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Bmc Medicine: due fumatori su tre muoiono per le conseguenze del vizio

Bmc Medicine: due fumatori su tre muoiono per le conseguenze del vizio

Due fumatori su tre muoiono per le conseguenze del vizio

Studio australiano: percentuali di mortalità in aumento. Il dato rilevato con un’indagine nel paese delle più forti politiche antifumo: qui solo il 13% della popolazione è ancora dipendente dalla sigaretta


Che fosse una delle principali cause di morte nel mondo, nessuno lo metteva in discussione. Ma che addirittura due fumatori su tre morissero per le conseguenze del fumo di sigaretta, è una conclusione che aggrava le responsabilità del tabacco. A svelare il dato è uno studio australiano pubblicato sulla rivista Bmc Medicine. 


La ricerca, durata quattro anni e guidata dal Centro nazionale di epidemiologia e salute pubblica dello stato oceanico, ha determinato l’impatto (aggiornato) del fumo di sigaretta sui tassi di mortalità. Le conclusioni emerse sono abbastanza forti. Se finora si pensava che un fumatore su due avrebbe pagato il proprio vizio con la vita, oggi le percentuali risultano più alte. A dare sostanza a questo messaggio, oltre ai più di duecentomila over 45 sani osservati, è anche il territorio in cui è stata la ricerca è stata compiuta: l’Australia, nota per essere una terra in cui fuma soltanto il 13% della popolazione, anche in conseguenza delle politiche anti-fumo attuate negli ultimi anni (dalla pesante tassazione allo scarso risalto ai marchi dato sui pacchetti).

 

Non conta, dunque, quanto il vizio sia diffuso. Chi fuma un pacchetto di sigarette al giorno ha un rischio almeno quadruplicato di incrociare anzitempo la morte.

Con soltanto dieci “bionde” al giorno, invece, la probabilità risulta raddoppiata. Dall’indagine è emerso anche che, in linea generale, i fumatori muoiono in media dieci anni prima rispetto ai coetanei poco avvezzi al fumo. 


Rilevando attraverso un questionario le abitudini delle persone arruolate nello studio e i tassi di mortalità riscontrati nel tempo, i ricercatori hanno notato che in due casi su tre le morti erano riconducibili al fumo, con un’incidenza diversa in base al numero di sigarette consumate quotidianamente e al tempo (negli ex fumatori) trascorso dall’ultima boccata.

Risultati paragonabili a quelli ottenuti attraverso altre ricerche condotte in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove il vizio è più diffuso. «Sebbene in Australia la prevalenza dei fumatori sia tra le più basse al mondo, i rischi per chi non riesce a separarsi dalla sigaretta rimangono ugualmente elevati», ha commentato Emily Banks, docente di epidemiologia all’Australian National University di Canberra. «L’aumento dei prezzi del tabacco si è rivelato il mezzo più efficace per ridurre la domanda, ma occorre mettere in campo nuovi deterrenti per ridurre ancora il numero di fumatori», ha affermato Kerry Doyle, amministratore delegato della NSW Heart Foundation. 


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lastampa.it/2015/03/09/scienza/benessere/due-fumatori-su-tre-muoiono-per-le-conseguenze-del-vizio-5baFdYjL2qgZwIhxMmx4xK/pagina.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)