Ho 43 anni, ma è come se io fossi rimasta bambina ... cresciuta troppo in fretta, senza amore e senza affetto dei propri genitori perché ...
LA MIA OPINIONE SUL CUFRAD, LA MIA ESPERIENZA AL CUFRAD, LA MIA TESTIMONIANZA SUL CUFRAD. A causa dell'alcol e della droga è come se io fossi rimasta bambina ... ero alcolizzata ... droga famiglia alcol alcolismo alcodipendenza CUFRAD ESPERIENZE OPINIONI
Sì, Marina sono io... io che di anni ne ho 43 ma è come se ne avessi cinque... cresciuta troppo in fretta, senza amore e senza affetto dei propri genitori perché "troppo occupati a litigare e a picchiarsi l'un l'altro".
Marina vive un'infanzia di solitudine, sin dalle scuole elementari, sempre da sola, non socializzava con i compagni né con nessun altro...
Col tempo si presentano gli assistenti sociali e Marina viene passata come un pacco a destra e a sinistra tra parenti e assistenti, facendo sì che si chiudesse sempre di più nel suo mondo fatto solo di fantasia.
Marina non ricorda di aver mai avuto affetto dai suoi cari o forse ne ha ricevuto così poco da averlo dimenticato.
Poi la morte prematura del suo fratellino e questo fa sì che Marina si chiuda ancora di più nel suo guscio.
Intorno ai 9/10 anni è ormai una signorina e il padre se ne rende conto...
Essendo molto timida, fragile ed insicura (per via della trascuratezza passata) accetta le carezze e le effusioni del padre. Sapeva che era sbagliato, ma almeno così poteva ricevere un po' di amore. Andò avanti così, per circa 2 anni.
Un giorno, con l'unica amica che aveva, conobbe dei ragazzi che diventarono amici.
In seguito si rivelarono essere delle amicizie sbagliate perchè andavano in discoteca e bevevano il frizzantino per divertirsi (cosa che Marina non avrebbe mai fatto perchè odiava il vino, anzi quando lo trovava in casa lo buttava). Quel giorno però lo prese... si sentì subito più allegra e sicura di sé, così ne prese un altro e da quel momento diventò un impegno fisso quello di ubriacarsi la domenica in discoteca, elemosinare degli spiccioli qua e là e fare l'autostop per gli spostamenti.
Poi non ricorda come la sua amica conobbe un ragazzo con il quale inizia a frequentarsi regolarmente, ma Marina così resta sola e si lega di più a questi amici sbagliati che la fanno bere e fumare spinelli e a lei tutto questo piace.
Nel frattempo era già da un po' che non frequentava più la scuola e, nonostante i professori continuassero a chiamare i suoi genitori, loro non si presentavano mai.
Una volta scappò anche di casa e stette via per 3 giorni nascosta nell'abitazione di un fratello di uno dei suoi amici. Poi il fratello di Marina scoprì dov'era e con le buone la mandò a prendere, promettendole che non le avrebbero fatto nulla.
All'inizio del 1984 il fratello maggiore era già sposato e l'altro era fuori per fare il militare. Il più grande la portò a casa sua per un po' dicendole che in questo modo avrebbe potuto aiutare la moglie che aveva avuto un bambino da poco, tutto questo in modo da stare lontano e sperando che Marina lasciasse perdere quelle amicizie.. e così fu.
Alla fine del '84 il fratello finì il servizio militare ma sfortunatamente anche lui imboccò il tunnel della droga: era sempre fuori casa ma era sempre forte l'affiatamento speciale con la sorella.
Quando Marina tornò a casa ritrovò la sua amica che ormai usciva con quel ragazzo, ma non voleva più stare con loro... "troppo tranquilli"... così uscì un po' con loro e poi conobbe alle giostre, insieme ad una sua amica del quartiere, altri 3 ragazzi. Marina prese una cotta per uno di loro che ricambiava l'interesse e la portava a casa sua (tanto i suoi erano fuori tutto il giorno). Lui abitava nella zona vicino la sua, lei a Beinasco (TO) e lui a Mirafiori (TO). Un giorno le fece provare una pastiglia con la birra, poi fecero sesso e si addormentarono. Quando si svegliarono erano entrambi preoccupati perché non ricordavano nulla di ciò che avevano fatto, ma per fortuna non ci furono conseguenze.
Marina andò avanti così, insieme a questi ragazzi che prendevano pastiglie, bevevano e fumavano, fino alla fine del '84.
Una sera erano nel viale del paese seduti sulle panchine che giocavano fuori di testa, come dei bambini... improvvisamente arrivò la sua amica in macchina con il suo ragazzo, la presero e la caricarono in macchina contro la sua volontà.
Le parlarono dicendole quanto male si stava facendo, la portarono in città dove viveva il ragazzo della sua amica, entrarono in un bar e le fecero prendere un bel caffè lungo. Lì c'era anche un biliardo ed intorno dei loro amici che giocavano... Marina sentì un odore.. lo conosceva bene... era di spinello... ma né la sua amica né il suo ragazzo se ne accorgevano. Così da quel momento in poi divenne un'abitudine andare in quel bar a giocare e fumare, finché il ragazzo dell'amica le fece conoscere un altro amico. Con la comitiva si andava al cinema, in birreria, a giocare a bowling e col tempo s'innamorò di quel ragazzo che (anche se più grande di lei di 8 anni) le voleva davvero bene a tal punto da dirle si smettere di fumare "perchè lui se n'era accorto" e per il suo bene le disse "o smetti o ci lasciamo". Marina, molto legata a lui, decise di smettere.
