Perugia: allarme per i super consumi dei giovanissimi
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Genitori contro gli shottini: «Ecco i locali che avvelenano i nostri figli»
IL MESSAGGERO.it 12 novembre 2009
La crociata contro l'alcol, che diventa abuso da parte dei ragazzini, si muove anche sul filo della paura delle famiglie. Perugia è il caso che fa rumore, l'assalto all'acropoli, la strategia per fermare l'uso e l'abuso, per salvare i ragazzini dall'alcol e il cuore della città vecchia da tutto quello che innesca l'alcol. Si muovono le famiglie, qualcuno al limite della paura e della disperazione. Si muovono nel modo più semplice: scrivono e telefonano in Comune. Il tenore di lettere e chiamate è sempre lo stesso e suona, più o meno, così: «Fermate questo super consumo, non è possibile che i nostri figli alle 6 di sera siano già ubriachi». Le telefonate le ha ricevute Roberto Ciccone, assessore alla polizia municipale, cioè rapporto diretto con chi dovrà mettere in strada i controlli annunciati con le ordinanze che verranno.
«E' vero, ho ricevuto telefonate di mamme preoccupate. Ci dicono di fare controlli, perché a metà pomeriggio capita che i ragazzi abbiano già esagerato». Le telefonate, certo. Ma a Palazzo dei Priori arrivano anche le lettere di chi ha paura. «Ne ho ricevute - racconta l'assessore allo Sviluppo economico, Giuseppe Lomurno -, e tutte dicono la stessa cosa. Ci chiedono di fermare un certo andazzo, di fare in modo che la vendita degli shottini e dei drink pesanti a prezzi stracciati venga in qualche modo fermata». Ma c'è anche chi segnala quali possono essere i locali dove il commercio dell'alcol sul filo della legge viene fatto in maniera più disinvolta.
Quelle lettere e quelle telefonate sono soltanto la punta dell'iceberg. Ma sono anche la dimostrazione che le mosse messe in campo da palazzo dei Priori sono attese da chi ha un ragazzo adolescente che rischia di cadere nella trappola dell'alcol facile.
Perugia ascolta l'allarme che arriva dalle famiglie e si muove di conseguenza. Ma un po' in tutta l'Umbria i Comuni cercano di tenere sotto controllo una situazione che, statistiche alla mano, rischia di sfuggire di mano.
«Per esempio a Foligno - spiega l'assessore alle politiche giovanili Elisabetta Piccolotti - partiremo dal dato raccolto dall'Aur sui comportamenti dei giovani umbri. Da qui daremo vita a un serrato confronto con i giovani folignati per avviare insieme a loro un progetto di prevenzione che punti molto al dialogo». Insomma, niente super ordinanze, bastano quelle in vigore per bloccare, dopo le otto della sera, il divieto di vendita, per asporto, delle bevande alcoliche.
Anche Spoleto ha scelto la strada della prevenzione. Da quattro anni è in piedi il progetto: "Brindiamo per la salute: alcol proviamo a conoscerti". Si parte dagli incontri nelle scuole con i volontari dell'Anca, con gli psicologi e con il servizio alcologia della Asl per arrivare ai maxi schermi piazzati nei punti di ritrovo dei giovani spoletini da cui campeggia il messaggio: "Non c'è bisogno di bere per far vedere che esisti".
A Terni, invece, l'assessore Bruna Fabbri starebbe pensando a un controllo dei distributori automatici di alcolici, magari con un sistema di lettura del codice fiscale per controllare l'età di chi beve e di chi compra. Un'ipotesi, certo, ma tanto basta per far capire come il tema sia sentito.
Ad Assisi, invece, il sindaco Claudio Ricci ha da tempo indossato la stella dello sceriffo. Nei giorni scorsi uno storico locale notturno è stato fatto chiudere (la segnalazione è del Comune, il provvedimento della prefettura) perché sorpreso a vendere alcolici dopo le due di notte. Ma Ricci non si ferma: «Continueremo nei controlli in alcuni locali pubblici del territorio dove sono emerse situazioni da verificare dopo le segnalazioni dei residenti».
Ad Orvieto la giunta guidata da Antonio Concina sta valutando la possibilità di muoversi e al caso alcol sta lavorando l'assessore alle Politiche giovanili e alla scuola, Cristina Calcagni. Nella città della Rupe, al momento, sono in vigore le tradizionali ordinanze per la chiusura dei locali alle due di notte. Ma emerge un dato comune un po' con tutti i centri più grandi: non passa fine settimana che al pronto soccorso dell'ospedale non si presentino giovani e giovanissimi che hanno fatto il pieno di droga o di alcol.
Chi va controcorrente sembra essere Todi. Fino ad oggi nessuno ha sgarrato nel rispetto delle ordinanze di chiusura e di mescita delle sostanze alcoliche. Anzi, col comando della polizia municipale, il comandante Roberto Manetti, appena uno dei più importanti bar della città aveva preso il vizietto di chiudere troppo presto, ha convinto il titolare ad allungare l'orario di attività fino al limite previsto.