Cannabis: "varco" pericoloso verso la dipendenza da altre sostanze
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fonte: Dipartimento Politiche Antidroga
La cannabis, più di ogni altra sostanza psicoattiva, date le sue proprietà e la sua "maneggevolezza", può essere considerata
una droga gateway perché fa sperimentare a chi ne fa uso sensazioni e alterazioni dello stato di coscienza che possono
indurlo a reiterare questo comportamento, creando una sensibilizzazione dalla quale possono scaturire comportamenti d'abuso e
di ricerca di sostanze più forti.
A questa conclusione giungono gli autori del manuale "Cannabis e danni alla salute. Aspetti tossicologici, neuropsichici,
medici, sociali e linee di indirizzo per la prevenzione e il trattamento", realizzato dal Dipartimento Politiche Antidroga in
collaborazione con l'Unodc (United Nations Office on Drug and Crime) e col Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca e
presentato in questi giorni dal Senatore Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle
Politiche Antidroga.
La sensibilità agli effetti della cannabis e la predisposizione a sviluppare forme di dipendenza da altre sostanze
stupefacenti, si legge nella pubblicazione, sono caratteristiche variabili a seconda dell'individuo, influenzati da fattori
neurobiologici e congnitivo-comportamentali oltre che da elementi come l'attitudine al rischio e alla sperimentazione, l'
ambiente sociale e familiare, il potere d'acquisto, la disponibilità e l'accessibilità della sostanza e le sue proprietà
biotossicologiche. L'insieme di questi fattori è dunque il mix che fa la differenza tra chi sperimenta la cannabis per poi
abbandonarla e chi, invece, passa a gradi superiori di consumo: da quello occasionale a quello permanente per arrivare alla
dipendenza. Gli autori concludono osservando che se la cannabis, come altre sostanze psicoattive, viene utilizzata da una
persona che ha proprio fattori di vulnerabilità, essa potrà diventare una cosiddetta droga gateway.