Considerazioni sul consumo di alcolici
Considerazioni sul consumo di alcolici
Come ormai saremo informati, le pene per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti sono state
inasprite con il decreto legge inserito nel "Pacchetto sicurezza" varato dal Governo. Così sulle nostre strade si
intensificano i controlli, appostamenti di polizia stradale pronta alla verifica del classico "palloncino" si incontrano al
ritorno dalle nostre serate estive.
Una volta era soprattutto il sabato sera il ritorno più snervante verso casa, dopo una "nottata lunga e consumistica" nella
speranza di poter serenamente concludere il divertimento smaltendo quei bicchieri sul letto e con un buon sonno. In estate
invece ogni sera sembra sabato, ogni giornata dura qualche ora in più delle normali 24 di ogni altro giorno; il tempo si
dilata (spesso grazie anche agli effetti di alcol e droga) e la mattina sembra che non arrivi mai. E, quando arriva, sembra
sempre troppo presto. Così basta fare un giro semplicemente a San Leone per poter osservare grandi masse indistinte di
ragazzi (e anche ragazze) con bicchieri di plastica dal contenuto variopinto e inebriante, lunghe file di gente ai banconi
dei bar incuranti del tempo di attesa dinanzi a loro che però li condurrà a soddisfare quello che è per alcuni una sete, per
altri un desiderio, per altri ancora una dipendenza.
Classificare l'uso di alcol una malattia non è stato un processo automatico, perchè "il bere" è stato a lungo considerato
semplicemente un "vizio", uno "stile di vita", una forma di "debolezza del carattere". Solo intorno agli anni '40, con la
nascita dei primi gruppi di "Alcolisti anonimi" si è cominciato a delineare il quadro della dipendenza da alcool come una
forma patologica, la cui causa andava ricercata in problemi relazionali, caratteriali ed in disordini comportamentali. Gli
effetti dell'alcol sono differenti. Alcuni, per dosi moderate, possono essere positivi, come l'aumento di fiducia in se
stessi, una sensazione di euforia o di rilassamento, il miglioramento dei processi digestivi e l'effetto protettivo nei
confronti dell'aterosclerosi.
Una fra le motivazioni principali che spinge, soprattutto i più giovani, ad assumere bevande alcoliche, oltre alle pressioni
culturali e dei mass media, è il fatto che l'alcol venga ritenuto in grado di disinibire e facilitare i rapporti e le
relazioni sociali anche nei soggetti più timidi. In effetti l'alcol, come quasi tutte le droghe, grazie anche ai suoi
iniziali effetti euforizzanti è in grado di allentare sensibilmente i freni inibitori ed alterare il comportamento. Tali
alterazioni comportamentali, compromettendo le capacità di giudizio e di critica, rendono però i soggetti più suscettibili
alle critiche ed irritabili, meno propensi ad accettare osservazioni ed a confrontarsi con gli altri, favorendo così il
verificarsi di situazioni di contrasto e conflitto con le persone vicine. Inoltre, l'uso prolungato di alcol può aggravare i
sintomi e gli stati d'ansia e depressione, portando così ad una progressiva compromissione delle relazioni e dei rapporti
sociali.
È difficile, tuttavia, stabilire la dose giornaliera di alcol "innocua", a causa dell'ampia variabilità individuale in
dipendenza del volume e del peso del corpo, del sesso, dell'età, delle abitudini alimentari, dello stato psico-fisico, della
modalità di assunzione, e dell'influenza di fattori ereditari che controllano la capacità di metabolizzazione ed il
funzionamento dei centri nervosi di ricompensa e gratificazione. La dipendenza alcolica inizia quando la quantità di alcol
assunta è maggiore di quella che l'organismo può normalmente metabolizzare.
Queste sono solo piccole pillole di un argomento vasto che dovrebbe essere più diffuso e tenuto in considerazione. A poco
servono le campagne di sensibilizzazione, a niente servono le esperienze negative degli altri per portarci a pensare che
possa capitare a noi, negandole scaramanticamente, ma basterebbe fermarsi un po' se non si vuole rischiare di rovinarsi
l'estate e la vita.