Pontedera: il Sert sta scoppiando, boom di richieste d'aiuto per alcol e stupefacenti
alcol droghe tabacco gioco d'azzardo farmaci dipendenze giovani alcolismo
Nei primi sei mesi del 2009 registrati ben 718 casi erano stati 440 nello stesso periodo dell'anno scorso
Il boom è di quelli che fanno drizzare le orecchie. Si parla di Sert e di dipendenze da alcol, droghe, tabacco, ma anche di gioco d'azzardo e farmaci. Ebbene, nei primi sei mesi del 2009 sono state 718 le persone che si sono rivolte al servizio per le tossicodipendenze dell'Asl 5 della Valdera. Nello stesso periodo dello scorso anno furono 440.
Un'impennata che crea problemi a chi lavora nel Sert di Pontedera, diretto da Milo Meini. «Dagli ultimi mesi del 2008 - spiega il responsabile - abbiamo cominciato a ricevere le richieste di cure di numerosi pazienti che abitano fuori dal territorio della nostra Asl. Ne abbiamo più di quanti non ne abbiamo mai avuti. L'incremento si spiega in questa maniera, ma a noi crea numerosi problemi dal punto di vista pratico. Per fortuna, la nostra è un'equipe valida, che, a fronte di un aumento di pazienti, non fa calare la qualità del servizio. E' vero, però, che siamo vicini al punto critico, specie per il fatto che abbiamo circa 150 persone residenti in territori di altre Asl e che seguiamo con notevoli difficoltà».
Il personale guidato da Meini è composto da 16 persone. A detta dello stesso responsabile, i problemi non sono dovuti da un aumento di una patologia in particolare, ma proprio del numero di casi per i quali potrebbero servire un aumento di forze per fronteggiare l'impennata di chi soffre di dipendenze.
E in fatto di dipendenze si segnala l'aumento di quelle da droghe, ma anche di chi abusa con l'alcol. I numeri in questo caso non si distaccano granché dalle medie nazionali di un periodo in cui è facile cadere nella tentazione di annebbiare tutti i problemi ricorrendo a sostanze stupefacenti o alzando un po' il gomito. «Si sa che nei momenti come quello attuale - riprende Meini - in cui le difficoltà economiche preoccupano molto le persone, c'è il rischio di entrare in tunnel da cui è difficile poi uscire. Il fatto che l'aumento di nostri pazienti coincida con la fine del 2008 è indicativo della situazione attraversata dalla società in cui viviamo, ma non basta a spiegare il fenomeno. Siamo preoccupati, ma lo siamo ancora di più per i tanti che non vengono da noi a chiedere aiuto».
Andreas Quirici