Sardegna: otto milioni di euro per il reinserimento lavorativo dei tossicodipendenti
Sardegna: otto milioni di euro per il reinserimento lavorativo dei tossicodipendenti
La Regione Sardegna, capofila in Italia, avra' a disposizione otto milioni e mezzo di euro per attivare il progetto Reli, per il reinserimento lavorativo integrato degli ex tossicodipendenti attraverso una rete di comunita' e cooperative sociali.
Nell'arco di due anni (con possibilita' di finanziamento di un'altra annualita' a seconda dei risultati ottenuti) la Regione, secondo quanto previsto da un accordo con il dipartimento Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, "deve studiare ed individuare un percorso di trasformazione culturale ed organizzativa che cerchi di modificare l'atteggiamento dei sistemi assistenziali e realizzi condizioni di automantenimento di queste attivita' e delle organizzazioni che le intraprendono, creando e diffondendo una mentalita' di tipo sociale".
Gli obiettivi di Reli sono stati presentati questa mattina dall'assessore alla Sanita', Antonello Liori, e dal capo Dipartimento Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Serpelloni. L'assessorato ha individuato come responsabili operativi del progetto don Chino Pezzoli, della cooperativa Promozione umana, padre Salvatore Morittu, di Mondo X Sardegna, Antonio Canu e Roberto Pirastu, responsabili del Serd di Quartu e Iglesias.
"La quinta Conferenza nazionale sulle droghe - ha sottolineato l'assessore della Sanita' - ha fortemente raccomandato l'incentivazione e la promozione delle attivita' di reinserimento socio-lavorativo degli ex tossicodipendenti".
"Si tratta di fondi", ha aggiunto l'assessore in riferimento agli 8,5 milioni di euro per il progetto, "che la Giunta Soru non aveva mai preso in considerazione. Oggi la Sardegna non solo ottiene un importante e cospicuo finanziamento con rilevanti finalita' sociali, ma diventa anche la Regione capofila di questo progetto nazionale. L'iniziativa - proposta come obiettivo nel Piano regionale di sviluppo - prevede una durata di due anni, con possibilita' di finanziamento per un'altra annualita' sulla base dei risultati raggiunti." "La scelta della Sardegna come capofila del Progetto non e' un caso", ha spiegato Serpelloni. "Infatti, il modello delle comunita' isolane e' stato considerato vincente e merita di essere esportato in tutto il territorio nazionale. Siamo soddisfatti, perche' finora la Regione ha dimostrato importanti capacita' organizzative, mettendo a disposizione anche un locale che diventera' la sede nazionale del Progetto. Si tratta di una sfida che parte con il piu' importante stanziamento per il reinserimento mai stanziato finora e che si affida ad un gruppo di operatori, forti dell'esperienza maturata nelle comunita' sparse nel territorio nazionale".
"Il binomio cura e reinserimento - hanno aggiunto Don Chino Pezzoli della cooperativa "Promozione umana" e Padre Salvatore Morittu di "Mondo X Sardegna", tra i responsabili del Progetto - e' sempre stato un fondamento delle nostre comunita', che hanno assegnato un'importanza decisiva alla creazione di professionalita', indispensabili per riqualificare veramente le persone. Ora, occorre organizzarsi con mentalita' imprenditoriale".