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Alcol, indagine Istat 2011: meno vino e più cocktail, soprattutto tra adolescenti

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Alcol, indagine Istat 2011: meno vino e più cocktail, soprattutto tra adolescenti

di Francesco Guarino


È stato diffuso oggi il rapporto Istat "L'uso e l'abuso di alcol in Italia" e i dati da esso estratti sono da analizzare sotto diverse chiavi di lettura, molto spesso contrapposte. Il dato di apertura è un calo nel consumo generale degli alcolici, al quale corrisponde però un aumento della percentuale di consumo lontano dai pasti.

 

QUANTITA' CONSUMI - Nel 2011, si legge, la quota di persone di 14 anni e più che bevono alcolici e' pari al 66,9%, stabile rispetto all'anno precedente ma in diminuzione rispetto a 10 anni prima (72%). In netto calo il consumo di alcol giornaliero: tra il 2001 e il 2011, la quota di coloro che consumano bevande alcoliche tutti i giorni scende dal 34,8% al 26,7%. In aumento, per l'appunto, la quota di quanti dichiarano di bere alcolici fuori dai pasti: 27,7%, registrando un incremento rispetto al 24,9% registrato nel 2001.

Non va sottovalutata la forte crescita del consumo di alcol fuori pasto tra gli adolescenti. Se nel 2001 consumava alcolici fuori pasto il 15,5% dei 14-17enni, nel 2011 la quota si attesta al 18,8%, con una crescita piu' evidente tra i maschi (dal 17,2% nel 2001 al 22,8% nel 2011).

 

TIPOLOGIA CONSUMI - Diminuisce chi consuma solo vino e birra e rimane invariata la quota di chi consuma anche altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici. I cambiamenti nel tipo di bevanda consumata hanno interessato in misura maggiore le donne rispetto agli uomini e prevalentemente i giovani e gli adulti fino a 44 anni, in misura minore gli adulti di 45 anni e più. Va rilevato l'aumento del consumo di altri alcolici soprattutto nelle fasce di età più giovani (tra i 18 e i 24 anni), in particolare per le donne. Il consumo di queste tipologie di alcolici, inoltre, ha spesso un carattere piu' occasionale ed è effettuato al di fuori dai pasti.

Si è praticamente dimezzato negli ultimi 30 anni in Italia il consumo di vino, che è sceso a meno di 40 litri a persona per un totale inferiore ai 21 milioni di ettolitri. «Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, è stato accompagnato - sottolinea la Coldiretti - dalla preoccupante crescita fra i giovani e gli adulti dell'abitudine al consumo di superalcolici, aperitivi e amari lontano dai pasti e con frequenza occasionale al posto del vino».

 

RISCHIO ALCOL - Nel 2011 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio sono 8 milioni e 179 mila, di cui 6 milioni e 237 mila maschi e 1 milione 942 mila femmine. Rispetto al 2010 le persone con almeno un comportamento a rischio presentano una riduzione significativa, pari a circa un punto percentuale. Questa si osserva principalmente tra i maschi e tra coloro che risiedono nelle regioni dell'Italia Nord-orientale e meridionale. La diminuzione si deve principalmente alla riduzione nella quota di chi ha l'abitudine al binge drinking (bere ripetutamente in modo compulsivo fino ad ubriacarsi) che passa dal 8,3% al 7,5%.

I giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta. In particolare, il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del binge drinking (21,8% dei maschi e 7,9% delle femmine), che rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo e che è ormai in questa fascia di popolazione un'abitudine consolidata.

Francesco Guarino


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)