Insorgenza di ictus e fattori predittivi
Insorgenza di ictus e fattori predittivi
"One in Six" è la parola d'ordine, coniata dalla World Stroke Organization, della VI Giornata Mondiale contro l'Ictus
Cerebrale, che si svolgerà in tutto il mondo il 29 ottobre.
"One in Six", ovvero 1 persona ogni 6 secondi, nel mondo, indipendentemente dall'età o dal sesso, è colpita da ictus. In
Italia, ogni giorno, l'ictus colpisce circa 660 persone. "One in Six" racchiude i concetti chiave della campagna mondiale: la
persona colpita potresti essere tu - previeni l'ictus, riconosci i suoi sintomi, assicurati di ricevere le cure appropriate.
«Ciò che emerge nella popolazione, purtroppo, è la scarsa conoscenza di cosa sia un ictus, come si manifesti e quanto sia
importante il ricovero in ospedale il prima possibile» afferma Maria Luisa Sacchetti, presidente della Federazione Alice
Italia Onlus e neurologa vascolare presso l'Azienda Ospedaliera del Policlinico Umberto I di Roma. «È dunque fondamentale
realizzare campagne informative, che coinvolgano anche le fasce più giovani della popolazione, che veicolino le informazioni
sull'ictus nella maniera più corretta, mettendo le persone in grado di gestire questo aspetto della propria salute senza
inutili allarmismi, ma anche con la necessaria serietà».
In occasione della Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale, Alice Italia Onlus presenta i primi risultati dell'indagine
condotta sulla conoscenza dell'ictus ed i costi che gravano sui malati di ictus cerebrale, realizzata dalla onlus in
collaborazione con il Censis e l'Università degli Studi di Firenze, all'interno del progetto "Promozione dell'assistenza
all'Ictus Cerebrale in Italia" finanziato dal Ccm - ministero della Salute. Sono stati intervistati circa 600 familiari di
pazienti con disabilità legata all'ictus, residenti su tutto il territorio nazionale. Inoltre, su un campione di circa 1000
persone - rappresentative della popolazione italiana - sono state eseguite interviste telefoniche sul grado di conoscenza
dell'ictus cerebrale, dei sintomi d'esordio, delle sue cause, delle sue conseguenze e delle cure attualmente disponibili.
L'indagine Censis ha messo in luce come l'ictus rimanga ancora, per moltissimi italiani e in particolare per i più anziani,
una patologia quasi sconosciuta: il 77% pensa di sapere cos'è, ma tra loro è solo il 55,8% a identificarlo correttamente come
una malattia del cervello, mentre il 14,2% ritiene che sia un tipo di infarto cardiaco, e l'11,6% lo considera una malattia
del sangue. I sintomi specifici dell'ictus vengono identificati con maggior precisione, ed è infatti il 68,7% a indicare l'
improvvisa paralisi di un lato del corpo come uno di essi, mentre il 58,8% fa riferimento all'improvvisa difficoltà a parlare
o a comprendere quello che ci viene detto, ma solo l'11% riconosce nel problema di vista o cecità improvvisa un sintomo
dell'ictus. «È però soprattutto la mancata conoscenza dell'importanza enorme che possono avere l'instaurazione tempestiva
della trombolisi (il 26,2% sa cos'è) e l'invio ad una stroke unit (è appena il 15% a sapere di cosa si tratta) a costituire
un dato preoccupante» dichiara Ketty Vaccaro, responsabile Welfare e Salute del Censis, «dal momento che si tratta di misure
terapeutiche che possono ridurre in modo decisivo i danni dell'ictus».
Per quanto riguarda lo studio condotto sui pazienti grazie alla mobilitazione sul territorio di Alice Italia Onlus, i dati
hanno messo in luce soprattutto come il carico assistenziale ricada soprattutto sulle famiglie: i caregiver (i parenti
prossimi che si occupano dei pazienti, per la maggior parte la moglie o una figlia) convivono con i pazienti nel 66,2% dei
casi, comunque li vedono per 6,6 giorni a settimana e prestano mediamente loro 6,9 ore al giorno di assistenza diretta. «L'
impatto dell'assistenza sulla loro vita è assolutamente dirompente: il 55,7% non ha più tempo libero e nel 77,8% dei casi
indicano che la qualità della loro vita è peggiorata, o molto peggiorata, a causa dell'onere assistenziale. Il 72,1% si sente
stanco, e uno su quattro (il 24,8%) soffre di depressione», ribadisce la Vaccaro. Il supporto principale all'assistenza
giunge dalle badanti, cui ricorre il 38,7% delle famiglie, ma che comporta per esse una spesa assolutamente non irrilevante,
pari in media a 830,30 € mensili.
«Data la enorme incidenza della malattia, il grave handicap personale ed i costi così elevati per la società il problema
ictus meriterebbe di essere affrontato con più attenzione: nel nostro Paese non si fa prevenzione, soltanto il 40% delle
persone colpite da ictus arriva in ospedale entro le prime 3 ore e, una volta dimessi dall'ospedale, i pazienti non sanno
cosa fare perché non esiste un percorso di riabilitazione definitivo. La mancanza d'informazione fa sì che l'ictus abbia
conseguenze più gravi di quelle che già comporta», ha sottolineato Domenico Inzitari, professore in Neurologia presso il
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatrice dell'Università di Firenze.
Nel mondo, ogni anno, 15 milioni di persone sono colpite da ictus, di queste quasi 6 milioni muoiono. L'ictus è responsabile
di più morti ogni anno di quelli attribuiti all'Aids, tubercolosi e malaria messi insieme. L'ictus cerebrale costituisce la
seconda causa di morte a livello mondiale e la terza causa di morte nei Paesi del G8, preceduto soltanto dalle malattie
cardiovascolari e dai tumori. In Italia, e in tutto il mondo occidentale, l'ictus è causa del 10-12% di tutti i decessi per
anno, rappresenta inoltre la prima causa d'invalidità e la seconda causa di demenza con perdita dell'autosufficienza. In
Italia si verificano circa 200.000 ictus ogni anno e 660 casi al giorno. Inoltre, l'ictus non è soltanto una malattia dell'
anziano: dei 200.000 nuovi casi di ictus che si verificano ogni anno nel nostro Paese, circa 4.200 riguardano soggetti con
età inferiore ai 45 anni. Alcuni dei fattori di rischio ictus quali ad esempio sesso, età ed ereditarietà non sono
modificabili e quindi non dipendono dal comportamento dell'individuo, altri fattori come un'errata alimentazione, l'
alterazione dei grassi nel sangue, il fumo ma anche l'abuso di alcool e droga possono danneggiare le arterie in giovane età,
predisponendo l'individuo a possibili attacchi di ictus.
In occasione della Giornata Mondiale, le Associazioni Alice regionali, con il supporto di molteplici strutture ospedaliere
pubbliche, organizzano numero iniziative di sensibilizzazione e di informazione su questa patologia per la prevenzione, il
riconoscimento precoce dei sintomi e su cosa fare in caso di "attacco ictus".