Mi sentivo onnipotente con tutti, con chiunque...
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2013-02-07 Mi sentivo onnipotente con tutti, con chiunque...
Sono Fabrizio, ho 37 anni, sono di origine piemontese, figlio di genitori separati: i miei genitori si sono separati quando io avevo un anno, molto presto dopo il loro matrimonio.
Il mio inizio dell'uso di sostanze risale ai 14 anni, con l'uso di marjuana ed hascish. Frequentavo persone più grandi di me che ne facevano uso quotidianamente.
Pian piano la mia voglia di trasgressione mi ha indotto all'assunzione e anche alla vendita di ecstasy e di LSD all'interno delle discoteche.
La conseguenza più grave è stato lo sviluppo di un delirio di onnipotenza: mi sentivo onnipotente con tutti, con chiunque... Per quattro o cinque anni ho continuato questa vita, ma, non accontentandomi più, decisi di passare all'uso di cocaina, l'ho usata per un anno e mezzo; la usavo per dimenticare, per avere euforia, per sentirmi più integrato nella società.
Poi sono passato all'uso di eroina per giungere infine alla completa dipendenza durata per 10 anni.
La causa scatenante di una vita dipendente è stata la separazione dei miei genitori: ho sofferto molto, ha radicato in me una sensazione di abbandono e, di riflesso, una serie di sensi di colpa per quanto accaduto.
Dominanti erano la tristezza e la rabbia. Nessuno dei due si preoccupava di me, del bisogno disperato che avevo di avere una mamma e un papà accanto a me. Mi restavano solo tante domande a cui non ho avuto mai nessuna risposta, pur chiedendogliele delle risposte, e mi ha dato un vuoto incolmabile. Non ho mai trovato mai una via d'uscita, se non la dipendenza. Mi faceva dimenticare i problemi, i problemi della separazione dei miei genitori e tutto quanto.
Ho scelto l'eroina, come accennavo prima, perchè mi annullava i pensieri, le preoccupazioni, mi annebbiava, mi faceva vivere in un mondo irreale.
Analizzando la mia vita fino ad oggi mi rendo conto di aver fatto un grande sbaglio. La droga è stata solo un fallimento, mi ha fatto perdere tutto nella vita, gli affetti più cari che sono quelli di mio figlio, di mio nonno e di mia nonna.
Consapevole di tutto ciò ho deciso di iniziare un percorso comunitario con lo scopo di affrontare costruttivamente e razionalmente i miei problemi.
Oggi è questa la mia più grande conquista.
Penso ancora alla droga ma in modo negativo, e questo pensiero costituisce la speranza di non usarla più una volta fuori dal contesto comunitario.
Prioritario per me sarà riprendere in mano la mia vita con calma, con il tempo che ci vorrà, trovando un lavoro e riallacciando i rapporti con i familiari che mi sono rimasti e soprattutto con mio figlio: sono due anni che ho perso la sua vicinanza, il suo affetto e non sono riuscito neanche a dargli il mio da papà...