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Reggio Calabria: coinvolti mille studenti in un programma di ricerca/azione sulla prevenzione delle dipendenze

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Reggio: coinvolti mille studenti in un programma di ricerca/azione sulla prevenzione delle dipendenze

I risultati della terza annualità del progetto "Promuoviamo la Prevenzione", nato da una sinergia d'azione fra tre associazioni del privato sociale reggino, finanziato dal Fondo Nazionale di Lotta alla Droga L.45/99 ,sono stati presentati nel corso di un convegno svoltosi in questi giorni nell'aula magna del Liceo Pedagogico T.Gulli di Reggio Calabria.


La Comunità Emmanuel, che dell'attività è l'ente gestore, con questo progetto ha voluto affrontare due sfide: quella di realizzare un lavoro che risponda alle prospettive indicate dal titolo, e quella della collaborazione in rete, caratterizzata dal dialogo e dalla integrazione con i partner con cui si condivide l'azione. La collaborazione è stata portata avanti in spirito di libero confronto e piena partecipazione con altre due comunità impegnate sul territorio di Reggio Calabria nella lotta alle alcol-tossicodipendenze: l'Associazione William Latella ,che gestisce il Vecchio Borgo, e la Cooperativa Sociale Ganimede.


L'impegno delle tre Comunità e degli operatori, che da anni si passano il testimone dei valori e della conoscenza, è di combattere contro una delle piaghe che maggiormente si insinua e prolifera nel sottobosco della nostra società civile: quella della dipendenza e della tossicomania. La consapevolezza è che per vincere tale battaglia bisogna agire a più livelli al fine di promuovere una nuova cultura in grado di sostenere e difendere l'affermazione dell'autenticità del proprio esistere.


Le attività previste hanno permesso ai professionisti del settore, facenti parte delle associazioni partner, di coinvolgere un migliaio di adolescenti e giovani studenti d'età compresa tra i 15/18 anni degli istituti scolastici reggini "Volta","Piria","Gulli" e "Frangipane".
Durante il convegno sono stati presentati ,tra l'altro,gli esiti di un interessante questionario che ha interessato un campione di 996 allievi,di cui 630 femmine e 356 maschi. Scorrendo le domande poste,la grandissima parte dei ragazzi alla domanda su cosa rappresenti per loro la scuola hanno risposto che "è un luogo in cui formarsi e prepararsi al futuro".E' fortemente indicativa la consapevolezza del ruolo della scuola nella vita formativa dei giovani ,tanto che, a conferma di ciò, gli stessi subito dopo dichiarano di volere che gli insegnanti siano " persone pronte al dialogo e che sappiano dare delle regole" e che "si preoccupino di trasmettere conoscenze".


Questa istanza dell'ascolto attivo,della comprensione,della relazionalità è una costante richiesta del mondo giovanile verso gli adulti,nello specifico i docenti. Infatti è in una buona comunicazione/relazione educativa che, peraltro,si concretizza la prevenzione per eccellenza.
Testato anche il mondo valoriale del campione,che non ha avuto indugi nel dare indicazioni significative. Le cose in cui più crede la maggioranza di loro secondo una scala di priorità sono: la famiglia,il valore della vita,l'amore,gli amici,Dio.


Alla domanda su dove si possono reperire gli stupefacenti il campione studentesco dei quattro istituti da le stesse risposte. Per primo in discoteca, poi feste private, locali pubblici e pub, villa comunale, sala giochi e scuola.


Ora tutti coloro che, a vario titolo, vi si ritrovano con le "mani in pasta" sanno bene che il fenomeno dello spaccio è continuo si manifesta in forma sempre più grave. Gli spinelli sono ormai alla portata di tutti. Anche la scena dello spaccio è completamente mutata: non più le "piazze", ma appuntamenti in serie via telefonino; non più le figure, ormai superate, delle persone tossicodipendenti spacciatrici, ma giovani stranieri, salariati della vendita al dettaglio se non addirittura cottimisti ad un euro a dose venduta. Marijuana e droghe sintetiche sono associate a stili di vita e culture giovanili che in qualche modo legittimano il consumo delle droghe e minimizzano i rischi che vi sono associati. Il loro abuso è collegato ad attività nel tempo libero:le sere del fine settimana,le notti in discoteca,come abbiamo visto, le ore con gli amici, spazi e tempi nei quali ci si sente liberi da impegni di lavoro, scuola, famiglia.


