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Disturbi Alimentari e Sessualità: considerazioni

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Disturbi Alimentari e Sessualità

Perchè questo titolo? Perchè il cibo e la sessualità sono due tematiche tra loro in strettissima relazione più di quanto si pensi. Innanzitutto va sottolineato che i disturbi alimentari (come anoressia e bulimia) sono una forma di dipendenza, appunto dal cibo, alla base della quale c’è una motivazione fondamentale quale la ricerca del piacere e la ricerca di sollievo dalle frustrazioni, ovviamente attraverso una modalità disfunzionale. Il cibo e il sesso sono appunto tra i piaceri più belli della vita, alle loro spalle però vi sono significati più profondi il cibo è nutrimento, piacere,  legame sia fisico che emotivo (alla nascita il bisogno di nutrimento attraverso allattamento permette un contatto fisico con la madre), ma anche sociale e familiare. Non a caso nei momenti sociali il cibo è un elemento che ritorna sempre si fanno cene, pranzi per riunire la famiglia o gli amici è quindi un momento di condivisione. Il cibo  non è solo nutrimento ma porta con sé significati molto più profondi,  per tale motivo  i disturbi alimentari non rappresentano solamente un disturbo nella regolazione della quantità di cibo che viene o non viene ingerita, ma sono la comunicazione  di problematiche più profonde e radicate della persona a volte del tutto inconsapevoli, ma che il corpo esprime attraverso questo  rapporto disfunzionale verso il cibo.

Il disturbo dell’Anoressia Nervosa si caratterizza secondo il DSM IV-TR (manuale diagnostico dei disturbi mentali) con il rifiuto a mantenere un peso corporeo al di sopra della soglia minima per età e statura, l’intensa paura di acquistare peso anche quando si è sottopeso, alterazione nel modo di vivere il peso e il proprio corpo che influiscono eccessivamente sull’autostima e amenorrea. Si possono inoltre distinguere due sottotipi: con restrizioni quando il soggetto limita rigidamente l’assunzione di cibo; con abbuffate/condotte di eliminazione  in cui il soggetto oltre alla riduzione del cibo si dedica ad abbuffate e a condotte eliminatorie. Vediamo ora l’aspetto psicologico di tale sintomo. Questa patologia esprime un profondo disagio relazionale con la figura materna, il cibo rappresenta la madre e il rifiuto del cibo rappresenta il rifiuto della madre. In questi casi il legame tra madre e figlia (perchè di solito sono le ragazze a soffrire di questo problema) è un legame troppo invischiante in cui non esistono confini. La madre è una madre invadente e troppo presente nella vita della figlia la quale si trova in un profondo conflitto poiché da una parte si vorrebbe svincolare da questo legame per prendersi la sua indipendenza ma dall’altro non ci riesce poichè se si svincolasse è come se perdesse una parte di sé, proprio per questo legame fusionale e invischiante . Quindi il bisogno di svincolarsi viene vissuto con angoscia, per tale motivo si cerca di rifiutare una madre così oppressiva. Ovviamente tutto questo agisce a livello inconsapevole ed il corpo attraverso il sintomo cerca di esprimere tale sofferenza. Ma cosa c’entra il sesso? Bè come la paziente si relaziona al cibo si relaziona al sesso. La donna che soffre ti tale disturbo è una donna che non si sente tale, non vede la propria femminilità,  non ricerca il piacere sessuale come non ricerca il piacere dato dal cibo, si nega il piacere e il sesso come si nega il cibo. È come una sorta di controllo sulle forme del piacere e quindi acquista potere pensando di non dipendere da questi che invece sono appunto alla base di questa dipendenza castrata.

Per quanto riguarda la Bulimia Nervosa secondo il DSM IV-TR si caratterizza da ricorrenti episodi di abbuffate (almeno due volte alla settimana per tre mesi) in cui il soggetto ingerisce enormi quantità di cibo e successivamente utilizza delle condotte compensatorie per espellere il cibo ingerito (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, attività fisica eccessiva). Inoltre l’autovalutazione della persona è fortemente condizionata dal peso e dalla forma del proprio corpo. In questo caso, a differenza dell’anoressia, la situazione si capovolge completamente. Qui c’è la ricerca di colmare un vuoto ingerendo più quantità di cibo possibile. Alla base c’è una forte alterazione nel vissuto del proprio corpo con il quale c’è un forte distacco poiché non vogliono accettare la loro crescita e il cambiamento, che ne consegue, del proprio corpo (non a casa si manifesta nel periodo dell’adolescenza). C’è un problema legato alla percezione delle emozioni spesso non riescono a riconoscerle e darle il giusto nome, e quelle che esperiscono sono per loro troppo forti e non controllabili come qualcosa che le invade e su cui non hanno potere. Cercano di evitare i vissuti di colpa e vergogna che però si esperiscono subito dopo l’abbuffata. Come si “abbuffano” di cibo si “abbuffano” di amicizie e di sesso, cosa che serve di più a confermare se stesse, che al piacere in sé che ne può derivare. Tali amicizie  non hanno confini l’altro viene inglobato e non separato da sé. Il cibo rappresenta sesso e aggressività, durante l’abbuffata sono in uno stato di forte eccitazione. Si rapportano al sesso nello stesso modo con cui si rapportano al cibo. E ricercano il sesso come ricercano il cibo e le amicizie, per riempire quel vuoto interiore. La sessualità non è agita per la sua essenza piacevole ma per un’ulteriore conferma di se stesse. Sia l’anoressica che la bulimica evitano le relazioni, o meglio evitano relazioni funzionali.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)