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"La mia notte a un Rave Party", ecco il nuovo male sociale

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"Musica assordante, decibel a palla e il cervello che pompa a mille". Avevo 20 anni quando partecipai al mio primo Rave; partii in compagnia di due amici storici verso una località balneare vicino Napoli". E' il racconto di un foggiano, Michele, nome di fantasia scelto perchè lui stesso ci ha chiesto di mantenere l'anonimato. E' uno dei tanti racconti raccolti tra i giovani che hanno partecipato a queste manifestazioni musicali. "Rave, delirio, è la voglia di vivere senza regole e convenzioni, lì puoi fare quello che vuoi" - dice Michele parlando della filosofia che accomuna questi free party. Ed è proprio così: si partecipa per cercare una libertà, totale, fisica, e mentale che si esprime attraverso il ballo e l'assunzione di droghe. Ora Michele ne ha 41 di anni e ricorda di quel giorno un grande stordimento. "Acidi, canne, fiumi di alcool e migliaia di persone che ballavano in maniera convulsa. Una mescolanza di accenti, di dialetti: ragazzi che venivano da tutta Italia - dice". Il mondo di luci e suoni dei Rave ripropone, però, prepotentemente il problema delle tossicodipendenze. Il 30 per cento degli studenti -si legge in una recente ricerca - almeno una volta ha provato l'hashish; tra i 18 e i 20 anni, uno su 10 ha sniffato cocaina e lo 0,4 per cento altre sostanze come l'ectasy. E poi, altro dato inquietante, è che dai 16 anni in poi, quasi l'80% si ubriaca almeno una volta alla settimana. I profili più preoccupanti sono quelli di chi mischia alcol e droga, consuma più sostanze, è inesperto e mosso dalla "voglia di provare". Alcol, coca, metanfetamine, acidi e il ritorno, pesante all'eroina. Questo il male sociale dei giovani di Capitanata e che, spesso, si rivolgono ai 13 Sert sparsi sul territorio. Da noi si contano, oltre duemila tossicodipendenti e 500 alcolisti dicono gli esperti. L'uso e abuso di droga e alcool fanno parte dello scenario giovanile e non vengono più visti, purtroppo, come comportamento esclusivamente deviante.