L'Osservatorio Permanente Giovani e Alcol interviene sul rapporto europeo: «Cresce l'abuso di alcolici in Italia»
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ROMA - «La relazione sull'evoluzione del fenomeno della droga in Europa è importante, e nessuno lo mette in dubbio, ma non va dimenticato il dramma del consumo di alcol, un'altra tremenda piaga della nostra società». E' l'allarme lanciato da Enrico Tempesta, presidente del Laboratorio Scientifico dell'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool.
«Prendiamo atto della Relazione dell'Agenzia Europea delle Droghe, che fotografa una situazione di evidente gravità - prosegue Tempesta - ma torniamo a ripetere con ostinata ragionevolezza che, nel campo degli studi di alcologia, occorre un approccio multidisciplinare, che sappia, nel caso dell'alcool, affrontare i problemi con pacatezza, distinguendo l'uso dall'abuso».
IL FENOMENO - La relazione sull'evoluzione del fenomeno della droga in Europa, presentata dalla Oedt (L'Agenzia europea delle droghe), a Lisbona e a Roma, fa riferimento all'anno 2008 e riguarda 27 membri dell'Unione europea oltre ai paesi candidati come Croazia, Turchia e Norvegia. Ne emergono dati allarmanti, che non riguardano soltanto il consumo giovanile ma anche da parte dei 40enni: un fenomeno raddoppiato rispetto a dieci anni fa, passando dal 10 al 20 per cento.
Il rapporto prosegue facendo le differenze fra i consumi delle varie sostanze stupefacenti. Sarebbero stabili i consumi di eroina, anfetamine ed ecstasy; mentre sarebbero i composti sintetici a preoccupare di più, i cosiddetti «spice».
Giovani bevono birre a Campo dei Fiori a Roma
GIOVANI NEL BICCHIERE - Ma i giovani dove sono? Se lo chiede ancora l'Osservatorio permanente sui giovani e l'alcool. «Una ricerca inglese riportata con grande evidenza da alcuni giornali alcuni giorni fa ci ha assicurato che l'alcool è la vera droga killer, e fa più danni dell'eroina». E ancora: «Come mai il consumo di alcool in Italia cala proprio mentre cresce il fenomeno dell'abuso alcolico da parte dei giovani, in parallelo con quello dell'uso di sostanze stupefacenti?».
Il pericolo, il rischio, sarebbe quello di considerare e combattere il problema dell'alcol dal punto di vista proibizionista «quando invece andrebbe affrontato dal punto di vista psico-sociale, in quanto l'abuso alcoolico, come la crescita del consumo degli stupefacenti, è legato in realtà alle problematiche giovanili».
UN APPROCCIO GUIDATO - Le possibili soluzioni? «Aiutare gli altri a un approccio guidato, di tipo famigliare, all'uso delle bevande alcoliche», risponde Tempesta. Del resto, l'Europa Meridionale, ha sempre sofferto meno di quella del Nord del fenomeno di abuso dell'alcool, proprio perché «per lungo tempo il costume familiare ha costituito - e parzialmente ancora costituisce - uno scudo difensivo contro l'abuso». Fine della polemica? «Non c'è alcuna polemica nei confronti dell'Agenzia europea delle droghe: il nostro è soltanto un invito a non abbassare la guardia; come nel caso della rivista scientifica Lancet, secondo cui un brindisi ad un matrimonio sembrerebbe altrettanto pericoloso e dannoso quanto l'uso di eroina. Ecco, per fortuna, la Relazione dell'Agenzia europea delle droghe ci riporta meritoriamente con i piedi per terra».
Peppe Aquaro