"Mio fratello ucciso da un ubriaco mi diceva: serve la pena capitale"
alcol alcolista prevenzione guida giovani alcolismo
La lacrime della famiglia del 36enne morto sulla strada
ROMA.IT 08 febbraio 2009
«La pena di morte: ecco cosa meritano le persone che si mettono al volante ubriachi, o fatti di cocaina, e che poi uccidono chi gli capita a tiro. Ne parlavamo proprio qualche tempo fa con mio fratello, anche lui la pensava così: nessuna pietà nei confronti di questi assassini». Giuseppe Picano, 37 anni, operaio, il fratello dell´uomo ucciso al Prenestino da un romeno ubriaco alla guida, è sotto shock.
Cosa si aspetta ora dalla giustizia?
«Io spero che lo mettano dentro e basta. E spero che non lo facciano più uscire, è omicidio volontario quello che ha commesso, perché alla guida in quello stato uno non ci si deve proprio mettere».
Ha fiducia nella magistratura?
«Sì, anche se onestamente penso che uno così vada ammazzato...io lo ammazzerei se potessi. Ma mi affido alla giustizia, perché io sono una brava persona».
Prima accennava al pensiero di suo fratello sull´argomento, cosa pensava lui?
«Spesso ci siamo trovati a commentare fatti del genere: investimenti pirata, stupri sotto effetto di droga. Ora a me dispiace dirlo ma, gira gira, sono quasi esclusivamente i romeni che compiono questi gesti. Marco la pensava esattamente come me. Diceva che queste persone meritano l´ergastolo, anzi la pena di morte. Ma tanto fino a quando queste tragedie capitano a noi poveracci non cambierà mai niente».
Cosa intende dire?
«Voglio dire: se succedesse al figlio di qualche politico, di qualche ministro una tragedia in famiglia, sono convinto che farebbero subito una legge speciale, un inasprimento delle attuali misure. Invece, finché capitano a noi comuni mortali niente cambierà. Anche su questo mio fratello era d´accordo con me».
La folla ha tentato di linciare il romeno che ha travolto suo fratello, ha saputo?
«Sì ho saputo e mi domando una cosa: per quale motivo, per una volta, solo per una volta, queste persone non vengono lasciate in balia della folla? Basterebbe soltanto distrarsi, girarsi dall´altra parte e lasciare questa gentaglia nelle mani di chi ha sete di giustizia, di chi non ne può veramente più di fatti del genere, di stragi di innocenti. Invece lo hanno pure protetto dentro un´ambulanza».
Sa per caso da dove tornava suo fratello ieri sera?
«Stava tornando da una cena trascorsa a casa di amici, con la sua compagna. Era un ragazzo d´oro che gestiva per conto della Regione un negozio di prodotti fatti dai carcerati. Un gran lavoratore era Marco e poi io e lui eravamo molto affiatati. Tra me e lui ci sono un anno e due mesi di differenza: il 21 febbraio avrebbe compiuto 36 anni».