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Aspetti neurobiologici del disturbo di personalità borderline

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Aggressività impulsiva e da irritazione, comportamento suicidario impulsivo, personalità instabile, alcuni tipi d'abuso d'

alcool, abuso di sostanze farmacologiche, comportamento omicida su base impulsiva, possono essere analizzati come prodotti di

un'interazione di sistemi neurobiologici di personalità. In senso più ampio, possiamo dire che la struttura del comportamento

riflette l'esistenza di sistemi neurocomportamentali-emozionali, che determinano e motivano esperienze emotive soggettive ed

espliciti pattern di comportamento in risposta a particolari classi di stimoli.
Uno dei sistemi neurocomportamentale-emotizionale più usati è il BFS (Behavioral Facilitation System - Sistema di

facilitazione comportamentale). Si tratta di un sistema emozionale caratterizzato da una motivazione di tipo incentivo-

gratificazione e da sentimenti soggettivi di desiderio e positività che attivano l'anteropulsione e il comportamento di

ricerca quale mezzo per soddisfare il bisogno di cibo, partner sessuali, interazione sociale, rifugio, ecc...Il BFS ha quindi

la funzione di mettere il soggetto in contatto con quella classe di stimoli facilitatori condizionati e incondizionati che

implicano una gratificazione e dai quali è pertanto attivato.
Nei disturbi borderline potrebbero avere un ruolo importante la serotonina, la noradrenalina e la dopamina.

Lo scarso funzionamento del sistema serotoninergico ha tre principali conseguenze.

- L'instabilità emotiva.

- Risposte esagerate a stimoli che inducono una facilitazione di tipo dopaminergico (verso cioè i comportamenti di tipo

incentivo-ricompensa).

- Irritabilità-ipersensibilità di fronte alle perturbazioni ambientali e a diversi stimoli, compresi quelli tattili, uditivi

e visivi.

La serotonina ha un'influenza di tipo tonico sugli effetti facilitatori mediati dalla dopamina sull'inizio dell'attività

locomotoria, sull'attività esplorativa in ambienti nuovi, sulla risposta alla ricompensa, sull'aggressività e sulla

reattività emotiva in generale. Animali ed essere umani con bassi livelli di serotonina sono generalmente descritti come

emotivamente iperattivi o labili nella gran parte dei contesti di tipo incentivo-ricompensa. I ricercatori hanno inoltre

notato una reattività eccessiva sia in animali sia in esseri umani con bassa attività serotoninergica, nei confronti di

qualsiasi forma di stimolazione, anche di bassa intensità. E' come se l'individuo possedesse una sensibilità particolare agli

impulsi sensoriali, che lo porterebbe ad una condizione d'irritabilità cronica.
Numerosi studi hanno dimostrato anche un forte legame tra l'aggressività su base irritativa e d'attacco e vari indicatori di

bassa attività serotoninergica.
Bassi livelli di funzionalità serotoninergica sono stati correlati, inoltre, con il comportamento suicidario. In questo caso

il ridotto livello di serotonina non sembra indice di uno stato depressivo o del suicidio in generale, ma piuttosto è

correlato al cosiddetto "comportamento suicidario violento", dove i metodi scelti sono soprattutto la precipitazione da

luoghi alti, le armi da fuoco, le armi bianche, l'avvelenamento da gas e il taglio longitudinale dei polsi.
L'attività noradrenergica a livello del locus coeruleus modulerebbe l'"emotività negativa". Essa è costituita da tutti quei

tratti che sono in grado di evocare esperienze soggettive legate ad emozioni negative, tra cui rabbia e ostilità, depressione

e ansia, alienazione e maggiore sensibilità allo stress provocato da circostanze esterne. L'emotività negativa possiede un'

influenza genetica notevole, poiché è un sistema d'allarme che produce un diffuso stato di affetto negativo che serve a

motivare la direzione dell'attenzione in condizioni d'insicurezza ambientale. Blizzard (1988) ha proposto che un tratto

accentuato di emotività negativa potrebbe essere correlato ad una bassa attività del locus coeruleus. Questo produce due

effetti principali:

- Incapacità cronica a distinguere tra stimoli rilevanti e irrilevanti, pericolosi e innocui. Questa costante incertezza nei

confronti dell'ambiente causa una sovrattivazione del sistema generando una soggettiva sensazione negativa di disagio,

minaccia indefinita, paura anticipatoria.

- Aumento dell'attività fisiologica che accompagna di norma l'attivazione e l'allarme.

Dopamina e serotonina contribuirebbero entrambe a determinare l'abuso di sostanze nei disturbi di cluster B.
Dato che i meccanismi di base che sottostanno alla struttura dopaminergica del BFS sono la sensibilità agli stimoli

incentivo-ricompensa e la particolare suscettibilità ai comportamenti d'autosomministrazione, il BFS determinerebbe una

tendenza ad abusare di sostanze agoniste della dopamina. Queste sostanze avrebbero un effetto d'incentivo-ricompensa e gli

individui caratterizzati da un sistema dopaminergico particolarmente reattivo, con una modulazione serotoninergica della

reattività del sistema dopaminergico estremamente bassa, imparerebbero ad autosomministrarsi tali sostanze in modo da

ottenere una forte sensazione soggettiva di gratificazione. Tra queste sostanze ci sono le droghe psicostimolanti (le

amfetamine, la cocaina), l'alcool e sostanze dolci come il cioccolato. Questi comportamenti sono purtroppo soggetti ad un

processo di sensibilizzazione, per cui si assiste ad un aumento drammatico dell'assunzione di sostanze in seguito ad

esperienze ripetute della stessa dose di sostanze agoniste della dopamina.