Quando si è perso tutto, famiglia, casa e lavoro è difficile dire addio a ieri, però è necessario farlo per far pace con se stessi.
Quando si è perso tutto, famiglia, casa e lavoro è difficile dire addio a ieri, però è necessario farlo per far pace con se stessi. CUFRAD OPINIONI ESPERIENZE TESTIMONIANZE. LA MIA OPINIONE SUL CUFRAD, LA MIA ESPERIENZA AL CUFRAD, LA MIA TESTIMONIANZA SUL CUFRAD. DROGA ALCOL ALCOLISMO TOSSICODIPENDENZA FAMIGLIA.
Se il presente, poi, vuol dire ricostruirsi e ricostruire, allora solo attraverso una rottura netta con quel passato che significa "dipendenza" si può riuscire ad apprezzare l'oggi.
E' certo che i rimpianti ci sono, che c'è la tentazione di mettersi a rimuginare su quello che non è più, ma è necessaria la giusta misura.
E' importante sapere ciò che si è perso, proprio per dare valore al proprio impegno di oggi per il domani.
Anche amare il presente è difficile, quando istante per istante ci si trova a fare i conti con il passato, e per quanto mi riguarda devo dire che il presente riesco ad accettarlo ma non ad amarlo ancora; amarlo vorrebbe dire chiudere i conti con il passato in modo definitivo e io non riesco a farlo, come quando sento le figlie che mi sfuggono per telefono.
Amare il presente vuol dire essenzialmente amare se stessi qui ed ora: è una condizione difficile, perché vuol dire essere presenti a se stessi nella globalità, che comprende i sensi di colpa e le responsabilità.
Certo, amare il presente vuol dire stare bene con se stessi e gli altri, vuol dire sentirsi in cammino e partecipare in pieno alla propria vita ed è una condizione ottimale ma difficile da conciliare quando si è pronti a mettere in discussione tutto della propria esperienza di vita.
Come ho detto, riesco ad accettare il presente ma non ad amarlo ancora, ci sono troppi vuoti nel mio cuore ed assenze importanti.
Se le mie figlie mi chiamassero ancora "papà", forse, forse qualcosa di più riuscirei a sentire verso l'oggi.