Da quel momento in poi, la mia casa è stata la strada dormivo dove mi capitava, anche sotto i ponti
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Mi chiamo T. e ho un passato di tossicodipendenza. Ho iniziato a far uso di droghe "leggere" all'età di 14 anni e questo mi rendeva disinibito; caratterialmente sono molto insicuro e associavo all'uso di droghe una spinta a conoscere ragazze e a parlare più liberamente con loro. Poi all'età di 25 anni con i miei amici ho iniziato a far uso di droghe "pesanti" come la cocaina, e lo scopo era sempre quello del divertimento.
La vita, in quel momento, per me era perfetta: scappavo dalla vita reale costruendomi un mondo a parte fatto di divertimento e mancanza di regole. I miei familiari non si sono accorti che io facessi uso di droghe, anche se uscivo tutta la notte, pensavano facesse parte dell'età giovanile...
All'età di 35 anni ho iniziato ad avere i primi problemi seri: bisticciavo con i miei fratelli e le mie sorelle, tra noi c'era molta tensione e contestavano il mio modo di vivere, infatti non sempre riuscivo ad alzarmi per andare a lavorare, perchè trascorrevo le notti a ballare e a divertirmi, e solo successivamente mi sono accorto che i rimproveri che mi venivano fatti erano dettati dalla loro preoccupazione.
La situazione si è deteriorata con il passare del tempo, anche se mi rendevo conto nei pochi momenti di lucidità che quel mondo che mi ero costruito era distruttivo e mi rendeva schiavo della sostanza, comunque non ho mai smesso di farne uso. Nella mia famiglia io non mi confidavo rispetto ai miei problemi, però mio fratello S. si era accorto di cosa mi stava accadendo, forse perchè anche lui li stava sperimentando sulla sua pelle; nonostante questo, non abbiamo mai affrontato insieme questo argomento.
Una sera, quando avevo circa 38 anni, la tensione è scaturita in un litigio che ha coinvolto me e i miei fratelli; dopo questo episodio io me ne sono andato e la prima cosa che ho fatto è stata ricercare la sostanza. Quando mi sono ripresentato a casa, mia sorella e i miei fratelli mi hanno detto che non volevano più farmi entrare. Da quel momento in poi, la mia casa è stata la strada.
Vivere in strada mi ha fatto capire che la mia vita non era quello che io pensavo fosse: dormivo dove mi capitava, anche sotto i ponti, ho perso il lavoro, chiedevo aiuto a preti di Torino o Pinerolo affinchè mi fosse garantita la sopravvivenza. Quei soldi però non li destinavo al cibo, ma all'acquisto di cocaina che era la mia priorità; in quel momento mi sono reso conto che ero "schiavo" e che senza cocaina non riuscivo a stare. Passavo le mie giornate in giro, come un barbone; da sempre sono stato guidato dall'orgoglio e per questo non cercavo nessun contatto con la mia famiglia.
A causa delle mie condizioni fisiche e psicologiche ho deciso a rivolgermi al Ser.T perchè avevo bisogno di aiuto, mi è stato proposto un percorso comunitario, ma all'inizio io non ero favorevole. Mi hanno lasciato tre mesi per riflettere sulla mia situazione (non avevo lavoro, nè aiuti); allo scadere di questo periodo, ho visitato alcune comunità con l'Assistente Sociale e, prima di entrare presso il CUFRAD, ho trascorso un mese in clinica per la disintossicazione.
Il primo periodo all'interno della Struttura per me è stato molto duro proprio perchè non ero più abituato a rispettare nessuna regola, era molto difficoltoso poichè per me rappresentava il dovermi mostrare agli altri, comunicare con loro e farmi conoscere. Non avevo più fiducia negli altri perchè non ne avevo più neanche in me stesso.
La mia famiglia mi rifiutava e non credeva che io potessi realmente impegnarmi ed uscire fuori dalla dipendenza, i primi contatti telefonici con loro sono avvenuti solo dopo molto tempo dal mio inserimento al CUFRAD, la prima telefonata è stata fatta da me a mio fratello S. che sapevo si trovava in una condizione difficile; con il tempo ho iniziato a risentire anche mia mamma e il resto della famiglia. Dopo tanto tempo per la prima volta sono stato invitato da mia madre alla festa di compleanno dei miei nipoti ed è stata una giornata ricca di emozioni tanto che quasi non riuscivo a parlare dalla gioia.
Attualmente sono ancora presso la Struttura; ad oggi ringrazio per l'opportunità che mi è stata offerta perchè mi ha cambiato la vita, mi ha permesso di imparare di nuovo ad avere fiducia verso gli altri e in me stesso; grazie all'aiuto delle operatrici e dei responsabili che anche nei miei momenti di sconforto mi hanno incoraggiato e sostenuto ad andare avanti ed impegnarmi nel mio percorso.
Il mio percorso è cambiato con il passare del tempo, ho raggiunto dei traguardi molto importanti, ho imparato a gestire l'aggressività, a cercare aiuto negli altri quando ci sono delle problematiche ed a non affogare i pensieri nella cocaina.
Per me è molto importante rendermi conto che dopo un lungo percorso ci sono ancora delle difficoltà soprattutto in relazione alle emozioni negative che si scatenano nella mia mente all'improvviso: è una delle paure su cui sto cercando di lavorare affinchè una volta fuori dalla Struttura io sia in grado di gestirle.
Il mio rientro in società sarà molto impegnativo, sicuramente sarò più forte e avrò maggior fiducia nelle mie capacità perchè porto con me il lavoro fatto in struttura e avrò l'appoggio della mia famiglia con la quale passo dopo passo sto cercando di instaurare una nuova relazione.