Brescia: nelle scuole contro i pericoli della strada
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Sottoscritta ieri la convenzione tra il Broletto, la Loggia, l'Ufficio scolastico provinciale e l'Associazione dei familiari e delle vittime
Molgora: «Dobbiamo insistere sulle giovani generazioni» Raimondi: «I ragazzi acquisiscono consapevolezza dai fatti concreti»
Prima che studenti e futuri automobilisti, sono giovani che, quando ascoltano la voce di chi ha perso sulla strada un figlio, un fratello o un amico, allora sanno «tirare il freno» alla loro vita veloce. Punta soprattutto all'educazione alla vita la convenzione sottoscritta ieri tra Broletto, Loggia, Associazione Familiari Vittime della Strada (Afvs) e Ufficio scolastico provinciale: quattro firme che valgono 21 mila euro (10 mila a carico della Provincia, suddivisi tra i vari assessorati; 5 mila del Comune e 6 mila dell'Usp), per entrare nelle scuole e dire ai ragazzi che sulle strade si continua a morire.
«ABBIAMO FATTO molto, ma non è mai abbastanza - commenta il presidente della Provincia Daniele Molgora -. E i giovani sono gli interlocutori con cui dobbiamo insistere: sul rispetto del codice della strada, sulla pericolosità di guidare sotto l'effetto di alcol e droghe, sulle conseguenze».
Da anni l'Afvs sale in cattedra per andare a toccare quel senso di responsabilità che troppe volte si dimentica dopo una nottata in discoteca. «Ho parlato con oltre 6 mila ragazzi delle superiori, per una media di 100 incontri all'anno - ricorda il presidente dell'associazione Roberto Merli che ha perso un figlio di 14 anni, falciato da un'auto mentre era a bordo del suo scooter -. Dire loro «Dovete fare o non fare» non è come raccontare «A me è successo questo...». Perchè nessuno è immortale: nemmeno le vittime, loro coetanee, volevano morire. Eppure è successo». L'obiettivo è lasciare il segno, anche con immagini forti: mostrare ai ragazzi, per esempio, cosa può accadere a un bimbo che non siede nel seggiolino, o a un corpo senza cintura di sicurezza, o a un casco non allacciato, in caso di incidente a soli 50 Km/h. «L'importante è che sappiate, dico ai ragazzi - precisa Merli-. Adesso decidete voi».
Anche questa è scuola: di vita. «Ecco perchè l'Ufficio scolastico provinciale aderisce con convinzione, sia per i contenuti che per le modalità del progetto - sottolinea la dirigente Maria Rosa Raimondi -. Se viene a mancare la leva educativa, che ci compete, le sanzioni rischiano di arrivare troppo tardi, vanificando il fine: fare in modo che i ragazzi acquisiscano la percezione di se stessi. Una consapevolezza cioè che non passa solo dalle regole, ma dall'esperienza, dal contatto con la vita e la sofferenza reale, per evitare che i nostri giovani pensino di vivere in un videogioco. Le cose accadono, e a volte segnano un punto di non ritorno. Il nostro compito è formare persone che sappiano quanto pesano il valore di se stessi e il rispetto per gli altri».
QUELLO sulla prevenzione, oltre che sull'intensificazione dei controlli per le strade, è un lavoro che la Provincia di Brescia porta avanti da anni: «E non abbiamo intenzione di fermarci: il punto di forza sta nella costanza - incalza Mauro Parolini, assessore ai LlPp -. Dobbiamo insistere con iniziative strategiche, perchè il 98 per cento degli incidenti stradali dipende da comportamenti scorretti». E non meno importante è agire in rete: «Far rispettare le norme funziona - sottolinea il vicesindaco Fabio Rolfi - ma dobbiamo colpire l'emotività dei ragazzi, sulla posta in gioco».
Una decina le scuole coinvolte: il 23 e 26 novembre l'Associazione Familiari Vittime della Strada entrerà al Cossali di Orzinuovi, il 25 al Falcone di Palazzolo, dall'1 al 11 dicembre al Pastori di Brescia, per poi passare, tra le altre, al Calini.