Il Digital Detox e il silenzio come antidoti alla dipendenza da smartphone
Il Digital Detox e il silenzio come antidoti alla dipendenza da smartphone
Come prendersi un giorno a settimana senza smartphone
di Anna Fata
Secondo i dati forniti da Growth for Knowledge https://www.gfk.com/it/insights/press-release/mercato-globale-smartphone-ancora-in-crescita-nel-2018-5/ all’inizio del 2019 il valore del mercato globale degli smartphone è ancora in crescita (+5% nel 2018), nonostante un lieve calo nel numero delle unità vendute (-3%). Anche l’Italia sembra seguire questa tendenza con un lieve abbassamento del numero della unità vendute (-3,7%) e un innalzamento del fatturato di vendita (+6,6%) dovuto ad acquisti di prevalentemente di prodotti di fascia medio-alta, con un prezzo superiore ai 600 euro (48% della quota a valore).
Rincorriamo l’ultimo, fiammante modello, a patto che sia veramente innovativo, che ci possa offrire esperienze sorprendenti, entusiasmanti, coinvolgenti. Ormai i nostri smartphone sono veri e propri computer con caratteristiche e potenzialità di tutto rispetto, che hanno numerose funzioni che vanno ben oltre le semplici telefonate. Un esempio è rappresentato dal cosiddetto “gaming”: pare che il 55% dei possessori di smartphone abbia utilizzato il proprio dispositivo almeno una volta nell’ultimo mese per vivere questa esperienza.
Smartphone dipendenza
Questi numeri non sono privi di effetti su di noi e la nostra qualità della vita. Secondo i dati forniti da Agi-Censis il 61% di noi utilizza lo smartphone a letto, il 34% a tavola, il 14% degli adulti e il 20% dei giovani anche mentre guida l’auto. Il 77% non riesce a dormire se non può collegarsi ai Social anche di notte, il 63% accede subito alla rete appena si risveglia.
La buona notizia, almeno parziale, è che molti di noi (il 27,7%) sono consapevoli di avere sviluppato una vera e propria dipendenza da smartphone e servizi ad esso associati, l’11% vive con ansia l’impossibilità di collegarsi alla rete. Il 60,7% ha avuto modo di riflettere sulla propria dipendenza, ma solo il 28,6% ha compiuto qualcosa di concreto per cercare di ridurre tale schiavitù.
Purtroppo, secondo una ricerca condotta da Recovery Data la nostra dipendenza da smartphone interferisce non solo con il nostro benessere personale, ma anche con quello interpersonale e relazionale. Secondo la ricerca, le attività prevalenti che svolgiamo tramite smartphone sono: controllare i social, leggere le notizie, scattare foto, vedere brevi video, effettuare ricerche.
Purtroppo, però, a causa del troppo tempo trascorso ispezionando lo smartphone, tra telefonate, letture e risposte ai messaggi, osservazione dei profili altrui sui social, mail e notifiche di facebook, tendiamo a litigare di più con chi ci sta intorno, per lo più il partner (17%), i figli (15%) e gli amici (15%).
Lo smartphone e il silenzio
Uno degli aspetti della nostra vita che sono venuti sempre più a mancare, a causa di questa onnipresenza e funzionalità dei nostri smartphone, è il silenzio e con esso lo spazio completamento vuoto da stimoli, attività e forme varie di intrattenimento. Sembra che stia venendo sempre meno il tempo e lo spazio per non fare, per rilassarsi, svuotare la mente, fantasticare, dare spazio alla creatività, e a volte, magari anche annoiarsi.
Essere sottoposti a continue stimolazioni, interruzioni, distrazioni, rumori, alla lunga, può danneggiare il nostro equilibrio psicofisico. Nello specifico, gli effetti collaterali più frequenti possono essere:
- innalzamento dei livelli di ansia e stress
- tendenza all’insonnia
- aumento dei rischi di patologie cardiovascolari
- riduzione della qualità delle relazioni e aumento del livello di conflittualità.
I benefici del silenzio
Numerosi sono i benefici che il silenzio può apportare alla salute psicofisica:
- riduce i livelli di ansia, stress, depressione
- migliora la qualità del sonno e contrasta il rischio dell’insonnia
- stimola la concentrazione e la capacità di ascolto
- riduce i livelli di ipertensione e i rischi di malattie cardiache
- incrementa i livelli di endorfine e serotonina e il relativo senso di benessere e felicità e minore percezione del dolore
- aumento dello sviluppo dell’ippocampo e delle relative funzioni legate alla memoria
- accrescimento dell’attività della circonvoluzione marginale destra del cervello deputata all’empatia
- rafforzamento del sistema immunitario, grazie alla riduzione dei livelli di cortisolo e adrenalina.
Come ritagliarsi un giorno di silenzio a settimana
Ritagliarsi una giornata di silenzio, liberi dallo smartphone e da altri dispositivi che possono interferire con la nostra tranquillità e il silenzio, è possibile. Magari all’inizio ci può sembrare difficile, faticoso, o artificioso. Cambiare una abitudine, del resto, almeno all’inizio può comportare un determinato grado di sforzo, ma i benefici, in genere, non tardano ad arrivare e sono proprio quelli che offrono la gratificazione e la motivazione necessarie per perseverare nel proprio intento.
