Ipertensione arteriosa e consumo di alcol: correlazioni
Ipertensione arteriosa e consumo di alcol: correlazioni
Ieri, 17 maggio 2010, ricorreva la VI Giornata Mondiale contro l'Ipertensione Arteriosa, promossa in tutto il mondo dalla World Hypertension League. Il tema centrale proposto questa volta è stato la lotta all'obesità, che all'ipertensione è strettamente legata e che riguarda strati di popolazione sempre più ampi, tra i quali i bambini. In Italia l'evento è promosso dalla Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa (SIIA) il cui Presidente è il Prof. Alberto Morganti, impegnata inoltre in iniziative di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sul tema dell'ipertensione arteriosa e delle malattie ad essa correlate.
La VI Giornata Mondiale contro l'Ipertensione Arteriosa si è svolta sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute.
In 150 piazze a partire da sabato 15 maggio, con il supporto della Croce Rossa Italiana, sono state allestite delle postazioni per offrire alla popolazione l'opportunità di un controllo gratuito della pressione arteriosa; in quelle sedi è anche possibile ritirare il materiale informativo che la SIIA ha realizzato con indicazioni su quale stile di vita adottare per prevenire e curare l'ipertensione arteriosa e le patologie ad essa correlate. Stessa opportunità è offerta all'interno di numerosi Centri Ospedalieri per l'Ipertensione Arteriosa, aperti per l'occasione senza necessità di prenotazione, e nelle migliaia di Farmacie che hanno deciso di aderire all'iniziativa, grazie al supporto della FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani) e di Federfarma (Federazione Nazionale Titolari Farmacia Italiani). Campagna di prevenzione quella della SIIA che affiancherà anche il Giro d'Italia nel suo percorso, toccando 12 regioni italiane dal 12 maggio al 3 giugno, distribuendo materiale informativo in oltre 60 comuni e allestendo in 19 paesi uno stand per offrire visite gratuite per il calcolo personale del rischio. (www.siia.it)
- Che cosa è
L'ipertensione è una malattia dal significativo risvolto sociale vista la diffusione. La sua definizione si basa arbitrariamente sui valori misurati e definiti di Pressione Arteriosa del nostro organismo, quest'ultima è la pressione del sangue esercitata dal cuore sulla parete delle arterie durante le fasi di attività cardiaca, rappresentate dalla contrazione del ventricolo sinistro (sistole) e dal suo rilassamento (diastole). In fase sistolica si rileva il valore massimo di pressione - pressione sistolica o massima -, mentre in diastole il valore minimo -pressione diastolica o minima-.
Si parla di ipertensione arteriosa quando si riscontra un aumento anormale della pressione arteriosa. Pertanto il cuore dovrà faticare di più per spingere il sangue in circolo e, a lungo andare, questo stato porta al danneggiamento dei vasi arteriosi, a cominciare dalle arteriole più piccole, soprattutto dei reni e degli occhi. Partendo dal presupposto che la pressione aumenta con l'età, subisce variazioni durante la giornata, durante uno sforzo o un'emozione, è importante comunque definire un limite tra "normale" e "patologico". 140/80 (mm di mercurio) il "paletto" posto alla luce degli studi clinici superato il quale possiamo parlare di Ipertensione, indicato dalla OMS così come dalle società scientifiche di riferimento.
Il primo numero (140) indica la pressione sistolica o "massima" e il secondo numero (90) indica la pressione diastolica o "minima".
Pressione arteriosa:
Sistolica Diastolica Ottimale < 120 < 80
Normale 120-129 80-84
Normale-Alta 130-139 85-89
Ipertensione grado 1 (lieve) 140-159 90-99
Ipertensione grado 2 (moderata) 160-179 100-109
Ipertensione grado 3 (grave) >180 >110 Ipertensione sistolica isolata >140 >90
Un Killer Silenzioso, le dimensioni del problema.
Si tratta di un Killer silente, infatti la maggior parte degli ipertesi è asintomatica e non è a conoscenza del proprio stato. E' percepita poco la pericolosità dell'Ipertensione Arteriosa, sia, per la scarsità di sintomi premonitori, che per l'informazione. Un iperteso su quattro infatti non sa di esserlo, di quelli che ne sono a conoscenza solo la metà si cura e di questi solo la metà lo fa in maniera efficace.
