Psychology of Addictive Behaviors: una ricerca rivela che chi studia all'estero beve di più
Psychology of Addictive Behaviors: una ricerca rivela che chi studia all’estero beve di più
Uno studio mostra che gli studenti che frequentano l'università all'estero raddoppiano la quantità di alcol ingerita: una
specie di "effetto Erasmus alcolico"
Gli studenti universitari che studiano all'estero raddoppiano, nel periodo trascorso al di fuori dei propri confini, la
quantità di alcol ingerita. E le aree dove questo effetto si registra maggiormente sono l'Europa, l'Australia e la Nuova
Zelanda. A svelare questo "effetto collaterale" di piani di studio all'estero come l'Erasmus è uno studio della University of
Washington, pubblicato sulla rivista Psychology of Addictive Behaviors. La ricerca è in realtà basata solo su un campione di
studenti provenienti dall'University of Washington: ma l'effetto è, con ogni probabilità, generale.
In Europa si beve di più
La ricerca non parla necessariamente, peraltro, di bevute "sregolate" o fuori norma. In fondo, spiegano i ricercatori, in
Europa la cultura dell'alcol è profondamente diversa da quella americana. E un bicchiere di vino a pasto, come avviene quasi
comunemente in Europa, da solo aggiunge molto alla quantità di alcol ingerita da uno studente americano medio. Quel che è
certo è che, nel campione di studenti studiati dalla ricerca, si registra un raddoppio della quantità di alcol ingerita nel
periodo in cui ci si trova all'estero: la crescita è del 105% (170% per chi è al di sotto dei 21 anni e dunque negli States
non potrebbe nemmeno bere una birra) - Una volta tornati a casa, si ritorna alle medie pre-viaggio. "In realtà", spiegano i
ricercatori, "quello che si nota è un adeguamento alle abitudini alcoliche dell'area dove si va a studiare". Anche quella
dell'alcol, in fondo, può essere una cultura da scoprire.