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Effetti dannosi del fumo di sigaretta

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Effetti dannosi del fumo di sigaretta

Gli effetti nocivi del fumo di sigaretta sono ben conosciuti dalle autorità sanitarie tanto che l'organizzazione mondiale della sanità

considera il fumo di sigaretta come un problema sanitario e di rilevante importanza sociale e sta compiendo attualmente un grande sforzo

economico per limitarne i danni, in particolare riguardo ai giovani.
A questo scopo risulta determinante il ruolo dell'educatore sia esso genitore o insegnante, non solo nel dare l'esempio di non fumare, ma

anche nell'illustrare ai ragazzi quali e quante possono essere le conseguenze di un'abitudine così rischiosa per la loro salute.
Esaminiamo brevemente la correlazione esistente tra il fumo di tabacco ed uno dei tumori più frequenti, il tumore polmonare, per analizzare

poi perché e in che modo la sigaretta sia così dannosa per alcuni organi vitali del nostro organismo.
Il tumore del polmone è una neoplasia in costante progressivo aumento in tutti paesi. Fino a pochi decenni fa questo tumore era quasi ed

esclusivo appannaggio del sesso maschile, ma le più recenti statistiche indicano che l'incidenza è in forte aumento anche nelle donne. La

fascia di età maggiormente colpita è tra i 55 e 65 anni, ma non è raro riscontrarne dei casi in soggetti più giovani.

I sintomi
Purtroppo non esiste una sintomatologia del carcinoma polmonare nelle fasi iniziali e questo rende ragione del notevole ritardo con il quale

spesso viene raggiunta la diagnosi.
I pochi i sintomi che il medico ritiene importanti, oltre ad essere riscontrabili in altre comuni malattie dell'albero bronchiale, variano a

seconda della sede di insorgenza del tumore.
Uno dei sintomi più frequenti è costituito dalla tosse, prevalentemente secca, che non ha però nessun carattere particolare che consenta di

differenziarla da quella presente in un bronchitico cronico o in un accanito fumatore, ad eccezione forse dal fatto che essa è

particolarmente resistente agli usuali trattamenti farmacologici a disposizione del medico.
La comparsa di una tosse con i caratteri soprammenzionati dovrebbe quindi indurre ogni individuo, specie oltre i 50 anni a rivolgersi al

proprio medico per una attenta valutazione delle cause che l'hanno provocata.
Altri sintomi assai comuni nella pratica medica ma non costanti nella patologia tumorale polmonare sono la presenza di espettorato, specie se misto a sangue, il dolore toracico e la difficoltà del respiro.
La comparsa improvvisa di uno o più sintomi tra quelli citati consiglia un immediato accertamento e non deve assolutamente indurre a trarre

pessimistiche interpretazioni, dato che come già detto, tale sintomatologia può essere molto più probabilmente l'espressione di affezioni del

tutto benigne.
In conclusione data la mancanza di sintomi iniziali veramente significativi della presenza di un tumore polmonare, una sicura diagnosi è

difficilmente attuabile in questa malattia.

Esiste una prevenzione del tumore polmonare?
La domanda è quanto mai retorica perché se è vero che non conosciamo ancora le cause di molti dei tumori dell'uomo, possiamo affermare con assoluta certezza che il fumo di sigaretta è un fattore strettamente correlato con il tumore del polmone.
Il tabacco fu introdotto in Europa dagli spagnoli nel XVI secolo e sebbene si pensasse che le sue foglie avessero proprietà medicinali, molti

medici sospettavano già allora della potenziale nocività del tabacco.
Essi avevano osservato l'insorgenza di disturbi a carico dello stomaco negli accaniti fumatori e cominciarono a considerare tale sostanza

dannosa anche per il resto dell'organismo, senza poter precisare esattamente quali fossero gli organi interessati.
Si dovette attendere la metà del 1800 per avere la prima vera osservazione epidemiologica, un medico francese osservò come il cancro del

labbro fosse molto più frequente nei fumatori di sigaro rispetto alla popolazione non fumatrice.
Quest'ultima era in pratica del tutto esente da questa forma tumorale.
I primi dati riguardanti il rapporto fumo cancro polmonare risalgono agli anni 30, alcuni medici individuarono nel fumo di sigaretta un

elemento importante per la genesi tumorale polmonare.
Si dovette attendere fino al 1964 quando venne dimostrato finalmente che se un individuo smetteva di fumare il rischio di ammalarsi diminuiva notevolmente.
Purtroppo gli studi condotti negli ultimi anni hanno evidenziato un preoccupante aumento della diffusione del fumo in tutte le fasce sociali

della popolazione. In particolare le donne fumatrici risultano essere sempre più numerose, probabilmente in virtù dei mutamenti del loro

ruolo nell'ambito della società moderna, l'abitudine al fumo, vista erroneamente come simbolo di libertà e di sicurezza, si è estesa anche ai

giovanissimi, dato che la metà circa dei ragazzi sotto i vent'anni è oggigiorno dedica a questa pratica assai poco salutare
A questo proposito bisogna sottolineare che il rischio di sviluppare un tumore polmonare è tanto maggiore quanto più precocemente si è

iniziato fumare.
All'opposto però è stato dimostrato che se un individuo decide di smettere di fumare diminuisce le probabilità di ammalarsi.
Da alcune inchieste risulta che, se si smette di fumare qualunque sia stato prima il proprio modo di fumare, si può constatare una

diminuzione graduale del rischio cancerogeno. Dopo 10 anni dall'interruzione dell'abitudine di fumare il rischio di mortalità per cancro al

polmone torna ad essere molto vicino a quello dei non fumatori.
Sebbene la costituzione chimica del fumo di tabacco sia molto complessa, dato che sono stati isolati da esso circa un migliaio di elementi

sotto forma di piccolissime particelle liquide e solide in sospensione, soltanto quattro gruppi di sostanze hanno una importanza rilevante

dal punto di vista biologico e tossicologico, esse sono: la nicotina, l'ossido di carbonio, sostanze irritanti e il catrame.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)