338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Alcol: la proposta di Coldiretti contro il limite fisso e il commento di Emanuele Scafato

cufrad news alcologia alcol alcolemia vino etilometro Emanuele Scafato Coldiretti

L'attacco contro la guida in stato d'ebbrezza è stato sferrato duramente dal nuovo Codice della strada, in vigore da agosto:

quasi per tutti, resta il limite di mezzo grammo di alcol per litro di sangue; per i neopatentati (ossia per chi ha la

patente da meno di tre anni), tolleranza zero, e divieto assoluto di bere alcol prima di guidare; etilometri obbligatori nei

locali aperti anche dopo la mezzanotte. Ma i produttori di vino, in Italia, hanno sempre attaccato questa legge, parlando di

"criminalizzazione" del buon bere. E adesso scende in campo a protestare anche la Coldiretti, preoccupata dal crollo dei

consumi, già arrivato a -15% nei ristoranti, parlando di "sindrome da etilometro".
A OGNUNO IL SUO
La Coldiretti si spinge più in là, e lancia una proposta particolare: un certificato medico personale per attestare il grado

di tollerabilità individuale al consumo di vino. Un'idea che si basa su alcuni studi (come quello del direttore del reparto

di gastroenterologia dell'ospedale Maggiore di Novara, Mario Del Piano), secondo cui "non è automatico che chi viene scoperto

con un livello di 0,51 sia ubriaco. Molti consumatori con quella concentrazione restano sobri, perché abituati al consumo di

vino". Una questione non solo di abitudini, ma anche di "famiglia e popolo a cui appartengono". Chi tollera meglio il vino

produrrebbe, stando a Del Piano, "l'enzima che tratta l'alcol in maniera doppia rispetto ad altri". Invece, i "veri nemici

della sicurezza sono i superalcolici e gli 800mila ragazzi sotto i 16 anni che li consumano".
TESI AZZARDATE
Non ci permettiamo di contestare la validità scientifica della tesi di Del Piano. Tuttavia, un certificato medico individuale

aprirebbe le porte a notevoli problemi: dal tipo di misurazione utilizzata per emanare il certificato stesso, alla durata di

quell'attestato (oggi magari un soggetto tollera mezzo grammi di alcol per litro di sangue, fra qualche mese non più), fino

alle proteste di chi si vede assegnare una soglia bassa. Con possibili ricorsi per disuguaglianze legislative. Senza

considerare che potrebbe saltare fuori anche uno studio sui superalcolici, secondo cui serve un certificato di tollerabilità

anche per questi ultimi...

IL COMMENTO DI EMANUELE SCAFATO dal blog di OMNIMOTO
Quali sono le evidenze scientifiche ?
I riferimenti scientifici a cui si fà riferimento a sostegno della tesi proposta non trovano conferma nella comunità

scientifica.
La Società Italiana di Alcologia (SIA) ma anche le Società scientifiche dei nutrizionisti hanno da anni condiviso che appare

non supportato da alcuna evidenza scientifica la possibilità di sostenere a livello di popolazione un approccio discriminante

che collida con l'esigenza di tutelare salute e sicurezza individuale e collettiva. Le tabelle alcolemiche affisse nei locali

dimostrano esplicitamente che la variabilità individuale al consumo di alcol è estremamente elevata e che, per la complessità

delle variabili coinvolte, non può essere generalizzabile. Gli stessi valori di alcolemia possono, a parità di quantità

consumate, variare nello stesso individuo in funzione delle condizioni fisiologiche che non potranno MAI essere oggetto di

certificazione come atto medico- legale. La SIA si rende ovviamente disponibile a qualunque confronto pubblico in cui le tesi

possano essere oggetto di verifica e di discussione nella convinzione che messaggi generici non ispirati alla precauzione

possano risultare lesivi delle salute e della sicurezza individuale e colettiva.
Emanuele SCAFATO