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L’UNODC interviene con strategie efficaci nel Mekong

Lo United Nations Office on Drugs and Crime di Vienna ha recentemente presentato un nuovo studio sulla criminalità organizzata transnazionale e i sui loschi traffici nel quadrante del Greater Mekong. Questa è un’area estremamente problematica composta da sei stati (la Cambogia, il Laos, li Myanmar, la Thailandia, il Vietnam e lo Yunnan - Cina) insistenti nel bacino del fiume Mekong, dove il narcotraffico e tutta una serie di reati a carattere ambientale sono da tempo una seria minaccia sia per il fattore legalità che quello della tutela della biodiversità.

Le Nazioni Unite con la pubblicazione del volume “Border Control in the Greater Mekong Sub-region” hanno voluto offrire un documento strategico che predisponesse delle linee d’indirizzo utili al lavoro delle forze dell'ordine impegnate nel controllo delle frontiere terrestri. Il Sud-Est asiatico sta vivendo un periodo di integrazione socioeconomica senza precedenti, soprattutto in termini di scambi commerciali e connettività con l’Europa ed il Nord America. Per questo i 10 stati-membri dell'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN) si sono fatti promotori nell’ultimo quinquennio di ingenti investimenti che hanno permesso la realizzazione (ad un ritmo vertiginoso) di numerose strade, ponti, ferrovie, porti e aeroporti.

Uno sviluppo che di riflesso ha generato un sempre più complesso monitoraggio degli spazi di frontiera, concedendo maggiori opportunità per la malavita in termini di traffico illecito. L’obiettivo dell’UNODC è quello di proporre interventi a breve e medio termine che migliorino il sistema di controllo, favoriscano la cooperazione transfrontaliera attraverso meccanismi multi-agenzia, ottimizzino la raccolta, l’analisi e diffusione delle informazioni indispensabili per le operazioni di contrasto.

http://www.droganews.it/news/2144/L%E2%80%99UNODC_interviene_con_strategie_efficaci_nel_Me.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)