Le Opinioni

... Guardo la rubrica del mio telefono e trovo moltissimi nomi. Ciò mi fa star male. Tra i tanti nomi che sono salvati nella memoria del cellulare, nomi che ho inserito scrupolosamente nel corso della mia vita, scopro di averne solo uno, forse due, da poter chiamare. Da quando sono ricaduto nell'abuso di alcol molte persone si sono allontanate, non rispondono più. Mia sorella, per citarne solo una per me importante, quando sente la mia voce riattacca la cornetta interrompendo la comunicazione ed ogni nostra interazione. Ormai è passato più di un anno dall'ultima volta che sono riuscito a parlare con lei.
Tra i tanti numeri solo uno sono sicuro di poterlo chiamare. È il numero di un collega di lavoro, una persona che si è dimostrata mia amica anche dopo il tramonto del sole, per usare le parole di Carlo Dossi che diceva "il falso amico è come l'ombra che ti segue finché dura il sole".
Una persona il cui aiuto disinteressato è stato per me indispensabile. Una persona presente in ogni mio momento difficile, dalla sua visita in ospedale durante il mio ricovero, al supporto che mi ha dato in casa e nella gestione di alcune questioni pratiche da quando io sono qui al CUFRAD.
Nel deserto che mi sono creato, solo lui è rimasto come un'oasi cui fare affidamento. Non colpevolizzo le altre persone per essersi allontanate da me, né le considero tutte false amicizie. Forse anche io nei loro confronti, a volte, sono stato un falso amico. Mi pento ed ora colgo i frutti della mia semina ma mi ritengo fortunato per essere riuscito a mantenere viva almeno un'amicizia così tenace, che mi sprona e mi dà la forza di credere che ancora ci sia una possibilità anche per me.