Campagne antifumo : le scelte «opposte» di Europa e Stati Uniti
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Campagne antifumo : le scelte «opposte» di Europa e Stati Uniti
La Ue gioca sull'esempio «virtuoso» degli ex tabagisti, mentre gli Usa insistono sulle campagne shock
MILANO - In Europa, 650 mila morti l'anno per colpa del tabacco. L'incoerenza italiana. Campagna shock negli Usa. Il Rapporto sul fumo in
Italia 2011, basato sui dati di un'indagine Doxa effettuata per conto dell'Istituto superiore di sanità, lo dice chiaro: degli 11,8 milioni
di fumatori, la percentuale maggiore di maschi si registra tra i 25 e i 44 anni (32,9%), mentre la maggior parte delle donne fumatrici ha
un'età tra i 45 e i 64 anni (25%, appena sopra la fascia 25-44 anni, che registra un 23,7%). Ed è proprio ai giovani dai 25 ai 34 anni, una
categoria che comprende quasi 28 milioni di persone nell'Unione europea, che si rivolge la nuova campagna anti-tabacco dell'Ue avviata da
John Dalli, Commissario europeo responsabile per la salute e la politica dei consumatori. «Gli ex fumatori sono irresistibili» recita lo
slogan fin troppo entusiastico coniato dalle autorità di Bruxelles. I numeri italiani infatti testimoniano che smettere è difficile. Gli ex
fumatori sono 7,8 milioni, contro i 32,3 milioni di non fumatori. Nel 2011 sono però diminuiti i tentativi di smettere di fumare. Il numero
di quelli che ci hanno provato è calato incessantemente dal 2007 (erano il 30,5%) al 2011 (26,7%).
I CONTENUTI - L'iniziativa della Commissione europea prende a modello gli ex fumatori e i risultati che hanno ottenuto, sul piano fisico,
personale e anche finanziario, per "ispirare" chi vuole smettere. «I giovani - spiega Dalli - iniziano a fumare perché pensano che serva a
darsi un contegno, poi continuano poiché il tabacco dà dipendenza. Più di 650.000 persone muoiono annualmente nell'Ue a causa del fumo. Le autorità pubbliche sono chiamate a svolgere un ruolo importante per aiutare i cittadini a spezzare questo circolo vizioso di dipendenza e di morti e malattie evitabili. Ritengo che la campagna possa servire ad aiutare i fumatori a comprendere che hanno tutto da guadagnare se smettono di fumare». La campagna triennale darà dunque rilievo agli aspetti positivi di smettere e farà leva su un mix coordinato di pubblicità, reti sociali, eventi e strumenti pratici per raggiungere i fumatori e aiutarli a dire addio alle "bionde".
IL COACH ELETTRONICO - La Commissione europea ha aperto un sito internet e mette a disposizione l'iCoach. Si tratta di una piattaforma
digitale di orientamento sanitario, ad accesso libero, disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'Ue. A differenza di altri strumenti
sanitari digitali, iCoach si rivolge anche a coloro che non hanno intenzione di smettere o sono a forte rischio di riprendere a fumare. Il
"percorso verso la libertà" dal fumo è strutturato in cinque fasi. Prima di tutto, occorre registrarsi e rispondere a una serie di domande.
Il programma elabora il vostro profilo e vi inserisce in una fase. In ognuna, poi, si ricevono suggerimenti via e-mail, consigli e
informazioni pratiche che dovrebbero consentire di passare alla fase successiva. L'obiettivo di iCoach è proprio quello di passare da una
fase all'altra, facendo leva sulla motivazione. Il risultato non è garantito, ma forse vale la pena di provare. Nonostante i progressi già
registrati, un terzo dei cittadini europei continua a fumare regolarmente e molti di essi continuano a morire a causa di malattie legate al
fumo. Non si tratta soltanto di una tragedia sul piano umano, ma di un importante fattore sanitario e socio-economico poiché grava sui
sistemi della sanità pubblica e priva l'Europa della forza lavoro necessaria per assicurarne la competitività.
