News di Alcologia

Sotto il profilo medico probabilmente non c'è nulla da eccepire. Ma come spiegare ai genitori preoccupati per il diffondersi dell'influenza suina, che il vaccino a Torino è disponibile per tossicodipendenti e alcolisti ma non per i loro bambini? Sono le indicazioni delle ordinanze ministeriali firmate dal viceministro della Salute Ferruccio Fazio (in data 11 settembre, 30 settembre e 20 ottobre) e declinate dalla Regione nell'ambito della seconda fase della vaccinazione contro il virus A/H1N1. Indicazioni che prevedono la somministrazione - su base volontaria e gratuita, ovviamente - del vaccino a donne in gravidanza dal quarto mese in poi, bambini da 6 a 24 mesi nati prematuri, persone considerate a rischio con un'età compresa tra i 6 mesi e i 64 anni. Fra le 34 patologie che consentono l'accesso alla cura, in quanto fattori di rischio (ci sono, ad esempio, il diabete, l'Alzheimer, la cirrosi epatica, l'infezione da Hiv, l'insufficienza cardiaca, l'asma) c'è anche la "dipendenza da sostanze stupefacenti, psicotrope e da alcool". La vaccinazione per tutte queste tipologie - si tratta del secondo scaglione dopo quello riservato a medici e operatori sanitari - è iniziata sabato scorso, per la verità con poco successo. Ieri invece al Regina Margherita e al Sant'Anna si è aperta la campagna per donne in gravidanza e bambini: nel corso della giornata si sono presentate 90 persone, 40 donne e 50 bambini con gravi patologie. Per tutti gli altri, bambini, ragazzi e adulti considerati non a rischio, bisognerà aspettare ancora, quantomeno dopo il 21 novembre. Intanto, secondo gli ultimi dati disponibili, la diffusione del virus è arrivata a 9,5 casi per mille, un livello più alto del picco raggiunto dall'influenza stagionale lo scorso inverno, e vicino al record (attorno al 15 per mille) fatto registrare nel 2002/2003. La fascia di età che presenta più casi è quella che va dai 5 ai 14 anni con un'incidenza di 43 su mille, a seguire quella da 0 a 4 anni con 15 casi per mille