La mia dipendenza dal gioco d'azzardo è iniziata a 20 anni circa ... frequentavo un bar le perdite superavano sempre le vincite... sono stato obbligato a coprire i debiti con le banche vendendo la casa...
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Mi chiamo A. e sono nato ad Aosta.
La mia dipendenza dal gioco d'azzardo è iniziata a 20 anni circa.
La mia infanzia è stata nel complesso serena, ho frequentato la scuola fino alla terza media, poi ho iniziato il biennio all'ITIS, ripetendo un anno e poi ho abbandonato la scuola. Con la mia famiglia ho sempre avuto un buon rapporto.
Da sempre frequentavo un bar vicino a casa dove si giocavano grandi somme e da lì ho iniziato ad avvicinarmi al gioco d'azzardo, imparando tutte le sfumature di diversi giochi (ramino, poker, scopa, ecc...).
Il rapporto con gli amici è sempre stato buono, il tavolo da gioco era formato sempre dalle stesse persone e i soldi giravano in continuazione nelle stesse mani.
Mi è capitato tuttavia di rompere delle amicizie per aver prestato dei soldi a degli amici che non me li hanno più restituiti.
Il mio rapporto con il lavoro era buono perchè lavorare mi è sempre piaciuto, facevo l'impastatore in una ditta ed è andato tutto bene finchè non sono stato licenziato.
La mia impressione è quella che si era deciso di liquidare i dipendenti che avevano gli stipendi più alti, tra cui me.
Intanto il rapporto vincite/perdite al gioco stava diventando tragico, bastava vincere delle belle somme per poi perderle nuovamente in una nuova partita; ovviamente le perdite superavano sempre le vincite.
Quando ho perso il lavoro, dovevo tanti soldi alla banca e, di conseguenza, sono stato obbligato a coprire il debito vendendo la casa.
A quel punto mi erano rimasti in mano altri soldi derivati dalla vendita e pensavo di aprire un bar ma poi mi sono reso conto che non ne valeva la pena e così mi sono fatto prendere la mano e ho buttato via i soldi, ancora una volta, con il gioco, senza accorgermi che piano piano stavo perdendo tutto; sono riuscito però a comprarmi la macchina, ma senza lavoro ero portato a spendere e andare da un bar all'altro per giocare e tentare di continuo la fortuna.
Dopo cena con gli amici andavo al bingo e c'erano quelle maledette macchinette dove mettevo 50€ e finivo per rimettercene in totale dai 300 ai 500, quello che vincevo lo buttavo via subito.
Oggi mi trovo al CUFRAD e la mia famiglia mi sta ancora vicina come può, non mi ha mai voltato le spalle.
Ogni tanto viene un'amica a trovarmi; lei è la figlia della più cara amica di mia mamma, abbiamo un buon rapporto e mi fa sempre piacere vederla.
Ora ho come obiettivo quello di uscire da questa dipendenza e di riuscire a trovare un altro lavoro che mi possa dare tranquillità e la stabilità economica di cui ho bisogno.