Bevendo speravo di poter stare tranquillo senza più pensare a mio padre ma non era così, anzi l'alcool mi faceva sentire nervoso, irritabile ed aggressivo nei confronti di mia madre.
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Ho iniziato a bere birra alla morte di mio papà avvenuta due anni fa. In genere prima non mi era mai capitato, bevevo solo fuori casa insieme ad un'amica.
Ho cominciato con due o tre birre al giorno per poi arrivare fino ad otto.
Mi è capitato di essere così ubriaco da finire in Pronto Soccorso e poi essere riaccompagnato a casa dalle forze dell'ordine.
La prima volta l'ho fatto per non pensare al mio lutto ma continuavo ad avere in mente mio papà, così ho iniziato ad aumentare la quantità giornaliera.
Continuavo a bere a casa della mia amica ma i pensieri non passavano.
A volte tornavo a casa mia ubriaco e mia madre se ne accorgeva e non era contenta: mi rimproverava e questa cosa mi faceva sentire male.
Un giorno mia madre, ormai esasperata ed impossibilitata ad aiutarmi da sola, mi ha portato al Ser.T. sperando di trovare con loro una soluzione: mi hanno proposto incontri continuativi ai quali però non mi sono presentato perchè secondo me erano inutili.
Bevendo speravo di poter stare tranquillo senza più pensare a mio padre ma non era così, anzi l'alcool mi faceva sentire nervoso, irritabile ed aggressivo verbalmente nei confronti di mia madre.
Una volta l'ho addirittura spinta e dopo quell'episodio mia sorella ha convinto mia madre a denunciarmi e da lì è cominciato l'iter giudiziario con tanto di carcerazione durata 5 mesi.
Dopo questo periodo sono stato trasferito al CUFRAD su suggerimento sia del Ser.T. che del mio avvocato e ora sto scontando qui la mia condanna agli arresti domiciliari.
L'esperienza del carcere è stata brutta perchè non potevo vedere mia madre in quanto parte lesa; mia sorella invece veniva tutte le settimane.
Quando è morto mio papà non lavoravo e anche prima ho sempre lavorato poco e solo lavoretti saltuari tramite una cooperativa; avevo pochi amici, forse giusto un paio, e mio padre era tutto il mio mondo.
Non mi sono mai sentito davvero capito da mia madre nè tantomeno da mia sorella, sebbene sapessi che mi volevano bene.
Quando non ho più avuto il mio unico punto di riferimento all'interno della famiglia, mi sono sentito solo e vuoto, un vuoto incolmabile.
Dal momento che vedevo anche mia madre e mia sorella soffrire ho preferito celare la mia sofferenza dietro l'alcol per non aggiungere la mia alla loro.
Se ci ripenso ora, col senno di poi, mi rendo conto che se non fossero intervenute mia madre e mia sorella io avrei continuato a bere non so per quanto tempo ancora nonostante i ripetuti accessi in Pronto Soccorso e gli interventi dei Carabinieri.
Questa è la mia prima esperienza, e tutto sommato qui mi trovo bene.
Ora vedo e sento sia mia madre che mia sorella con regolarità. Non trascorrendo tutto il mio tempo con loro non posso dire che tipo di rapporto io abbia con loro.
A volte penso che la colpa di tutto questo sia anche un po' loro perchè non sono state in grado di aiutarmi: invece di denunciarmi avrebbero potuto starmi vicino in altro modo, ma non so come. Le ho sempre sentite distanti e un po' giudicanti nei miei confronti.
Queste cose non le ho mai dette a loro perchè non me la sento; in passato gli ho parlato della mia sofferenza e dopo mi pareva di sentirmi meglio, ma ciò non mi ha impedito di continuare a bere.
Ora non ho più il desiderio dell'alcol ma sento ancora forte la mancanza di mio padre.
Spero che la permanenza in Struttura mi aiuti a non pensare troppo , a superare la mia perdita, a tenermi impegnato soprattutto con la mente e a farmi socializzare.
Ho sempre avuto un po' di difficoltà a relazionarmi con gli altri perchè sono timido e riservato.
Qui per il momento mi trovo bene con tutti, sia con i compagni che con gli operatori, e non mi aspetto molto di più di quello che ho e sto vivendo.