1* Il Web, i Social, lo smartphone e tutte le sue notifiche ci pongono in una condizione di continua allerta. Il nostro comportamento in queste condizioni ci pone in una dinamica di pronta reazione, contribuendo ad innalzare i livelli di tensione, stress, ansia.
Come fare?
Stabilire se e quali funzioni e notifiche strettamente indispensabili alla nostra e altrui sicurezza lasciare attive. Evitare di controllare a vista lo smartphone, ponendolo in un luogo in cui non lo si può vedere, ma solo, eventualmente, sentire in caso di stretta e documentata urgenza, in tasca o in borsa. Si è notato, infatti, che anche solo vedere lo schermo di uno smartphone crea in noi un senso di allerta e distrazione.
2* Il Web e i Social, con i loro algoritmi, ci pongono in una sorta di bolla che filtra la percezione della realtà, secondo i nostri punti di vista
Tutti noi abbiamo convinzioni, credenze, punti di vista, pregiudizi. Quello che può fare la differenza è essere consapevoli che la nostra percezione della realtà è limitata. Quando ci affacciamo al Web e ai Social, alle nostre convinzioni personali, che ci inducono psicologicamente a cercare delle conferme e a trascurare le disconferme, si aggiungono degli algoritmi appositamente elaborati per fare in modo che vengano visualizzate solo informazioni in linea con il nostro pensiero, le preferenze, le esigenze, i bisogni, gli eventuali problemi da risolvere.
Come fare?
Prendersi un giorno di silenzio e di distanza da questo mondo ci può aiutare a riaprire la mente, crea spazio e tempo per i confronti diretti, personali, con altri individui, permette interazioni immediate e non filtrate da schermi, algoritmi, né altre infrastrutture tecnologiche che, in quanto tali, contribuiscono a distorcere i messaggi.
La minore presenza di filtri e la possibilità di esserne più consapevoli può aiutarci anche a ridurre il fenomeno della polarizzazione, che spinge a coalizzarsi, creare fazioni e a entrare più facilmente in conflitto con chi pensa, vede e vive la realtà in modo diverso da noi. Le relazioni in questo modo ne possono beneficiare e noi possiamo arricchirci interiormente in modo più intenso e profondo. La serenità interiore e il silenzio che ne possono scaturire possono essere notevoli.
3* Comunicare prevalentemente o esclusivamente per iscritto, ancora più se con abbreviazioni o emoticon, può esporre maggiormente al rischio di fraintendimenti, riduce il senso di empatia e apre a maggiore possibilità di conflitto
L’uso della comunicazione scritta, a meno che non godiamo di una padronanza magistrale della lingua scritta per la sua scrittura, decodifica e comprensione, e se non abbiamo grande familiarità con il nostro interlocutore, espone ampiamente al rischio di un fraintendimento tra le intenzioni comunicative di chi scrive e le capacità e intenzioni interpretative di chi legge. Questo può rendere le relazioni molto difficili e potenzialmente conflittuali e a rischio di rottura.
Questo vale sia nella vita privata, sia in quella professionale, in quanto entrambe comportano la veicolazione di messaggi a volte molto complessi e delicati.
Come fare?
Dedicare l’uso dei messaggi scritti alle semplici e brevi comunicazioni di servizio, alle questioni pratiche e immediatamente comprensibili e avvalersi maggiormente di telefonate in diretta oppure di incontri di persona, specie per le questioni più delicate.
Anche gli audiomessaggi registrati, infatti, si è visto che non sembrano essere immuni da fraintendimenti. La possibilità di un confronto in diretta, invece, rende possibile la correzione e la rettifica del messaggio qualora si dovesse intuire che non è stato interpretato correttamente dal destinatario. Anche se si potrebbe pensare che questa sia una perdita di tempo, in realtà rappresenta un guadagno: evita continue rettifiche, audio o testuali del messaggio, il ripetuto rimuginare di questioni irrisolte con le concomitanti emozioni, per lo più negative e la distrazione che comportano.
Una intera giornata dedicata esclusivamente ai rapporti vis a vis può potenziare ampiamente tutti questi benefici personali e relazionali.
4* Evitare il multitasking
Spesso si tende ad utilizzare lo smartphone mentre si compiono in contemporanea una o più altre azioni. Questo crea tensione, ansia, distrazione, rimuginazioni continue, rischio di errore, in quanto l’attenzione, che ha una sua quantità intrinsecamente limitata per ciascuno di noi, viene suddivisa tra le diverse mansioni.
Se ci relazioniamo ad una persona mentre usiamo lo smartphone è pressoché inevitabile che la qualità dell’ascolto diventi scadente e l’empatia si riduca, se guidiamo l’auto il rischio di incidenti sale dismisura (secondo Automobile Club il 75% è dovuto alla distrazione indotta dall’uso dello smartphone), se studiamo o lavoriamo il tempo per svolgere la mansione aumenta a causa delle ripetute distrazioni e interruzioni e con esse il rischio di errore e l’ulteriore tempo per correggerli.
Il multitasking, quindi, a dispetto delle comuni convinzioni, rappresenta una perdita di tempo. Il cervello umano non è fatto per tollerarlo.
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://visibilita.net/dipendenza-da-smartphone/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)