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E' l'ora dei limiti alcolemici e dei controlli anche in mare

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CINZIA PELUSO È l'ora dei limiti alcolemici e dei controlli anche in mare. Regole e paletti visibili per chi si sposta in barca, che sia un gommone o una nave da diporto. «Finalmente, c'è un piano di prevenzione e vi saranno sanzioni per chi guida in stato di ubriachezza, o sotto l'effetto di sostanze inebrianti o stupefacenti». Raffaele Ranucci, primo firmatario dell'emendamento al decreto Milleproroghe appena approvato dal Senato e che introduce le nuove misure, esulta. Per il senatore del Pd, imprenditore-armatore, è una vittoria rilevante dopo una lunga battaglia, in aula e in commissione, per tutelare il mondo della nautica. Attualmente, è già prevista la sospensione della patente per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti. Le sanzioni sono quindi la vera novità? «Oltre al pagamento della sanzione, oscillante tra i 2066 e gli 8.236 euro, in realtà l'innovazione consiste nei controlli. Bisogna tener conto, infatti, che oggi è possibile guidare un mezzo nautico senza patente. In futuro, però, anche coloro che non hanno l'obbligo del documento dovranno sottostare alle nuove regole. Spetterà al ministero delle Infrastrutture determinare i limiti di tolleranza del tasso alcolico e le modalità per accertare lo stato di ubriachezza. Inoltre, la nuova norma stabilisce la sospensione fino a sei mesi della patente». Dunque, si volta pagina... «Certamente, è stato colmato un vuoto legislativo. Per i conducenti di imbarcazioni da diporto non era previsto alcun divieto di mettersi alla guida in stato di ubriachezza, o sotto l'effetto di stupefacenti. L'assurdo è che si doveva raggiungere sobri il pontile e, poi, in mare si poteva bere senza limiti». Ma una parte del provvedimento riguarda la prevenzione. Un ruolo importante è affidato alle Regioni, è vero? «Sì, perché dovranno disciplinare, tra l'altro, la vendita di bevande alcoliche in mare, con un occhio particolare alle aree più trafficate. Quante volte ci siamo chiesti, infatti, perché nelle località balneari più «in» non c'è nessun controllo sui chioschi-bar in spiaggia, magari affiancati da discoteche frequentatissime dai ragazzi». Lei ha parlato della necessità di prevenire i tanti tragici incidenti estivi tra natanti. Eppure, raramente è stato provato che le cause erano lo stato di ubriachezza o l'assunzione di droghe... «Non è stato provato, ma i sospetti ci sono. E la verità dei fatti potrà venir fuori proprio quando ci sarà questo test alcolemico».