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University of California: studio sugli effetti delle metanfetamine sulla faccia dei consumatori

University of California: studio sugli effetti delle metanfetamine sulla faccia dei consumatori

Metanfetamine, cosi distruggono la vostra faccia

Uno degli effetti delle sostanze psicoattive è il precoce e rapido invecchiamento, non soltanto del viso ma anche di altre parti del corpo. Ricercatori californiani guidati da un italiano hanno identificato i meccanismi molecolari alla base della degenerazione

Uno degli effetti più visibili e drammatici delle metanfetamine, note sostanze psicoattive, è il precoce e rapido invecchiamento nelle persone che ne abusano. Tuttavia, i meccanismi molecolari alla base del tragico processo di decadimento generale dell’intero organismo non erano ancora noti.

Li hanno identificati un gruppo di ricercatori guidati dall’italiano Daniele Piomelli, professore di Anatomia e Neurobiologia dell’University of California a Irvine” che sono anche riusciti a bloccare la successione di eventi molecolari scatenata dalle metanfetamine, annullandone così l’effetto tossico sui tessuti e arrestando l’invecchiamento degli animali studiati. Se confermati anche sugli esseri umani, i risultati, apparsi ieri sulla rivista PLoS ONE, fornirebbero un farmaco in grado di aiutare chi ha sviluppato una dipendenza da queste sostanze.

Infatti, costoro vanno incontro ad un vasto e rapido degrado dell’intera bocca – tanto che gli americani hanno coniato il termine “Meth Mouth” (bocca da metanfetamine) – e del volto, che diventa emaciato e rugoso. Meno evidente, ma altrettanto tragico, è il decadimento dell’organismo, con la comparsa precoce di malattie tipiche dell’invecchiamento fisiologico, come la fibrosi polmonare, la steatosi epatica e arteriosclerosi delle arterie coronariche, patologie testimoniate dalle autopsie.


Alla ricerca di un marcatore biologico della tossicità della sostanza, i ricercatori hanno analizzato il metabolismo della metanfetamina D scoprendo che «gli enzimi che la distruggono, i citocromi, producono radicali liberi fortemente tossici che a loro volta determinano l’accumulo di una molecola lipidica chiamata ceramide, che determina infiammazione e morte cellulare» ci spiega il responsabile della ricerca, il professor Piomelli che è anche titolare della cattedra Louise Turner Arnold in Neuroscienze in California. «È noto, infatti, che la presenza di ceramidi all’interno della cellula ne causa la senescenza. Si sa anche che la quantità di queste molecole lipidiche è maggiore nei soggetti anziani e in presenza di certe patologie». 


 I ricercatori hanno quindi ipotizzato che l’invecchiamento da metanfetamine potesse dipendere da un accumulo di queste molecole. Osservando il repertorio lipidico (il lipidoma) di topi, liberi di auto somministrarsi la metanfetamina, hanno notato proprio un accumulo di ceramidi, non solo nel cervello ma anche in vari organi.

Individuato il meccanismo molecolare, i ricercatori hanno quindi cercato di bloccarlo attraverso un inibitore della sintesi della ceramide, la L-cicloserina (L-CS), con il risultato di un minor accumulo dei ceramidi associato, come previsto, ad un blocco dell’invecchiamento cellulare  precoce e dell’infiammazione indotti dalla sostanza psicoattiva. Ebbene, i risultati sono stati chiari, nei topi «pur persistendo la dipendenza e quindi il comportamento d’abuso, i parametri infiammatori sono risultati normalizzati e i danni d’organo pressoché inesistenti».  Anche l’aspetto degli animali e della loro pelliccia migliorano radicalmente.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.lastampa.it/2015/02/12/scienza/benessere/metanfetamine-cosi-distruggono-la-vostra-faccia-Z8aNGe9ssrMOYLXD3bNQZO/pagina.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)