Alcol: la proposta di Coldiretti contro il limite fisso e il commento di Emanuele Scafato
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L'attacco contro la guida in stato d'ebbrezza è stato sferrato duramente dal nuovo Codice della strada, in vigore da agosto:
quasi per tutti, resta il limite di mezzo grammo di alcol per litro di sangue; per i neopatentati (ossia per chi ha la
patente da meno di tre anni), tolleranza zero, e divieto assoluto di bere alcol prima di guidare; etilometri obbligatori nei
locali aperti anche dopo la mezzanotte. Ma i produttori di vino, in Italia, hanno sempre attaccato questa legge, parlando di
"criminalizzazione" del buon bere. E adesso scende in campo a protestare anche la Coldiretti, preoccupata dal crollo dei
consumi, già arrivato a -15% nei ristoranti, parlando di "sindrome da etilometro".
A OGNUNO IL SUO
La Coldiretti si spinge più in là, e lancia una proposta particolare: un certificato medico personale per attestare il grado
di tollerabilità individuale al consumo di vino. Un'idea che si basa su alcuni studi (come quello del direttore del reparto
di gastroenterologia dell'ospedale Maggiore di Novara, Mario Del Piano), secondo cui "non è automatico che chi viene scoperto
con un livello di 0,51 sia ubriaco. Molti consumatori con quella concentrazione restano sobri, perché abituati al consumo di
vino". Una questione non solo di abitudini, ma anche di "famiglia e popolo a cui appartengono". Chi tollera meglio il vino
produrrebbe, stando a Del Piano, "l'enzima che tratta l'alcol in maniera doppia rispetto ad altri". Invece, i "veri nemici
della sicurezza sono i superalcolici e gli 800mila ragazzi sotto i 16 anni che li consumano".
TESI AZZARDATE
Non ci permettiamo di contestare la validità scientifica della tesi di Del Piano. Tuttavia, un certificato medico individuale
aprirebbe le porte a notevoli problemi: dal tipo di misurazione utilizzata per emanare il certificato stesso, alla durata di
quell'attestato (oggi magari un soggetto tollera mezzo grammi di alcol per litro di sangue, fra qualche mese non più), fino
alle proteste di chi si vede assegnare una soglia bassa. Con possibili ricorsi per disuguaglianze legislative. Senza
considerare che potrebbe saltare fuori anche uno studio sui superalcolici, secondo cui serve un certificato di tollerabilità
anche per questi ultimi...
IL COMMENTO DI EMANUELE SCAFATO dal blog di OMNIMOTO
Quali sono le evidenze scientifiche ?
I riferimenti scientifici a cui si fà riferimento a sostegno della tesi proposta non trovano conferma nella comunità
scientifica.
La Società Italiana di Alcologia (SIA) ma anche le Società scientifiche dei nutrizionisti hanno da anni condiviso che appare
non supportato da alcuna evidenza scientifica la possibilità di sostenere a livello di popolazione un approccio discriminante
che collida con l'esigenza di tutelare salute e sicurezza individuale e collettiva. Le tabelle alcolemiche affisse nei locali
dimostrano esplicitamente che la variabilità individuale al consumo di alcol è estremamente elevata e che, per la complessità
delle variabili coinvolte, non può essere generalizzabile. Gli stessi valori di alcolemia possono, a parità di quantità
consumate, variare nello stesso individuo in funzione delle condizioni fisiologiche che non potranno MAI essere oggetto di
certificazione come atto medico- legale. La SIA si rende ovviamente disponibile a qualunque confronto pubblico in cui le tesi
possano essere oggetto di verifica e di discussione nella convinzione che messaggi generici non ispirati alla precauzione
possano risultare lesivi delle salute e della sicurezza individuale e colettiva.
Emanuele SCAFATO