Germania: «papessa» protestante ubriaca al volante
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E' il presidente delle Chiese evangeliche tedesche e vescovo di Hannover
Margot Kässmann aveva 1,54 grammi di alcol nel sangue:«Sono sconvolta per quello che ho fatto»
BERLINO - Guidava ubriaca con l'auto di servizio ed ha bruciato un semaforo. Responsabile delle due gravi infrazioni è il presidente delle Chiese evangeliche tedesche e vescovo di Hannover, Margot Kässmann, 51 anni, divorziata e madre di 4 figli, fermata dagli agenti nel centro della capitale della Bassa Sassonia sabato notte alle 23. Il quotidiano Bild rivela che una pattuglia della polizia ha fermato la «Papessa» dopo averla vista passare con il rosso ad un semaforo, poi mentre stavano procedendo al controllo dei documenti gli agenti hanno avvertito nell'alito della signora un forte odore di alcol. La prova dell'etilometro ha subito rivelato che la «Papessa» aveva 1,54 grammi di alcol nel sangue, ciò che ha provocato l'immediato ritiro della patente ed una denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica.
«GRAVE ERRORE» - Il procuratore di Hannover, Juergen Lendeckel ha spiegato martedì mattina che «il valore di 1,1 grammi di alcol è la soglia a partire dalla quale c'è l'assoluta incapacità di guida e scatta la denuncia penale». Anja Glaeser, della polizia di Hannover, ha confermato l'avvio della denuncia nei confronti della signora Kaessmann, che rischia il ritiro definitivo della patente. Sarà infatti una speciale commissione a decidere se la «Papessa» sarà ammessa ad effettuare un esame medico-psicologico, definito popolarmente in Germania «Idiotentest», necessario per il rilascio del nuovo documento di guida. «Sono sconvolta per quello che ho fatto e so di aver commesso un grave errore», ha affermato la signora Kässmann, aggiungendo di essere «consapevole di quanto sia pericoloso e irresponsabile guidare in stato di ebbrezza alcolica. Sono naturalmente pronta ad assumermi le conseguenze penali dell'accaduto». L'associazione delle Chiese protestanti ha preferito per il momento non commentare il fatto. (Fonte: Agi)