Nel frattempo i suoi genitori continuavano a pensare a se stessi, il padre cominciò ad ammalarsi sempre di più ma non mancavano ugualmente le litigate.
Nel 1988 il padre venne a mancare; fu lei che lo vide morire in ospedale, ma non riuscì a versare nemmeno una lacrima per lui, essendo ora consapevole di ciò che le aveva fatto prima, mentre la madre era a casa a letto ubriaca.
Il fratello ero ormai preso dalla droga e nei giorni seguenti erano lui e la madre a bisticciare, così Marina (non potendone più ed avendo raggiunto ormai la maggiore età) se ne andò di casa per andare dall'ormai fidanzato a casa sua e di suoi genitori.
Iniziò così una nuova vita con una nuova famiglia... quella che non aveva mai avuto... coccolata, amata, ma anche ripresa, imparando a fare le faccende di casa e a trovare un lavoro.
Era tutto così bello che durò 18 anni, ma nel mezzo c'è stata anche la dipendenza dall'alcol. I suoi genitori erano proprietari di un vigneto e preparavano il vino da sé; a Marina non piaceva il vino rosso ma il padre insisteva per farglielo assaggiare così iniziò prima mescolato con l'acqua e poi, sentendo che le piaceva, cominciò a berlo puro. La faceva stare bene, le scioglieva la lingua, riusciva a comunicare di più essendo molto timida.
Nel 1997 venne a mancare anche la madre di Marina.
Quest'ultima era già dipendente dal vino e non solo... di nascosto andava a bere anche i superalcolici che si trovavano in casa insieme al vino delle damigiane in cantina (prendeva addirittura una penna "bic" vuota e tirava su dalle damigiane e poi le riempiva con dell'acqua).
Il fratello invece, tra varie comunità, era ormai in via di guarigione.
Marina, sentendosi oppressa da questa famiglia che all'inizio apprezzava, inizia a sentire la situazione "troppo stretta" e si sentiva sola anche vivendo con loro.
Sempre casa-lavoro, lavoro-casa... anche a lavoro beveva ma per fortuna non fu mai licenziata.
Nel frattempo oltre a bere inizia anche a non mangiare più tanto, giusto un po' di verdura o un pezzettino di formaggio (che puntualmente finivano nel wc).
Tentò anche di farla finita e cercò di tagliarsi le vene, così venne portata al pronto soccorso e poi nel reparto di psichiatria per circa una settimana; da lì poi fu trasferita in una clinica per 3 mesi.
Quando tornò a casa stette bene per mesi... poi ricadde nuovamente e abusò di pastiglie ed alcover, prescritti dalla clinica, per farla finita e si ritrovò nuovamente ricoverata in ospedale per altri 3 mesi.
Questa volta però ce la mise tutta per uscirne e fu così che non toccò più nulla... ma l'alimentazione rimase quella (verdura e wc).
Marina continuò a sentirsi male dentro, ma non ricadde più, nemmeno quando scoprì che il suo compagno la tradiva.
Rimase molto ferita da questo ma non cedette, anche perché la situazione fra i due non andava bene già da un bel po' di tempo.
A lavoro Marina conosceva di vista un ragazzo - ora padre di sua figlia - che già da tempo addietro l'aveva più volte invitata a prendere un caffè.
Un giorno accettò quell'invito e da lì iniziò una relazione con lui.
Si vedevano quando lei usciva da lavoro alle 12:30 per un'ora e lei diceva a casa che faceva lo straordinario.
Poi alla fine del 2004 Marina decise di troncare la storia con il suo compagno e andò a vivere con l'altro.
Era rinata, felice, contenta, spensierata come una bambina, usciva con i nuovi amici, andava a ballare, in gelateria, nelle birrerie.
Però andando avanti col tempo non le bastava più solo una birra o solo un drink e ricadde di nuovo nel tunnel dell'alcol.
Nemmeno quando seppe di essere incinta nel 2007 smise di bere, anzi andava sempre peggio e si continuava ad autolesionarsi perché quando era sobria si sentiva in colpa. Marina crede di aver passato anche un depressione post-partum perchè per reggere tutto, visto che non c'era nessun che potesse aiutarla con la bambina, da sola si sentiva troppo stanca e nervosa. Neanche il suo compagno la aiutava e così beveva sempre di più. Diventa un peso anche tener pulita la casa. La sua depressione continua e per "placarla" beve sempre di più fino a non ricordarsi nulla il giorno dopo.
Un giorno, dato che suo fratello era a conoscenza di questo problema, si prese lui la briga di accompagnarla al Ser.T. (ah dimenticavo... con questo compagno successe la stessa cosa... come con l'altro). Iniziò a frequentarlo e per 3 mesi andò bene, si prendeva la sua terapia ed era abbastanza tranquilla.
Poi di nuovo scattò qualcosa dentro di sé e la terapia che doveva durarle un'intera settimana la finiva in 2 giorni (14 botticini di alcover) e più tardi ricominciò a mescolare terapia e bere.
Così decisero di farla ricoverare in un'altro ospedale; ci è rimasta per quasi 2 mesi finché le hanno proposto una comunità e Marina ha accettato.
Oggi Marina è al CUFRAD e sta lavorando per ritrovare se stessa e per riuscire a trovare la pace interiore che non ha mai avuto. Sa che non sarà facile, ma deve mettercela tutta perchè lì fuori c'è l'altra sua metà che l'aspetta (la sua meravigliosa bimba).
Sa di aver fatto del male a tante persone ed ora ne è consapevole.
Tutto quello che vuole è semplicemente vivere senza più ricorrere a nessun tipo di sostanze... semplicemente con la sua volontà...