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Divieto di vendita delle bevande alcoliche ai minori: riflessioni di un servitore di CAT

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Divieto di vendita delle bevande alcoliche ai minori: riflessioni di un servitore di CAT


Sono Ezio Picco , servitore insegnante nel C.A.T. (Club Alcologico Territoriale) di Villafranca Piemonte, Famiglia appartenente al C.A.T. Di Cumiana in provincia di Torino; dal 5 maggio 1995 ho iniziato il percorso di cambiamento personale di crescita e maturazione mio e della mia Famiglia.


Nel lungo percorso che mi ha visto e mi vede impegnato nell'affrontare, al servizio delle famiglie e della comunità, le problematiche alcol correlate che sono causa di grande disagio a famiglie e comunità, non mi stupisco più della scorretta informazione e della malcelata indignazione a favore una cultura alcolica che permea e invade la vita di ogni giorno di tutte le persone e che, non solo promuove il consumo di bevande alcoliche ma in contrasto con le evidenze scientifiche continua, imperterrita e qui mi riferisco alle lobby dei produttori, a diffondere notizie parziali camuffate come scientifiche che sono solo frutto di un mero calcolo economico e che nulla hanno a che vedere con la salute.


Posso anche comprendere queste posizioni ma quello che proprio non concepisco è la fredda determinazione a nascondere le molte verità che la scienza da molto tempo continua a dire nell'oblio generale.


Giustamente il sig. Davide Cornacchia è preoccupato del calo delle vendite causate da questa legge ma credo che gli esercenti non vendano solo bevande alcoliche ma anche molte altre bevande (aranciate, aperitivi analcolici ecc. .... ).


Sarebbe veramente utile alle persone e alla comunità che questi esercenti riuscissero a trasformare questa apparente mancanza di utili in una nuova risorsa per promuovere stili di vita decisamente più sani e chissà che gli utili, se usando la fantasia per promuovere nuove strade del divertimento , possano essere identici.


Il lavoro che i C.A.T. e le loro associazioni svolgono nel territorio non è proibizionista ma è volto, oltre ad affrontare le problematiche che coinvolgono la famiglia nella sua interezza, ad una costante e corretta informazione sugli effetti e i danni che la bevande alcoliche (vino, birra, aperitivi, amari, superalcolici tanto per intenderci) causano.


Un piccolo dato per iniziare a comprendere la portata del consumo di queste bevande, ma moltissimi altri potrebbero essere portati, nel 2010 il fatturato totale della produzione di bevande alcoliche ammontava a 14,25 miliardi di Euro ( "fonte federalimentare" :cifra imponente che procura lavoro a tante persone ):


I costi che ogni Italiano paga per le problematiche alcol correlate (incidenti, morti, ricoveri, disabilità, ore di lavoro perse ....) ammontano come costi tangibili a 11,5 Miliardi di Euro (fonte O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità) e se assommiamo i costi non tangibili e cioè non monetizzabili e stimati per difetto in 43,5 Miliardi di Euro otteniamo un totale di 55 Miliardi di Euro equivalente al 3,5% del PIL (Prodotto Interno lordo) del nostro paese.


Forse questi dati non divulgati correttamente ma reperibili con facilità nei siti ufficiali possono in qualche modo far riflettere su una realtà che per troppo tempo viene volutamente ignorata sulla pelle delle sofferenze delle famiglie.


Sempre disponibile per promuovere stili di vita sani e liberi da sostanze.


Ezio Picco.

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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)