Per contrastare ,invece,la pesante diffusione e il consumo di stupefacenti nelle scuole è da tempo che insistiamo che è necessario intensificare al massimo gli interventi di prevenzione e di sorveglianza sulla salute dei giovani da parte di insegnanti e genitori: si rende estremamente utile il potenziamento dell'informazione destinata a insegnanti e genitori su modalità di assunzione, caratteristiche ed effetti delle droghe, segni e sintomi comportamentali di uso e dipendenza, ma anche avvertimenti su pericolosità dell'assunzione per la salute dei giovani e sull'impossibilità da parte di chi fa uso di sostanze di conoscere la reale composizione di ciò che sta per immettere nel proprio organismo, con rischi anche mortali in caso di tossicità elevata.


Nel frattempo, le dipendenze hanno allargano il loro spettro ad oggetti diversi: gioco d'azzardo e dipendenze telematiche in particolare.Ed anche su questi terreni l'offerta, legale ed illegale, svolge il suo ruolo non secondario. Gambling, Internet, videogiochi, cellulare,comportamenti e oggetti che sono entrati dentro il questionario proposto agli studenti e che hanno restituito interessanti elementi di riflessione. Anche se la maggior parte dei ragazzi risponde di giocare d'azzardo raramente, preoccupa che una percentuale di loro lo faccia una volta o più durante la settimana e che dopo una perdita torni a giocare subito o il giorno dopo.


I dati, come si sa nel nostro Paese, sono allarmanti. Molti dei nostri giovani rischiano di invertire il rapporto tra l'attività umana e una compulsività del gioco che lo riduce ad un automa. Necessario porre sotto controllo la pubblicità dei giochi,a tutela dei minori e delle persone più fragili. Bisogna mettere insieme livelli di responsabilità:ordine pubblico e potere dei sindaci. Importante il recente riconoscimento della ludopatia, la malattia della dipendenza dal gioco.
E non c'è dubbio che la rete ha contribuito a far dilagare la videogiochi dipendenza.


La ricerca, poi, aveva l'obiettivo di conoscere quanto e come gli studenti usano internet e in che relazione l'uso della tecnologia sta con l'eventuale isolamento sociale degli adolescenti.
Dallo studio emerge, ad esempio, che la maggior parte ragazzi sta al computer 2-3 ore al giorno ma un buon 30% del nostro campione ci trascorre fra 5 e più ore ; che l'attività prevalente è contattare gli amici o trovarne di nuovi (social network e chat),ma anche per semplice esplorazione del web ,video,musica, giochi on line e di ruolo. Come si vede, navigare in Internet è un'attività importante per i ragazzi, solo che una percentuale minima si accorge di essere rimasto on line più del previsto. La maggior parte ne ha consapevolezza ogni tanto o raramente. Ed ancora, anche se la maggior parte non ha sempre internet nei suoi pensieri un buon 30% del campione sta veramente bene solo quando è on line. Un uso, quindi problematico di ,Internet.


Infine il rapporto con il cellulare è pervasivo ed invasivo nella loro vita, se si pensa che la gran parte degli studenti lo tiene sempre acceso(quindi anche in classe! e di notte).
Proprio sul terreno dei comportamenti compulsivi da dipendenze telematiche gli allievi delle scuole interessate dal progetto hanno prodotto dei documenti interessanti quanto ironici ed una serie di materiali che sono stati distribuiti al termine di un lavoro risultato molto proficuo. Ennesima dimostrazione di come la scuola pubblica sia in grado di produrre risultati interessanti valorizzando e stimolando i ragazzi nella maniera giusta.


Prof. Guido Leone
Già Ispettore tecnico USR Calabria


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)