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Alcol, in Italia oltre tre milioni a rischio

Alcol, in Italia oltre tre milioni a rischio

RIMINI. Due novità al 26esimo raduno nazionale di Alcolisti Anonimi (AA) che si è concluso qualche giorno fa a Rimini: la

festa per i 75 anni di vita dell'associazione e la presentazione di un'indagine interna, condotta su 1400 alcolisti anonimi

di tutta Italia da Enzo Becchetti, ricercatore economista ed esperto di comunicazione di Roma. Spiega Becchetti: «I risultati

dell'indagine si riassumono in quattro punti. In primo luogo l'alcolismo si annida nella normalità della vita delle persone:

famiglia e lavoro. Si tratta di persone con una cultura medio alta, spesso con grosse responsabilità nella società. «Il

secondo punto riguarda come arriva l'alcolista ad AA. Prosegue l'esperto: «Attraverso la famiglia e la rete di amici, che

cercano di salvare la persona dall'autodistruzione. Molto meno attraverso i servizi pubblici, i medici, gli ospedali» Dall'

alcol si esce con l'autoaiuto (terzo punto), con grandi risultati e poche ricadute. Conclude Becchetti: «Infine, l'alcolista

ha bisogno di ricostruire il senso della vita, appoggiandosi alla forza del gruppo, dove non si sente giudicato, ma accettato

con amore. Da lì rinasce il progetto di recuperare le relazioni famigliari, sociali e lavorative. La forza del gruppo è

quella che dà all'alcolista la spinta per guarire». Da qui l'allarme: in Italia ci sono 3milioni di alcolisti a rischio, Ogni

anno muoiono a causa dell'alcol 30mila persone e nessuno ne parla, non solo per vergogna o interessi economici, ma per le

grandi difficoltà che s'incontrano a uscirne.
L'associazione alcolisti anonimi nacque nel 1935 negli Stati Uniti, con il metodo dell'autoaiuto. In Italia è attiva dal

1972, con 500 gruppi per un totale di 10mila persone. Nel mondo sono 2milioni gli alcolisti in recupero, secondo il programma

dei 12 passi (autoaiuto e valori spirituali), in 100mila gruppi sparsi in 170 Paesi. Ma come ci si salva dall'alcolismo?
Risponde Alberto T. segretario nazionale: «Smettere di bere dapprima è una stretta necessità. Ma non è sufficiente. Riteniamo

che per un alcolista che desideri essere sobrio e non solo astinente sia importante riscoprire il senso spirituale della

vita».