Nel complesso, solo un iperteso su cinque è efficacemente protetto e gli altri rischiano quindi di incorrere in gravi malattie cardiovascolari (ictus cerebrale, infarto miocardico) e renali (insufficienza renale con necessità di ricorso alla dialisi). Ecco l'importanza d'informazione di giornate di sensibilizzazione come questa.
A livello planetario si calcola che ne siano portatori un miliardo e mezzo di individui e che l'Ipertensione Arteriosa sia responsabile del 47% di tutte le forme di cardiopatia ischemica e del 54% degli ictus cerebrali con 7 milioni e mezzo di morti premature (circa il 13% del totale globale) e di 92 milioni di anni di vita attiva perduti (circa il 6% del totale globale).
Anche i costi economici dell'insufficiente controllo della Ipertensione Arteriosa sono impressionanti, per un controvalore a livello mondiale di 370 miliardi di dollari all'anno pari al 10% della spesa globale per la salute, mentre i costi indiretti sono stati valutati in 3.600 miliardi di dollari all'anno. In Italia gli ipertesi sono almeno 15 milioni con una ricaduta in termini di mortalità di circa 240.000 decessi pari al 40% di tutte le cause di morte. (dati fonte SIIA) -
Come Misurarla, Cause e Sintomi, come si presenta
Solitamente il primo riscontro di pressione arteriosa elevata avviene in maniera casuale, dal medico di famiglia o in presenza di "un vago malessere" che ne richiede il facile controllo. L'elemento base per poter fare una diagnosi di ipertensione arteriosa è la precisa e correta misurazione della pressione arteriosa. Si possono considerare equivalenti tra loro i sistemi di misurazione manuale, che richiedono una certa esperienza, e quelli elettronici a lettura automatica (preferibili quelli da braccio rispetto agli apparecchi da polso), quest'ultimi di uso più semplice e utilizzabili comodamente al proprio domicilio. Indipendentemente quindi dal tipo di misurazione è importante che questa avvenga in condizioni idonee. Innanzitutto si deve essere tranquilli e rilassati. La prima volta è opportuno fare una misurazione stando in piedi e una da sdraiati e da entrambe le braccia.
Quando si eseguono più misurazioni consecutive, sullo stesso arto, separale di almeno tre minuti. In alcuni pazienti la pressione arteriosa è persistentemente elevata in ambulatorio mentre non lo è in altre situazioni ambientali.
Questa situazione è generalmente chiamata "ipertensione da camice bianco" (White coat hypertension), benché sia preferibile il termine di "ipertensione da ambulatorio" (Isolated Office Hypertension) poiché essa probabilmente dipende da vari fattori legati all'ambiente dell'ambulatorio e non solo alla misurazione diretta effettuata dal medico. (Fonte: Linee guida 2003 della Società Europea dell'Ipertensione e della Società Europea di Cardiologia per il trattamento dell'ipertensione arteriosa).
Spesso la causa non si conosce, circa il 90-95 % dei casi di ipertensione non sono attribuibili ad alcuna causa identificabile e pertanto viene detta ipertensione primitiva, idiopatica o essenziale Solo nel 5% dei casi la causa dell'ipertensione è conosciuta (insufficienza renale cronica, feocromocitoma, stenosi dell'arteria renale, farmaci, sindrome di Conn etc.) si può parlare quindi di ipertensione secondaria, legata, cioè a patologie note. Conosciamo, però, alcuni fattori predisponenti, in grado di modificare la pressione arteriosa: fattori di tipo genetico, ambientale, legati all'esercizio fisico, alla dieta e allo stress.
I Sintomi
Non esistono altresì disturbi specifici e molti ipertesi si sentono bene per lungo tempo. Quelli più frequentemente accusati sono: palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii ... disturbi che possono essere tuttavia riscontrati anche in assenza di pressione elevata.
