei perchè limiti, controlli, rilevamenti sono diversi. Se da noi il

limite da non superare è 0,50, come in Francia, Germania, Spagna e via discorrendo, in altri Paesi si sale a 0,80 (Gran

Bretagna) e in altri si scende allo 0,20 (Norvegia, Svezia) o addirittura alla tolleranza zero (Slovenia, Romania). In ogni

caso la stragrande maggioranza degli ubriachi al volante è di sesso maschile (da noi uno su dieci mentre uno su tre ha meno

di 28 anni), ma è in crescita la «partecipazione» femminile. L'emergenza piomba come una mazzata di notte e nei fine

settimana: il 58% degli incidenti in Italia causati da ebbrezza avviene tra le 22 e le 7 del mattino e il 54% nei week-end.
Sull'onda di tante tragedie, anche nel nostro Paese è arrivata una stretta con il nuovo Codice della Strada, cui il Senato ha

già dato via libera, ma le norme più severe possono essere vanificate senza un'adeguata opera di educazione, basata sul

principio «Chi guida non beve», e senza un'adeguata opera di vigilanza. Questa si è via via rinforzata (i controlli sono

aumentati del 460% negli ultimi tre anni, superando quota 1,4 milioni) ma non basta. Si pensi che finora sono stati «testati»

solo il 4% dei guidatori e che ci sono solo 1,7 etilometri per provincia.
Il tutto tra molte polemiche. Demonizzare il bere è sciocco, ma è inutile piangere su tanti terribili incidenti se non si

interviene con decisione. Bere si può, e magari fa anche bene, ma non quando ci si mette poi al volante.