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La consapevolezza come strumento di prevenzione delle ricadute nella dipendenza da droghe

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La consapevolezza come strumento di prevenzione delle ricadute nella dipendenza da droghe

Fonte: Psychology of Addictive Behaviors

Titolo originale e autori: Witkiewitz, K., Lustyk, M. K. B., & Bowen, S. Retraining the Addicted Brain: A Review of Hypothesized Neurobiological Mechanisms of Mindfulness-Based Relapse Prevention.-Psychology of Addictive Behaviors. (2012, July 9).


Una nuova tecnica cognitiva-comportamentale basata sulla consapevolezza, la Mindfulness-based Relapse Prevention (MBRP), è sempre più accreditata come strumento di successo nella prevenzione delle recidive nei pazienti tossicodipendenti. Un gruppo di ricercatori della Washington State University ha da poco pubblicato una revisione della letteratura sugli studi che hanno utilizzato questa tecnica nella fase post-terapeutica dei percorsi di disintossicazione, per indagarne i possibili meccanismi neurobiologici sottostanti. I più forti predittori di recidiva nei pazienti tossicodipendenti sono il craving (desiderio soggettivo a consumare sostanze) e l'affettività negativa (disposizione individuale a sperimentare stati emotivi avversi, che si accentua nei periodi particolarmente stressanti). È per questo che la maggior parte dei trattamenti per le dipendenze si concentra sulla riduzione della spinta incontrollabile ad assumere sostanze e sulla gestione dello stress. Si ritiene che il motivo delle ricadute possa essere collegato ad un deficit funzionale nel sistema prefrontale di controllo esecutivo (top-down), nel circuito della gratificazione striatale ventrale (bottom-up) oppure nel circuito di apprendimento delle abitudini dello striato dorsale.
Secondo gli autori, le evidenze suggeriscono che la MBRP influenzi e modifichi in maniera efficace i processi automatici (bottom-up): il sistema di risposta allo stress, quello di reattività emozionale (compresi l'insula, la corteccia cingolata anteriore e l'amigdala) ed il comportamento di ricerca automatica della droga (striato). In sinergia con interventi comportamentali mirati, la pratica della mindfulness è associata anche a potenziamento dei processi top-down (funzionamento esecutivo, controllo cognitivo, regolazione dell'attenzione e delle emozioni, motivazione e decision making) attraverso cambiamenti nella corteccia prefrontale dorsolaterale, ventromediale e orbitofrontale, nell'ippocampo e nell'insula.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)