POLITICHE INCOERENTI ¬ Di fronte al richiamo della Commissione europea a un ruolo più attivo da parte delle autorità pubbliche nella lotta la tabagismo, vale la pena di riflettere su un paradosso questa volta non solo italiano. Nel 2010 si sono registrati in Italia 71.445 morti attribuite al fumo su un totale di 569.399 decessi totali. Di questi, 40 mila sono per neoplasia polmonare e Bpco (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), 10 mila per altri tumori legati al tabacco, 15-20 mila per malattie cardiovascolari, 5 mila per altre malattie. Ma esiste anche un altro bilancio, quello economico. Il 2010 ha fatto registrare entrate frutto di accise sul tabacco, ovvero delle imposte per la fabbricazione e la vendita di sigarette e affini, pari a 10,5 miliardi di euro e uscite per 7,5 miliardi di euro. Le uscite sono ovviamente rappresentate dalle spese sanitarie sostenute per chi si ammala. I freddi numeri parlano dunque di un bilancio in «attivo» per lo Stato, di quasi 3 miliardi di euro. Ha senso tutto questo?
LA CAMPAGNA SHOCK NEGLI USA - Saranno più efficaci, allora, campagne antifumo come quella appena varata in America? Dal settembre 2012, tutti i pacchetti di sigarette venduti negli Stati Uniti saranno avvolti per metà da sconvolgenti foto sugli effetti della nicotina sulla salute.
Le immagini ritraggono ad esempio un uomo che ha subito una tracheotomia e che fuma attraverso il "buco" sul collo, un malato di cancro ai
polmoni con maschera d'ossigeno per respirare, un paziente a torso nodo con la lunga cicatrice di un'operazione al torace ed orrori analoghi.
Secondo le nuove regole rese note dalla Food and drug administration (Fda), esattamente la metà della superficie dei pacchetti di sigarette
dovrà avere impressa una delle 9 foto scelte da esperti, scienziati e gente comune per convincere i fumatori a smettere ed i giovani a non
iniziare nemmeno. L'obiettivo del governo Usa è riuscire a dimezzare il numero di americani che fuma del 50% entro il 2020: ad oggi 1
cittadino su 5 ha il vizio. «Queste immagini sono raffigurazioni franche, oneste e potenti dei rischi per la salute connessi con il fumo e
incoraggeranno i tabagisti a smettere e i giovani a non iniziare», sottoliena Kathleen Sebelius, responsabile del dipartimento di Salute Usa.
Gli Stati Uniti sono stati la prima Nazione a inserire etichette di avvertimento sui pacchetti di sigarette, ben 45 anni fa. Da allora, 39
Paesi, incluso il Canada e molti stati dell'Unione europea, hanno introdotto "warning" più d'effetto, incluse fotografie eloquenti dei danni
da tabacco. «Questo è un momento critico per fare dei progressi - ribadisce il commissario della Food and Drug Administration, Margaret
Hamburg -, il trend richiede interventi adesso. Per 40 anni il vizio del fumo è diminuito, ma da cinque anni a questa parte la quota di
fumatori si è mantenuta stabile al 20% della popolazione adulta e giovanile». Si tratta della più vasta iniziativa anti-tabacco varata negli
stati Uniti dove, nel 2009, le autorità avevano già proibito l'uso dei termini "light" (leggera) "medium" e "low tar" (a medio e basso
contenuto di catrame), dalle pubblicità delle sigarette. Secondo gli esperti, il fumo è responsabile del 30% delle morti per tumore negli Usa
e costa alle casse pubbliche 100 miliardi l'anno per assistenza medica. I "nuovi" pacchetti di sigarette avranno inoltre stampato il numero
verde da chiamare per ottenere aiuto per smettere di fumare e frasi del tipo: «Le sigarette creano dipendenza», «Fumare uccide», «Le
sigarette provocano il cancro». «Se i consumatori saranno scioccati ben venga - ha commentato il direttore per il controllo dei prodotti del
tabacco della Fda, Lawrence Deyton - perchè gli effetti del fumo sulla salute sono di per sè scioccanti». Ovviamente i magnati del tabacco
R.J.Reynolds, Lorillard e Commonwealth Brands stanno presentando un ricorso legale affermando che le immagini sono «puramente ideologiche».
Ruggiero Corcella
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)