Enotica: vietare sempre non educa i giovani
Enotica: vietare sempre non educa i giovani
Sono uno degli organizzatori di una manifestazione chiamata "Enotica", che tante polemiche creò in città con la sua ultima
edizione, avvenuta nell'ormai lontano 2004. Da allora ne è passato un pò di tempo, ma il mio sorriso è sempre più amaro
osservando quanto tali polemiche allora fossero inutili. All'epoca ci si lamentò del "decoro violato" della città, perchè 4-5
ragazzi si erano permessi di urinare durante il giorno in qualche angolo della città. Enotica voleva essere una festa di vino
e di musica, regalare sorrisi e allegria.
Qualche errore di sicuro è stato fatto, però si era provato a far passare il concetto "faccio festa, forse bevo anche qualche
bicchiere, ma uso la testa".
Come fanno nel resto d'Europa.
I giovani in Veneto lo spritz lo berranno sempre, e ne berranno sempre di più se nessuno dà loro un'alternativa o gli insegna
una direzione. Da allora niente è stato fatto per "incanalare" la voglia delle persone di aggregarsi e fare festa in un modo
rispettoso, consapevole e sano.
Enotica è stata sostituità con un sua versione "soft", chiamata "Ciocolando", che porta un bell'introito a quei commercianti
che decidono di tenere aperti fino a notte tarda.
Ma i bicchieri volano anche lì, eccome.
Per il resto si vieta, vieta, vieta. Poi si aggiungono gli stranieri, altro problema.
E allora addirittura si arriva a imporre il coprifuoco ai bar in una zona malfrequentata, addirittura si tolgono le panchine,
per eliminare il problema dello straniero delinquente, non gestibile.
Quando invece dovremo ricordarci, sempre, che il piatto simbolo di questa città è lui stesso un piatto straniero.
Ciliegina sulla torta, mesi fa sento dire da un ex-rappresentate della giunta del 2004: «Il problema dell'alcool e degli
schiamazzi a Vicenza noi l'avevamo risolto vietando Enotica». Contento lui.