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ISTAT: il consumo di alcolici appare stabile, ma cambiano le abitudini

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È stabile in Italia il consumo di alcol, ma si rafforza l'abitudine a bere bevande alcoliche fuori dai pasti soprattutto fra i giovani, sempre più inclini al cosiddetto binge drinking. La categoria più a rischio, però, è quella degli over 65: metà degli anziani maschi esagera, in particolare con il «tradizionale» vino con non meno conseguenze per la salute rispetto ai ragazzi, senza contare i pericoli alla guida. E se secondo l'indagine di Eurobarometro il nostro è fra i Paesi con il minor numero di bevitori («solo» il 60 per cento rispetto al 76 della media europea), non c'è di certo da rallegrarsi visto che proprio nei giorni scorsi uno studio italiano ha definitivamente individuato i legami biologici tra il consumo elevato di alcol, il rischio di tumori e l'invecchiamento precoce.
I TEENAGERS CAMBIANO (IN PEGGIO) GUSTI E MODI - Il rapporto sull'uso e l'abuso di alcol dell'Istat (dati 2009) che ha scattato una fotografia su una popolazione dagli 11 anni in su e per 10 anni non lascia dubbi: i più giovani sono quelli che alzano di più il gomito soprattutto fuori pasto. La diffusione dell'alcol in generale è sostanzialmente stabile, ma il modello tradizionale, basato sulla consuetudine di bere vino durante i pasti con frequenza giornaliera, sta progressivamente cambiando avvicinandosi al tipo nord europeo. Aumenta infatti il consumo di alcolici fuori pasto, mentre non variano di molto i dati sul binge drinking, ossia il consumo di più bicchieri in un'unica occasione, comune soprattutto fra i minorenni. E poi cambiano i gusti. I ragazzi non bevono più solo vino e birra (meno 50,5 per cento nella fascia 14-17 anni, meno 31,5 tra i 18-24enni e meno 14,1 tra i 25 e i 44 anni), mentre cresce l'uso di altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici ( più 18,5 per cento tra 14-17 anni, più 12,3 tra 18-24 anni e più 1,9 tra 25-44 anni). Insomma, nel 2009, quasi 613mila adolescenti hanno esagerato per lo meno una volta: il 17,8 per cento dei maschi e il 12,3 delle femmine fra 11 e 17 anni.
ANZIANI IN PERICOLO - I comportamenti a rischio sono però più diffusi gli anziani, che sono più esposti agli «eccessi» proprio perché con l'avanzare dell'età cambia la capacità dell'organismo di assimilare l'alcol. In totale sono 3 milioni e 17mila gli over 65 (il 44,7 per cento degli uomini e l'11,3 delle donne) che esagerano e lo fanno soprattutto con i bicchieri di vino a pranzo e cena.
BEVONO 3 ITALIANI SU 4 - A conti fatti, nella popolazione tra i 25 e i 74 anni circa tre persone su quattro dichiarano di aver consumato alcol nel 2009. Tra gli uomini la quota è almeno pari all'85 per cento, mentre per le donne non supera il 65 per cento. Notevole è però la quota di giovanissimi di 11-15 anni che ha assunto alcolici negli ultimi 12 mesi: il 18,5 per cento dei ragazzi e 15,5 delle loro coetanee, mentre già a partire dai 18 anni i valori di consumo sono prossimi alla media della popolazione (78 per cento dei maschi e 58,4 delle femmine). Il consumo giornaliero cresce fortemente all'aumentare dell'età e raggiunge il massimo tra i 65-74 anni, con percentuali del 60,5 per cento per gli uomini e 25,3 per le donne. Gli italiani preferiscono nell'ordine vino, birra e altri alcolici come aperitivi, amari e superalcolici. Infine, a livello territoriale, il consumo di alcol è più diffuso nel Centro-nord, soprattutto nel Nord-est e soprattutto nei piccoli comuni fino a duemila abitanti.
IN EUROPA SIAMO TRA I PIU' «MORIGERATI» - Anche tre quarti degli europei hanno bevuto alcolici negli ultimi 12 mesi. Stando al sondaggio Eurobarometro su un campione di 27mila cittadini della Ue, la metà di loro beve una, due o tre volte alla settimana e il 70 per cento solo uno o due bicchieri per volta, mentre il 10 per cento afferma di berne almeno 5 in una sola occasione. L'Italia risulta qui fra i paesi con il minor numero di bevitori: il 60 per cento, ben al di sotto della media europea (76), superata fra gli altri da danesi (93), olandesi (88), anche francesi (83), tedeschi e inglesi (81). Dietro di noi c'è solo il Portogallo, con il 58 per cento di bevitori nell'ultimo anno. Ecco la fotografia scattata all'Europa: gli uomini bevono più spesso delle donne e in maggiore quantità e sono le categoria professionali più elevate a fare un uso più frequente. Consumano alcolici soprattutto le persone che hanno più di 55 anni e i più giovani. E sebbene la maggioranza degli intervistati si dichiari consapevole della pericolosità di bere alcol prima di mettersi al volante, il 14 per cento ammette di averlo fatto. Quanto ai danni per la salute, il 97 per cento conosce i possibili rischi di malattie del fegato, ma solo il 67 per cento pensa che ci sia un legame fra alcol e tumore.
BICCHIERE DI VINO ADDIO - Tornando ai dati Istat, in totale 8milioni e 454mila connazionali l'hanno scorso hanno alzato il gomito come minimo una volta, di cui 6milioni e 434mila maschi (25 per cento) e 2milioni 20mila femmine (7,3per cento). Anche fra gli adulti va riducendosi la quota di consumatori giornalieri, mentre cresce quella dei fruitori occasionali e, soprattutto fra le donne, l'abitudine di bere alcolici fuori dai pasti. Aperitivi, amari e superalcolici si fanno sempre più strada anche tra gli italiani di mezza età, che non esenti dal binge drinking (lo fa il 12,4 per cento degli uomini e il 3,1 delle donne). Il consumo giornaliero non moderato interessa poi il 14,8 per cento degli uomini e il 3,8 delle donne, ma chi eccede, in questa categoria, lo fa ancora prevalentemente stando seduto a tavola.
IL LEGAME TRA ALCOL E CANCRO - Queste stime devono far riflettere anche alla luce degli esiti di uno studio italiano presentato nei giorni scorsi all'Annual Meeting della American Association for Cancer Research. I ricercatori dell'Università di Padova, in collaborazione con colleghi milanesi, hanno infatti svelato il legame tra l'elevato consumo di alcol, il rischio di tumori e l'invecchiamento precoce delle cellule. La causa è l'accorciamento dei telomeri, ovvero le regioni terminali dei cromosomi che regolano la vita della cellula. Lo studio ha confrontato il Dna di 59 persone che hanno fatto largo consumo di alcol con quello di 197 volontari che hanno assunto invece una quantità di alcol nella norma. Nei risultati, gli esperti hanno notato una lunghezza dei telomeri «drammaticamente ridotta» nei soggetti che hanno consumato quantità eccessive di alcol che produce nelle nostre cellule stress ossidativo e infiammazione, due meccanismi che possono accelerare l'accorciamento dei telomeri. In pratica più si beve più si rischia di perdere il meccanismo che fa invecchiare le cellule in modo naturale e, con i telomeri danneggiati, le cellule possono trasformarsi in un tumore.