Bere o Non Bere? Il vino fa discutere
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Una polemica in puro stile italiano ha acceso gli animi in questi giorni. Era nell'aria da tempo e, adesso, è scoppiata. Da una parte Luca Zaia, ministro delle politiche agricole e alimentari, e, naturalmente, i produttori di vino, dall'altra medici e tecnici che denunciano la pericolosità della guida in stato di ebbrezza. Nel mirino le norme anti-alcool, giudicate dai primi troppo severe. «Due bicchieri di vino non fanno male a nessuno» proclama il ministro. Che, ci sembra chiaro, invita a una maggiore tolleranza, anche perchè i consumi sono calati con inevitabili ripercussioni economiche per il comparto interessato. Dalla tolleranza zero, insomma, alla chiusura di un occhio o, magari, di tutte e due. Una scelta, a nostro avviso, pericolosa, perchè dai piccoli strappi possono derivare disastrose lacerazioni. Bere in modo ragionevole è una gioia e può anche fare bene, ma non è il caso di allentare le briglie (appena messe, sull'onda di innumerevoli tragedie). Sarebbe meglio insistere sulle campagne a favore del «guidatore designato», inculcando nella testa della gente che una sera, a turno, si può fare a meno di gustare il vino (o la birra o gli alcoolici in generale) e riportare a casa, sani e salvi, gli amici che hanno lietamente trincato, contribuendo a salvare i conti dei produttori. Del resto, la tendenza verso normative severissime, che permettano di guidare solo con zero alcool nel corpo, è europea. Un limite ci vuole, altrimenti - sappiamo bene come siamo fatti noi italiani (e non solo) - si ricade nei vecchi guai. E qui non c'entra il fatto che può incappare nelle maglie della legge il guidatore più tranquillo, normalmente buon padre di famiglia, nè c'entra l'essere giovani o anziani, perchè le alterazioni causate da un'eccessiva alzata di gomito riguardano tutti, non soltanto scapestrati bevitori abituali e sono indipendenti dal tipo di bevanda assunto.
Vedremo come andrà a finire nel Paese del buonismo a ogni costo, intanto i costruttori di auto continuano a operare sul tema. Ad esempio, Toyota e Hino Motors stanno effettuando dei test su un sistema sviluppato da Toyota che è in grado di bloccare l'accensione del veicolo quando nell'alito del guidatore viene rilevato un tasso eccessivo di alcool. Il nuovo sistema sarà montato su una serie di camion e di altri veicoli appartenenti a varie società di trasporti giapponesi per verificarne la funzionalità in condizioni reali. Il sistema consiste in un'unità portatile che comprende uno strumento per l'analisi del tasso etilico in grado di rilevare la presenza di alcool in un piccolo campione di alito e una fotocamera digitale che riprende il volto del conducente. Se il test è positivo, il dispositivo può allertare il pilota oppure bloccare l'accensione del veicolo, in base al livello di alcool rilevato. Capito? Ci pare anche molto italiano il fatto di spostare il discorso su altri fattori pericolosi per la guida, come sedativi, antidepressivi e via discorrendo. Giusto, ma, semplicemente, bisognerebbe contemplare anche questa ipotesi nei discorsi sulla sicurezza.