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Fumo e alcol, quanto i vizi pesano sulle casse dello Stato

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SALUTE Ogni anno il sistema sanitario nazionale investe circa 9 miliardi di euro per curare patologie legate a cattive abitudini. Nonostante la pubblicità e i divieti, gli italiani però non abbandonano il tabacco né smettono di bere.
Oltre 9 miliardi di euro, pari a circa il 10% della spesa sanitaria nazionale. è la cifra che viene spesa mediamente ogni anno per curare tutte le patologie legate ai vizi del fumo e dell'alcol. Una spesa ingente che spiega, in parte, il revival proibizionista tanto di moda in questi ultimi mesi: bevande vietate ai minori di 16 anni e bandite le "bionde" dai luoghi pubblici, prime fra tutti le stazioni ferroviarie.
Solo per curare tutte le patologie legate alla dipendenza da nicotina, è stato calcolato ad esempio, che il sistema sanitario nazionale ha dovuto sborsare, secondo gli ultimi dati a disposizione, oltre sei miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa sanitaria totale. Adottando come dati di riferimento i ricoveri ospedalieri, solo il costo per le degenze associate a patologie strettamente correlate al tabacco è stato pari a 3,4 miliardi di euro, il resto riguarda malattie e problemi associati al vizio del fumo come la cardiopatia ischemica, patologie respiratorie, disturbi gastroenterici, che colpiscono anche i non fumatori esposti a inalazione passiva.
Un costo enorme evidentemente compensato dallo Stato attraverso il business delle sigarette che nel 2006 ha portato come gettito fiscale nelle casse statali, 9,7 miliardi di euro. In Italia, la prima legge contro il fumo nei luoghi pubblici è stata introdotta dal primo gennaio del 2004: questa, imponeva la creazione di appositi spazi per fumatori nei bar e nei ristoranti e dal mese di marzo dello stesso anno scomparvero le carrozze fumatori sui treni.
Da quest'anno è proibito fumare anche fuori dai treni e a vigilare ci saranno le "ronde antifumo" delle Ferrovie dello Stato. La prima stazione a sperimentare il divieto sarà Padova ed entro breve verrà estesa a tutte le stazioni italiane; per chi sfiderà il divieto sono previste multe che vanno dai 27 ai 550 euro. Ma nonostante le campagne pubblicitarie, i vari divieti e le "minacce" di morte stampate sui pacchetti, la sigaretta rimane la "migliore amica" degli italiani e non solo.
Una indagine dell'Eurobarometro ha calcolato che un terzo dei cittadini europei è dipendente dalla nicotina e che il fumo è la principale causa delle morti per cancro. Ogni giorno in tutto il pianeta si accendono 15 miliardi di sigarette. Un vizio che accomuna 11,2 milioni di italiani, di cui 6,5 milioni sono uomini, con un tasso di mortalità che si aggira intorno alle 80mila vittime ogni anno. Un numero impressionante destinato a crescere e che nel 2030, secondo gli esperti, mieterà 8,3 milioni di vittime(+ 10% dal 2004).
Non meglio va sul fronte dell'alcol. Da uno studio canadese pubblicato sulla rivista Lancet, è stato calcolato che è proprio il consumo di alcolici, alla base di incidenti e malattie, a causare un decesso su 25 nel mondo. In Europa, l'ultimo rapporto della Commissione calcolava 115mila morti ogni anno con costi intorno ai 125 miliardi di euro, pari all'1,3% del Pil europeo. In Italia sono circa 8 milioni e mezzo le persone a rischio. Un problema che riguarda soprattutto giovani sotto i 24 anni e legato a consumi errati e spropositati di bevande alcoliche.
Secondo una stima dell'Istituto superiore della sanità, l'Italia si "beve" circa il 3,5% del Pil nazionale per curare malattie legate proprio all'abuso di alcol. Un dato che tradotto in cifre significa circa 3 miliardi e mezzo di euro. Un costo enorme con altrettante ricadute in termini sociali: il 5% della popolazione presenta patologie alcolcorrelate di rilievo clinico e ogni anno muoiono circa 30mila persone (1 decesso ogni 18 è correlato all'uso e/o abuso di alcol); sempre all'alcol è legato il 10% del numero dei ricoveri ospedalieri e il 10% degli infortuni sul lavoro. Il 9 per cento di tutte le malattie presenti in Italia è da addebitare al vizio del bere così come il 30% degli incidenti stradali.