Cibi e Stile di Vita: la prima cura
Tale correlazione ai fattori di rischio/predisponenti indica come atto fondante la Prevenzione e alcuni accorgimenti sul life style, considerando appunto la Prevenzione e l'informazione il primo passo. Ridurre il consumo di sale: una dieta ricca di sodio, elemento costituente del sale da cucina, può favorire la comparsa di ipertensione arteriosa; evitare l'assunzione caffè o sostanze eccitanti (farmaci, stupefacenti), moderare il consumo di vino e abolire i superalcolici. L'abuso di alcol, come dimostrano molti studi epidemiologici, è associato ad un incremento della pressione arteriosa in entrambi i sessi; abolire il fumo che provoca una vasocostrizione delle arterie con conseguente rialzo dei valori di pressione e a lungo andare aumenta il rischio di patologia coronarica. Assumere con moderazione tutti i cibi contenenti sodio, sotto forma di sale (cloruro di sodio) o di composti quali: glutammato monosodico, nitrato di sodio, bicarbonato di sodio, a cominciare dai cibi pronti, surgelati o in busta, la carne in scatola (tonno, sardine, manzo in gelatina), gli insaccati, i formaggi stagionati (pecorino, parmigiano, gorgonzola etc.), i frutti di mare, i dadi da brodo, le salse pronte, le conserve, i sottaceti ... per non dimenticare la liquirizia. Significativamente terapeutico può dimostrarsi la riduzione del peso corporeo nelle persone in sovrappeso, mantenersi allenati, anche in età avanzata, con una una leggera attività fisica (passeggiate, nuoto, bicicletta) . Se con questi accorgimenti non si ottiene alcun risultato è necessaria una terapia di tipo farmacologico, valutata dal medico in base alle caratteristiche del paziente, al rischio cardiovascolare e alla presenza di patologie concomitanti; in linea di massima si parte da una monoterapia per passare ad un trattamento combinato con più farmaci.
Un corretto stile di vita deve precedere (prevenzione) e associarsi in seguito ad eventuale terapia farmacologica. Anche se il nostro "Killer" non dovesse dare più fastidio l'approccio terapeutico individuale scelto dal proprio medico non va interrotto e ogni modifica rivista secondo parere del clinico di fiducia. - Ultime news Notizia di questi giorni (29 aprile scorso - AGI ) apre una nuova prospettiva di cura per chi è affetto da gravi forme di Ipertensioni non sensibili alla terapia con i farmaci. Per la prima volta e' stato impiantato un pacemaker stimolatore in un paziente affetto da ipertensione arteriosa resistente ai farmaci, presso l'ospedale Molinette di Torino. La paziente , una donna di 50 anni di Torino ipertesa, stava assumendo piu' di 12 farmaci diversi antiipertensivi con valori della pressione medi di 250/140 mmHg. La tecnica prevede l'impianto di uno stimolatore sottocute (come i comuni pacemaker) e due elettrodi posti nel collo intorno alla biforcazione delle arterie carotidi. La stimolazione di questi siti ha come obiettivo la riduzione della pressione arteriosa. Nella terapia non farmacologica dell'ipertensione arteriosa resistente e' nuovissima questa tecnica, che prevede l'attivazione dei sensori carotidei mediante un device stimolatore impiantabile, simile ad un pacemaker. Quando i barocettori si attivano inviano segnali ad altre parti del corpo (cuore, vasi sanguigni e reni) per rilassare i vasi ed inibire la produzione degli ormoni vasocostrittori - ipertensivanti . Queste modificazioni hanno lo scopo di ridurre la pressione sanguigna. La nuova metodica si propone di ridurre il livello di pressione arteriosa in casi di ipertensione resistente e in cui piu' farmaci si siano dimostrati inefficaci. Sul fronte farmaci invece, una tipo di anti-ipertensivi spesso impiegati - gli antagonisti del recettore dell'angiotensina (ARB) - troverebbero nuove indicazioni nella cura dell' Alzhaimer e della demenza.
Ma questi farmaci per l'ipertensione fanno veramente bene al cervello?
Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Medicine, le persone che fanno uso di medicinali per abbassare la pressione o per problemi cardiaci dimezzano il rischio di sviluppare il morbo degenerativo (Alzheimer). L'analisi, stata svolta dai ricercatori della Boston University su 819.491 persone over 65anni malate di cuore, ha dimostrato un calo fino al 50% di sviluppare il morbo si Alzhaimer nei pazienti che usano come terapia per l'ipertensione gli antagonisti del recettore dell'angiotensina (ARB). Questi, infatti, agendo come vasodilatatori permettono, soprattutto negli uomini, un calo sorprendente della possibilità di sviluppare la patologia degenerativa molto comune, che nel mondo colpisce circa 27 milioni di persone. Vi sarebbe pertanto la prospettiva in futuro, secondo Rebecca Wood - capo esecutivo della Alzheimer's Research Trust - di utilizzare farmaci già esistenti nella lotta contro la demenza. A fronte di tale risultato la ricercatrice ha concluso, in ultima analisi, citando il proverbio "ciò che è bene per il cuore è buono per la testa". Come non essere d'accordo ... !