Mentre nascevo mio padre e mio nonno paterno erano in trattoria a mangiare gli agnolotti ... Con il passare degli anni facevo sempre finta di essere una bambina felice, vedevo che mia madre ci teneva tanto e non volevo darle una delusione ...
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2013-07-12 Mentre nascevo mio padre e mio nonno paterno erano in trattoria a mangiare gli agnolotti ... Con il passare degli anni facevo sempre finta di essere una bambina felice, vedevo che mia madre ci teneva tanto e non volevo darle una delusione ...
Sono Ombretta.
Quando nacqui mia madre aveva 34 anni e mio padre 38. Per inciso, mentre nascevo mio padre e mio nonno paterno erano in trattoria a mangiare gli agnolotti. Dopo di me mia madre ebbe due aborti spontanei. Avrei voluto un fratello grande che mi facesse conoscere i suoi amici! Nella prima infanzia, passai un periodo in cui volevo essere tenuta sempre in braccio dalla mamma e se mi lasciava per fare qualcosa, io piangevo disperatamente. Mi ricordo che alle elementari mio padre lavorava ancora a C. come responsabile delle vendite, lavoro che con gli anni lo portò in giro per il mondo facendo lunghe assenze, ma quando tornava a C. veniva a pranzo a casa e quando usciva per tornare al lavoro io lo seguivo fino al cancello piangendo disperatamente perchè non se ne andasse via di nuovo. Mio nonno, invece, era una figura di rilievo nel paese, da giovane era anarchico, poi passò ai socialisti e infine ai fascisti, infatti fu podestà del mio paese per 25 lunghi anni. Mio padre è sempre stato di sinistra e infatti mia madre mi disse una volta che aveva paura che ci fossero discussioni forti. Mio nonno aveva un sogno: costruire una bella casa, sogno che si realizzò in una casa enorme con un grandissimo giardino. Io penso che l'equilibrio mentale di mio padre fu preservato dal fatto che, come ho detto in precedenza, faceva lunghi viaggi all'estero.
Da bambina andavo poco all'asilo, ero timida e non conoscevo nessuno. Ero molto introversa ma indipendente, mi ricordo che il primo giorno di scuola non volli essere assolutamente accompagnata; non volevo che mia madre mi guardasse i compiti e con molta facilità le dicevo " li guarderà domani la maestra". L'amica del cuore non ce l'avevo, ero timida e sembravo arrogante, ero la più brava della scuola avevo gli occhiali e parlavo con le adenoidi. Però facevo sempre finta di essere una bambina felice, vedevo che mia madre ci teneva tanto e non volevo darle una delusione. Leggevo molto, Pirandello, Silone..... tutti i libri che trovavo in casa. Al mio compleanno mia mamma faceva delle torte e invitava alcuni compagni di scuola, loro si divertivano da matti nel giardino (la maggior parte non ce l'aveva un giardino) e io me ne stavo seduta su un muretto a leggere. Fin da piccola ogni estate andavo al mare con i miei genitori, cosa che ho continuato a fare fino all'età di 20 anni. A casa mia dovevo rientrare per le 23, nonostante ciò, ci compravamo (con degli amici) un bel po di birre e andavamo sugli scogli a bere e suonare la chitarra, mentre altri si facevano le canne, io gia da allora avevo una predilizione per il bere. In quegli anni, d'estate, avevo fatto amicizia con una ragazza americana che veniva a trovare i nonni italiani per le vacanze. Io e lei, quando uscivamo e andavamo al bar piuttosto che in discotesca, ordinavamo del wisky e poi ci bevevamo una bottiglia di vino che ci portavamo sempre dietro. Una sera ci comprammo una bottiglia di "porto" ed andammo ai giardini ad ubriacarci, ne bevemmo metà ed io tornai a casa completamente ubriaca tanto che mi buttai sul letto di mia madre! Ricordo ancora la sua espressione la mattina dopo mentre tirava su le persiane e mi diceva: "se ti è passata la sbornia puoi anche alzarti". Continuai cosi per diversi anni, anche durante il periodo universitario. Andavo molto bene all'università, preparavo gli esami in 20 gg e poi non facevo più nulla, avevo la media del 29. Seguivo solo due corsi ovvero filosofia del linguaggio e retorica, li avevo alle 8 del mattino, ma siccome andavo a dormire tardi e sbronza, facevo molta fatica a svegliarmi l'indomani mattina. Durante il corso di studi, mi arrivò per posta la pubblicità di una scuola di informatica, mi iscrissi, frequentai il corso abbandonando l'università e da lì a poco trovai lavoro in un'azienda molto importante. Spesso il mio capo mi portava con sé a M. oppure ad I., facevamo sempre tardi negli appuntamenti di lavoro e per questo cenavamo spesso fuori dove bevevo diversi, moltissimi bicchieri di wisky. Diventai molto brava e capace sul lavoro tanto da affidarmi compiti extra in giro per il mondo, soprattuto in Russia.
Nonostante ciò, continuavo ad assumere super alcolici, anche di mattina, a colazione, e questo comportò ritardi ed assenze ingiustificate sul lavoro, fino al punto che decisero di licenziarmi.
Durante questi anni ho anche avuto diverse convivenze ed un aborto, di alcuni uomini ero innamorata, di altri meno. I compagni che mi sceglievo avevano tutti un problema di dipendenza come me, alcuni dei quali sfociati in litigi maneschi e pericolosi. Negli anni ho dato molte soddisfazioni lavorative ai miei genitori, ma anche tante tante tante preoccupazioni (ho avuto 18 ricoveri ospedalieri in diverse regioni d'Italia). Diagnosi: alcolista ed in alcuni anche abuso di sostanze stupefacenti come la cocaina. Ad oggi, all'età di 55 anni mi ritrovo ancora in comunità, sono molto migliarata e maturata, ma la strada è tutta in salita.