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Skid Row Alcoholism: l'immagine del ventunesimo secolo

Skid Row Alcoholism: l'immagine del ventunesimo secolo


Il vecchio alcolista non esiste più. Nel ventunesimo secolo sono le polidipendenze a fare da padrone: chi abusa di alcol

solitamente abusa anche di droga ( cocaina, anfetamina o eroina) e in alcuni casi manifesta una propensione anche per il

gioco d'azzardo o per il cosiddetto «skid row alcoholism», l'alcolismo dei senza fissa dimora. Un fenomeno inquietante, ancor

più se letto in accostamento ai dati che parlano di una riduzione esponenziale dell'età di coloro che manifestano simili

problemi, non più solo persone adulte o emarginate, ma anche giovani di venti-venticinque anni socialmente inseriti che in

breve tempo si trovano coinvolti in una spirale di assuefazione non più controllabile.
Per questo servono interventi mirati. Per questo le realtà del territorio devono fare rete, e non semplicemente per arginare

il problema ma per combatterlo, dando vita a percorsi articolati per le vittime delle dipendenze ma anche per i loro

familiari, spettatori impotenti di una autodistruzione molto difficile da accettare.
Con questi presupposti l'assessorato provinciale alla Famiglia e alle Attività Socio Assistenziali e l'Apcat (associazione

provinciale dei club degli alcolisti in trattamento) hanno organizzato dal 27 settembre al 2 ottobre il «Corso di

sensibilizzazione all'approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi», un progetto finanziato dal fondo

dell'Osservatorio nazionale per il volontariato che mira a approfondire i problemi medici e sociali connessi all'uso di alcol

e il loro legame con altre sostanze che siano psicoattive.
IL PUNTO DI RIFERIMENTO per il progetto e per i Club degli alcolisti in trattamento (11 nella nostra città, 76 in provincia,

300 in Lombardia e oltre 2000 in tutta Italia) è il metodo elaborato dal noto neuropsichiatra croato Vladimir Hudolin che ha

dato l'avvio ad una nuova esperienza basata sull'idea dell'alcolismo come uno stile di vita, e come tale modificabile.
«Il metodo dà dei buoni risultati - dichiara il presidente dell'Arcat Lombardia Francesco Roda -. Più o meno il 70 per cento

di coloro che partecipano ai nostri incontri nell'arco di tre anni riescono a superare la dipendenza, anche se noi

consigliamo di continuare a frequentare il club anche dopo». Di «un percorso efficace, che mira a fornire degli strumenti

concreti per superare la dipendenza» parla il presidente dell'Apcat bresciano Carlo Riva, mentre l'assessore provinciale

Aristide Peli esprime il suo apprezzamento per un' iniziativa volta a combattere «un fenomeno di costume come quello dell'uso

e dell'abuso di alcol sempre più diffuso».