Ho sempre lavorato, anche sotto l'effetto di sostanze. Ogni volta che i miei datori di lavoro si accorgevano cambiavo attività e tutto riniziava da capo, sempre più difficile da gestire fino a quando mi sono dato alla vita di strada...
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Nella mia famiglia di origine l'equilibrio è sempre stato piuttosto precario.
I rapporti tra i miei genitori erano tesi, anche perchè mio padre frequentava altre persone oltre a mia madre.
Poi mamma venne a mancare e allora le cose peggiorarono ulteriormente.
Ad un certo punto finalmente riuscimmo a creare un minimo di stabilità.
Tuttavia le sostanze minarono quel fragile equilibrio: quando mio padre scoprì che facevo uso di hashish cominciò a pensare che qualcosa in me non andava e venni cacciato di casa.
Da quella volta fu un continuo rientrare in casa e venirne allontanato.
Ecco, avrei voluto avere più disponibilità e più aiuto da parte sua.
Con gli amici invece le cose sono andate un po' diversamente: la compagnia con cui uscivo era una bella compagnia, ma io avevo anche amici che non facevano uso di sostanze.
Sono stati gli amici migliori, quelli che mi sono stati più vicino quando ho avuto problemi.
Tuttavia sono anche quelli che mi hanno abbandonato e mi hanno fatto sentire solo, anche se involontariamente.
Mi spiego: per stare lontano dall'alcol e dalla droga passavo quanto più tempo possibile con un mio amico.
Poi entrambi abbiamo trovato lavoro, solamente che io terminavo servizio alle 18, mentre lui alle 20. Quindi quelle due ore giornaliere di solitudine e di isolamento mi hanno nuovamente dirottato verso le sostanze. Avrei voluto che i miei amici non mi lasciassero solo, che trovassero il modo di stare con me anche in quelle due ore ogni sera.
Anche per quanto riguarda il lavoro le sostanze sono state un guaio.
Come capita sovente a molti tossocodipendenti soltanto per un certo periodo si riesce a gestire un'attività; in breve tempo poi l'amore per la sostanza diventa troppo forte e ruba lo spazio a tutto il resto: famiglia, relazioni sociali, impegni lavorativi.
Ho sempre lavorato comunque, anche sotto l'effetto di sostanze, cambiando lavoro sovente perchè di tanto in tanto i miei datori di lavoro si accorgevano del mio problema.
Ogni volta cambiavo attività e tutto riniziava da capo, sempre più difficile de gestire fino a quando non ho più lavorato e mi sono dato alla vita di strada per alcuni mesi.
L'ultimo lavoro che ho svolto è stato presso una falegnameria. Solita vita: all'inizio tutto bene e poi di nuovo tutto a rotoli.
Ora sono qua al CUFRAD, sto affrontando un percorso terapeutico in cui sto lavorando sulla mia dipendenza, sulle mie fragilità e sulle sofferenze che hanno accompagnato molti anni della mia vita.
Dopo tanta fatica sono riuscito a ricostruire un rapporto più equilibrato con la mia famiglia ed in particolare con mio padre, basato sul dialogo e sul confronto.
Quello che ad oggi desidero, e che mi sto impegnando a realizzare, è riuscire a riprendermi in mano tutto ciò che le sostanze mi hanno tolto all'epoca.
Vorrei riuscire a svolgere un lavoro con costanza e serietà e riuscire a mantenerlo nel tempo.
Vorrei costruire relazioni autentiche, amici con i quali passare il tempo, condividere i miei stati d'animo e ai quali rivolgermi nei momenti di difficoltà.